Roma, 14 August, 2024 / 4:00 PM
Mancano poche ore è già saremo nella festa dell'Assunzione di Maria. I Primi Vespri recitano: "È festa per gli angeli in cielo: Maria è assunta nella gloria./ È festa per gli angeli in cielo: Maria è assunta nella gloria". E la bellezza dell'arte, in un certo senso, è anche festa: festa di colori, di forme, di luminose sfumature. E così è stato per l'Assunzione di Maria: tema ricorrente nei secoli nell'Arte pittorica.
Maria è la Bellezza per eccezione: è la “ tota pulchra ”, la tutta bella. E l'arte, millenaria espressione della Bellezza, non poteva che trovare in lei un “soggetto” figurativo perfetto. San Paolo VI, in occasione del Congresso Mariologico Mariano del 1975, nel parlare di come presentare Maria al popolo, indicava due possibili vie da seguire: “ La Via della Verità , anzitutto, cioè della speculazione Biblico storico Teologica, che riguarda l'esatta collocazione di Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa: è la via dei dotti (...). Ma vi è anche, oltre a questa, una via accessibile a tutti anche alle anime semplici: è la “Via della Bellezza di Maria” . Infatti, Maria è la creatura “Tota Pulchra”: è lo “Speculum sine macula”; è l'ideale supremo di perfezione che in ogni tempo gli artisti hanno cercato di riprodurre nelle loro opere; è la Donna vestita di Sole ' (Ap 12,1), nella quale i Raggi Purissimi della Bellezza umana si incontrano con quelli sovrani, ma accessibili, della bellezza soprannaturale ”.
La storia dell'Arte è colma di iconografie sublimi dell'Assunzione che rimarranno impresse per sempre. Cerchiamo di analizzarle, fin dalle prime raffigurazioni che risalgono all'VIII-IX secolo . Lo schema delle prime immagini occidentali è pensato in riferimento a quello dell' Ascensione di Cristo : Maria, a figura intera, appare in un tondo o in una mandorla mentre viene trasportata in cielo dagli angeli. Sono molteplici gli esempi che possiamo annoverare, come ad esempio la miniatura della cosiddetta Bibbia di Ripoll, proveniente da Farfa ed ora alla Biblioteca Apostolica Vaticana. Nella splendida copertina in avorio dell'Evangeliario detto di Carlo Magno, conservato nell'abbazia di San Gallo. Questa raffigurazione è opera del monaco Tuotilo.
Ma anche in Oriente possiamo trovare delle tracce importanti di tali raffigurazioni che però hanno dei connotati differenti: è la famosa “Dormitio” o “Koimesis” . In questa iconografia, Maria viene rappresentata sul letto di morte, circondata dagli apostoli. Cristo, è quasi sempre al centro di questa scena e regge la sua animula, rappresentata come una bambina in fasce o una piccola mummia. Alla fine dell'XI secolo o agli inizi del XII, questa tipologia si diffonde, dunque, anche in occidente.
Per avere una prima significativa rappresentazione pittorica del tema dell'Assunzione bisogna attendere Cimabue che ad Assisi, nella Basilica superiore di San Francesco , ci dona un bellissimo riquadro - facente parte del ciclo mariano in quattro scene - dove la Vergine Maria viene sorretta da quattro angeli . Maria è seduta sul trono del Figlio . Altro grande maestro del colore sarà Pietro Cavallini. Possiamo notare che soprattutto in Toscana ed in Umbria si moltiplicano le immagini dell'Assunzione . Ad esempio, a Siena, troviamo una splendida iconografia della “Dormitio” creata da Duccio di Boninsegna nel 1287-1288, nella vetrata del Duomo. Altra città che vedrà diverse raffigurazioni simili, sarà Spoleto, in Umbria.
Nel Rinascimento la scena si concentra sempre più sul particolare della tomba vuota di Maria . Di solito è adorna di fiori, sempre attorniata dagli apostoli. Una tomba vuota e lo sgomento-felicità degli Apostoli: tema che percorre tutto il Rinascimento. Un nome fra tanti? Quello di Luca Signorelli con la sua tavola conservata al Museo Diocesano di Cortona, risalente al 1520. Ma, un altro nome campeggia indisturbato: è quello di Tiziano Vecellio nella chiesa dei Frari a Venezia, inaugurata nel 1518.
Altro cambiamento della scena, sarà la presenza della Santissima Trinità che accoglie in Cielo la Vergine e la incorona Regina . Ritroviamo questa tipologia, ad esempio, in un affresco del Sacro Speco a Subiaco. Siamo nel XIV secolo . Lo schema verrà poi ripreso dal Correggio nell'eccezionale cupola del Duomo di Parma, affrescata fra il 1526 ed il 1530, in cui la scena dell'Assunzione viene presentata in una visione prospettica davvero eccezionale: la cupola gli fornisce la possibilità di porre lo spettatore nella visione della scena dal particolare punto di vista "da sotto in su". La scena così acquista un pathos eccezionale.
Il 1600 ci dona un magnifico Carracci che dipinge per la Cappella Cerasi , presso la basilica di Santa Maria del Popolo a Roma , l'Assunzione della Vergine realizzata tra il 1600 e il 1601 L'Assunzione presenta al centro, in primissimo piano, la Vergine Maria trasportata in cielo da numerosi angeli. Vicino al sepolcro vuoto vi sono San Pietro e San Paolo , che sembrano quasi fuoriuscire dalla scena pittorica. I colori sono smaltati, lucenti, vivi. Vivi come è viva la Vergine Maria.
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