Città del Messico , 15 February, 2016 / 11:00 AM
Sulle scarpe di Papa Francesco si è scritto molto. Ma forse a nessuno mai era venuto in mente di lustrarle. É uno degli episodi più commoventi del volo papale. Un giornalista messicano Noel Díaz, emigrato negli Stati Uniti da bambino, che a 8 anni si comprò il vestito della Prima Comunione facendo il lustrascarpe per la strada.
La sua storia, raccontata al Papa durante il volo tra Roma e Cuba il 12 febbraio scorso ha fatto il giro del mondo insieme al video e alle foto del piccolo Noel il giorno della Prima Comunione.
La sua è una storia simbolo dei tanti emigrati dal Messico, clandestini prima e poi inseriti nella comunità statunitense.
Noel oggi lavora per la emittente cattolica El Sembrador in California, ma il suo gesto di lustrare le scarpe al Papa è stato soprattutto un omaggio a tutti coloro che nelle strade continuano a fare i lustrascarpe per poter sopravvivere.
In Italia questo lavoro è esistito solo nell’immediato dopo guerra, Sciùscià è il film del neorealismo che racconta dei ragazzini napoletani che lustravano le scarpe ai soldati americani.
Ma nel continente americano, sia al nord che al sud, il lustrascarpe è ancora un lavoro per tanti, soprattutto per le minoranze disagiate.
“ Molte volte-ha detto Noel- non ci si rende conto delle sofferenza delle persona che lavorano per strada come ambulanti. Mia madre lo era”. Di questo ha parlato Noel con il Papa e anche di cosa devono fare i laici per aiutarlo nella sua missione: “ uscire dalle grotte” ha risposto. “ E‘ stata una bellissima esperienza dice Noel, il Papa si è senza dubbio commosso”.
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