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Verso la riconciliazione: i vescovi di Romania e Ungheria si incontrano

I consigli permanenti dei vescovi di Ungheria e Romania insieme a Bucarest, 11 ottobr 2024

Non deve essere un percorso facile, quello della riconciliazione. Specialmente se di mezzo c’è un trattato di pace che ha creato non poche controversie, territori i cui confini non raccontano le popolazioni, e una storia comune che però è quella comunista, che in fondo non fa altro che dividere, piuttosto che unire. Eppure, Romania e Ungheria hanno avviato da tempo un percorso comune, con una riunione annuale dei Consigli Permanenti dei vescovi di entrambe le nazioni.

L’ultimo incontro di questo genere si è tenuto il 10 e l’11 ottobre, e quest’anno si è tenuto a Bucarest, moderato dall’arcivescovo della capitale romena Aurel Percă, che dei vescovi romeni è anche vicepresidente.

Queste riunioni raccontano di un percorso di riconciliazione che non è banale. A seguito della Prima Guerra Mondiale, il Trattato di Trianon comportò la perdita di due terzi del territorio ungherese. La Romania, al contrario, inglobò parte del territorio ungherese, realizzando il sogno della Grande Romania. La minoranza ungherese – rimasta anche in territori della Slovacchia – ha sempre rivendicato la sua identità, e questo non ha favorito spesso i rapporti con gli Stati in cui venivano inglobati. Allo stesso tempo, l’Ungheria ha sempre percepito il Trianon come una ingiustizia.

Sono i motivi per cui gli incontri congiunti tra le conferenze episcopali di entrambi i Paesi hanno un significato profondo. Sono percorsi di riconciliazione, quanto mai necessari oggi.

Alla riunione di quest’anno hanno partecipato, per la Conferenza Episcopale di Ungheria: il cardinale Péter Erdő, primate, arcivescovo di Esztergom-Budapest;  l'arcivescovo György Udvardy di Veszprém, vicepresidente della Conferenza Episcopale; il vescovo János Székely di Szombathely, monsignor Tamás Tóth , segretario dei vescovi.

Da parte romena, hanno partecipato: l’arcivescovo Aurel Percă di Bucarest, vicepresidente della Conferenza Episcopale Rumena (CER); il vescovo László Böcskei di Nagyvár; il vescovo greco cattolico Claudiu-Lucian Pop di Cluj-Szamosújvár; e don Francisc Ungureanu , segretario della Conferenza Episcopale.

All'ordine del giorno temi importanti per i cattolici di entrambi i Paesi, come il sinodo mondiale convocato da Papa Francesco, la preparazione all'anno giubilare 2025, la gioventù e l'istruzione, la formazione sacerdotale, il patrimonio culturale e la tutela dei comuni valori umani e cristiani .
Uno degli eventi centrali dell'incontro è stata la preghiera congiunta con i membri della comunità locale nella Cattedrale di San Giuseppe a Bucarest, alla presenza dell'Arcivescovo Giampiero Gloder, Nunzio Apostolico in Romania, di Ciprian Vasile Olinici, Segretario di Stato responsabile degli affari ecclesiastici, e Ferenc Bogár, incaricato provvisorio d'affari dell'ambasciata ungherese a Bucarest.

Nella sua omelia, il cardinale Erdő ha invocato “lo Spirito Santo per il Sinodo e per la pace nel mondo”, e ha messo in luce che “in questi giorni abbiamo notato che i nostri compiti pastorali sono quasi uguali, perche viviamo nella stessa regione e siamo chiamati a promuovere gli stessi valori umani e cristiani”.

L’arcivescovo di Bucarest Percă ha messo in luce che come membri delle Chiese romena e ungherese “professiamo lo stesso credo apostolico e, anche se parliamo lingue diverse, siamo un cuore solo e un’anima sola”.

Le due delegazioni hanno parlato del Sinodo, della preparazione per il Giubileo del 2025, della formazione dei giovani e del clero, della conservazione del patrimonio culturale e dei valori umani e cristiani, informa un comunicato finale.

Per i fedeli della comunità ungherese di Bucarest, di particolare importanza è stata la Messa in ungherese, celebrata nella Chiesa degli Amici. Le due delegazioni hanno poi visitato congiuntamente la Cattedrale greco-cattolica di San Basilio a Bucarest, dove ha incontrato il Vescovo greco-cattolico di Bucarest, Mihail Frățilă.
I partecipanti hanno concordato che proseguano gli incontri congiunti, che costituiscono preziose occasioni per scambiare esperienze di buone pratiche pastorali e per sostenere la vita delle Chiese cattoliche in Romania e Ungheria.

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