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Un servizio di EWTN News

Papa Francesco: "Stiamo attenti alla dittatura del fare"

Anche questa domenica di luglio, nonostante il caldo intenso di Roma, Papa Francesco si affaccia puntuale alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli riuniti in Piazza San Pietro. Il Pontefice ripercorre il Vangelo della liturgia odierna e parla di riposo, tema importante per questi mesi estivi che stiamo vivendo.

Si narra che gli apostoli, ritornati dalla missione, si radunano intorno a Gesù e gli raccontano quello che hanno fatto; allora Lui dice loro: "Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’". "La gente però capisce i loro movimenti e, quando scendono dalla barca, Gesù trova la folla che lo aspetta, ne sente compassione e si mette a insegnare".

"Riposo e compassione". Soffermiamoci un momento su questo binomio, dice il Papa. "Sembrano due cose inconciliabili, ma invece vanno insieme: riposo e compassione", aggiunge Francesco.

"Gesù si preoccupa della stanchezza dei discepoli. Forse sta cogliendo un pericolo che può riguardare anche la nostra vita e il nostro apostolato, quando ad esempio l’entusiasmo nel portare avanti la missione o il lavoro, così come il ruolo e i compiti che ci sono affidati ci rendono vittime dell’attivismo, troppo preoccupati delle cose da fare e dei risultati. E allora succede che ci agitiamo e perdiamo di vista l’essenziale, rischiando di esaurire le nostre energie e di cadere nella stanchezza del corpo e dello spirito. È un monito importante per la nostra vita, per la nostra società spesso prigioniera della fretta, ma anche per la Chiesa e per il servizio pastorale: fratelli e sorelle stiamo attenti alla dittatura del fare! Questo può succedere per necessità anche nelle famiglie quando il papà è costretto ad assentarsi per il lavoro e sacrificare tempo alla famiglia, questa è un'ingiustizia sociale, le famiglie devono avere il tempo da condividere con i figli, pensiamo a cosa possiamo fare", commenta il Pontefice prima della preghiera mariana.

Per il Papa "riposo e compassione sono legate: solo se impariamo a riposare possiamo avere compassione".

"Perciò, cari fratelli e sorelle, possiamo chiederci: io mi so fermare durante le mie giornate? So prendermi un momento per stare con me stesso e con il Signore, oppure sono sempre preso dalla fretta per le cose da fare? Sappiamo trovare un po’ di “deserto” interiore in mezzo ai rumori e alle attività di ogni giorno? Questo ci renderà persone attente e capaci di compassione", conclude Papa Francesco prima della preghiera dell'Angelus.

Poi il Pontefice passa ai consueti saluti. "Questa settimana inizieranno i giochi olimpici di Parigi e quelli paralimpici, lo sport ha la forza sociale capace di unire pacificamente persone di culture diverse, un evento che possa essere segno del mondo inclusivo che vogliamo costruire, a modello per i giovani in particolare, le olimpiadi siano occasione per stabilire una tregua per le guerre", dice il Papa nel suo appello sempre rivolto alla pace.
"Non dimentichiamo i paesi che sono in guerra, non dimentichiamo, non dimentichiamo che la guerra è una sconfitta", conclude il Papa.

 

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