Roma, 22 November, 2024 / 6:00 PM
«Il monaco, di conseguenza, legge i segni dei tempi e sviluppa messaggi di vita.» E se lo afferma uno come Anselmo Lipari c’è da credergli davvero. E’ professore di Teologia morale e Teologia spirituale presso la Facoltà teologica di Sicilia e monaco presso l'abbazia di San Martino delle Scale a Monreale. È diventato noto al grande pubblico per la sua partecipazione al fortunato format Le ricette del convento. Ha pubblicato nel 2023 il bestseller Le ricette del convento. Fatele a casa e fatele bene. E ora, con l’editrice Piemme, ha pubblicato un libro dal titolo accattivante, “I misteri dei monaci”, capace di attirare una curiosità che man mano si procede con la lettura, diventa ammirazione e poi condivisione.
L’autore da molto tempo, dunque, ha potuto toccare con mano, per così dire, quanto la tradizione monastica affascina e incuriosisce ancora oggi. E quanto le persone possano trarre beneficio dall'immergersi, anche se brevemente, nella serenità dei ritmi lenti della vita dei monaci, ritagliandosi così uno spazio di quiete nella frenesia della quotidianità. Per questo ha deciso, con questo libro, di aprire ulteriormente le porte dell'abbazia e mostrare la realtà di chi, come lui, dedica la propria esistenza a Dio e al prossimo, il racconto avvincente di come i monaci vivono con gioia il silenzio e la solitudine, ma anche la loro vocazione ad accogliere e confortare, nutrendo, attraverso il cibo, il corpo e lo spirito, nel modo tipico della convivialità delle comunità monastiche.
Alla fine di questo viaggio, interiore ma anche storico, artistico e sociale, don Anselmo propone ai lettori 52 «parole di vita», una per ogni settimana, per accompagnarli durante tutto l'anno: ricette spirituali che tracciano la via per allontanarsi dal frastuono contemporaneo e riscoprire un senso di gioia vera, di armonia e vicinanza gli uni agli altri. E a Dio.
Le immagini più comuni dei monaci, a volte mutuate dal cinema e dai romanzi, a volte mutuate da una lunga tradizione dipingono i religiosi con la tonaca e la croce, intenti a vivere secondo la regola sintetizzata da san Benedetto nella famosa formula ora et labora, in edifici immensi e labirintici, depositari di segreti e di antichi riti. In particolare dal romanzo Il nome della Rosa di Umberto Eco è stato trasformato in film e serie, come ha sottolineato lo stesso padre Lipari, che hanno diffuso un’idea che manca di un approfondimento serio e corretto, costruendo un’ambientazione losca, oscura, macabra.
In realtà, al di là degli stereotipi o delle leggende varie nate intorno alle abbazie, non si conosce molto la vera natura della scelta monastica, il senso di una esistenza vissuta in comunità, in una dimensione spaziotemporale parallela ma non avulsa dalla società contemporanea, dentro alla Storia ma anche al di fuori di essa. Qualcosa di difficile comprensione per la mentalità corrente, ma che ha il sapore di una sfida alle convenzioni. Sì, infatti i monaci sono uomini anticonvenzionali, impegnati a vivere secondo modalità che rovesciano la mentalità del mondo. Sono uomini, con limiti e difetti, ma alla ricerca di un’umanità più autentica e radicale.
Ma come vivono i monaci oggi, e quali sono i loro “segreti”? Facendo riferimento ad un altro libro, il bellissimo saggio del grande studioso Leo Moulin, "La vita quotidiana secondo San Benedetto" , (edizioni Jaca Book), si potrà sottoscrivere quanto scritto appunto da Moulin: “Basta vivere qualche giorno in alcune abbazie benedettine per convincersi che i ritmi e i riti, gli usi e i costumi della vita monastica moderna sono rimasti in generale simili a quelli conosciuti dai predecessori dei monaci di oggi. Una lettura moderna della regola può convincerci che il grande progetto nato dal genio di San Benedetto, padre dell'Europa (Pio XII, 18 settembre 1947), "messaggero di pace, artigiano di unità, maestro di civilizzazione" (Paolo VI, 24 ottobre 1964) è sempre presente, ed è vigorosamente valido oggi quanto nei secoli scorsi”. L’autore poi mette in rilievo la grande acutezza di Benedetto nel giudicare gli uomini, e la sua concretezza: per lui gli uomini non sono né naturalmente buoni, né naturalmente ragionevoli, né naturalmente dotati di fermezza. Moulin chiosa: “ Non si edifica una società giusta e duratura come l'ordine benedettino su una concezione ottimistica dell'uomo”.
Ma torniamo alla giornata del monaco, come la racconta padre Lipari. Ci si alza verso le 5, 5,30/6, e si comincia con un ritmo intenso, sì, ma non estenuante. La preghiera è la colonna portante della giornata, del resto san Benedetto ricorda che i monaci sette volte lodano Dio, recandosi in chiesa di notte e di giorno. Il lavoro si alterna alla preghiera e al riposo. Anche il momento del pasto è fondamentale, spesso allargato ad ospiti, in cui il cibo è legato ai prodotti di stagione e della produzione interna alle abbazie, sano ma anche gustoso. Le molte ricette legate alle abbazie e ai monasteri lo dimostrano, come lo dimostra il grande successo che continuano ad ottenere.
Anselmo Lipari, I misteri dei monaci, Piemme Edizioni, pp.176, euro 18,90
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