Cebu, 02 February, 2016 / 3:00 PM
Una processione di 2 milioni di persone, 5 mila bambini che hanno ricevuto la Prima Comunione, una omelia dai toni forti in difesa della famiglia, un videomessaggio di Papa Francesco: si è concluso così il Congresso Eucaristico Internazionale che ha avuto luogo a Cebu, nelle Filippine, dal 25 al 31 gennaio. Il testimone passa ora all’Ungheria, che organizzerà il prossimo Congresso Eucaristico Internazionale nel 2020.
Di certo, non ci sono stati titoli di giornale per una delle più straordinarie manifestazioni di fede e amore per l’Eucarestia che si siano mai viste. Il popolo filippino ha risposto con gioia e partecipazione all’evento, come sempre succede quando la Chiesa cattolica si mobilita lì. La partecipazione fu altissima anche quando andò in visita Papa Francesco, e quando Giovanni Paolo II tenne nel piccolo arcipelago la Giornata Mondiale della Gioventù. Ma la straordinaria partecipazione al Congresso Eucaristico Internazionale racconta di un popolo che non partecipa alla vita della Chiesa solo quando c’è l’evento di un Papa presente. Lo fa sempre.
Non a caso, durante il Congresso Eucaristico Internazionale, il Cardinal Timothy Dolan, arcivescovo di New York, ha ringraziato pubblicamente il popolo filippino perché da lì vengono i sacerdoti che si prendono cura di molte delle chiese e parrocchie del mondo occidentale, e perché da lì vengono molti collaboratori domestici che aiutano le famiglie.
Il 51esimo Congresso Eucaristico Internazionale aveva come tema “Cristo in noi, speranza della gloria”. Lo aveva scelto Benedetto XVI, e aveva scelto anche Cebu come isola, ovvero l’isola dove Ferdinando Magellano, l’esploratore spagnolo che per primo tentò la circumnavigazione del globo, vi piantò la prima croce nel 1521, dando così il via all’evangelizzazione delle 7 mila isole che compongono l’arcipelago. Cebu, lì, è considerata “culla della civilizzazione cristiana”.
Quale posto migliore per portare in Asia il Congresso Eucaristico Internazionale? Nato nel 1881 in Francia con lo scopo di far meglio conoscere il mistero eucaristico di Gesù, il Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali passò sotto il controllo della Santa Sede dopo la II Guerra Mondiale, e divenne Pontificio a partire nel 1986.
Cambia la struttura giuridica, resta lo scopo principale. Era dal 1937 che non c’era un Congresso Eucaristico Internazionale nelle Filippine. Ed era dal 1938 che non ce n’era uno in Ungheria. E sarà proprio l’Ungheria ad ospitare il prossimo Congresso nel 2020. Una ironia del destino che però risponde ad una esigenza precisa.
Che è quella di evangelizzare anche l’Europa. E’ la prima volta che l’Ungheria ospita un Congresso Eucaristico Internazionale dopo la Seconda Guerra Mondiale e dopo la dominazione sovietica, e lo farà esattamente 30 anni dopo l’Ungheria ha tenuto le sue prime elezioni democratiche al termine della Guerra Fredda.
Nel 1938, l’evento fu concluso da una grande messa nella famosa piazza degli Eroi di Budapest, e sarà probabilmente così anche nel 2020. È prevista una grande partecipazione, anche se solo un ungherese su tre si proclama cattolico.
D’altronde, il Cardinal Petr Erdo, arcivescovo di Esztergom – Budapest, ha già fatto sapere che il Congresso Eucaristico servirà non solo a introdurre l’importanza dell’Eucarestia al mondo cattolico, ma “a tutto il mondo civilizzato”, e per questo ci sarà “un tempo di preparazione pastorale molto serio”, con tanto di comitato teologico nominato ad hoc per preparare l’evento.
Dall’Ungheria, dunque, ripartirà l’evangelizzazione dell’Europa. E chissà se, memori della straordinaria processione nelle Filippine, gli ungheresi scenderanno in piazza per testimoniare il loro amore per Gesù.
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