Città del Vaticano , 31 January, 2016 / 12:20 AM
Il Vangelo di oggi “mette in luce una tentazione alla quale l’uomo religioso è sempre esposto, e dalla quale occorre prendere decisamente le distanze: la tentazione di considerare la religione come un investimento umano e, di conseguenza, mettersi a contrattare con Dio cercando il proprio interesse”. Lo ha detto questa mattina il Papa nel corso della preghiera mariana dell’Angelus.
Bisogna invece – ha spiegato Francesco – “accogliere la rivelazione di un Dio che è Padre e che ha cura di ogni sua creatura, anche di quella più piccola e insignificante agli occhi degli uomini. Proprio in questo consiste il ministero profetico di Gesù: nell’annunciare che nessuna condizione umana può costituire motivo di esclusione dal cuore del Padre, e che l’unico privilegio agli occhi di Dio è quello di non avere privilegi, di non avere padrini, di essere abbandonati nelle sue mani”.
“L’attualità e la necessità della salvezza portata da Gesù all’umanità” – ha proseguito il Pontefice – vale anche oggi. “Dio viene incontro agli uomini e alle donne di tutti i tempi e luoghi nella situazione concreta in cui essi si trovano. Viene incontro anche a noi. E’ sempre Lui che fa il primo passo: viene a visitarci con la sua misericordia, a sollevarci dalla polvere dei nostri peccati; viene a tenderci la mano per farci risalire dal baratro in cui ci ha fatto cadere il nostro orgoglio, e ci invita ad accogliere la consolante verità del Vangelo e a camminare sulle vie del bene”.
Al termine della recita dell’Angelus il Papa ha ricordato la celebrazione della Giornata mondiale dei malati di lebbra: una “malattia” che “pur essendo in regresso, purtroppo colpisce ancora soprattutto le persone più povere ed emarginate. È importante mantenere viva la solidarietà con questi fratelli e sorelle, rimasti invalidi a seguito di questo morbo. Ad essi assicuriamo la nostra preghiera e assicuriamo il nostro sostegno a quanti li assistono”.
Prima di concludere Francesco ha salutato i ragazzi e le ragazze dell’Azione Cattolica della Diocesi di Roma al termine della vostra Carovana della Pace: “quest’anno la vostra testimonianza di pace, animata dalla fede in Gesù, sarà ancora più gioiosa e consapevole, perché arricchita dal gesto, che avete appena compiuto, del varcare la Porta Santa. Vi incoraggio ad essere strumenti di pace e di misericordia tra i vostri coetanei”. Il microfono è poi passato a due ragazzi che hanno letto il loro messaggio a conclusione del quale sono stati lanciati in aria alcuni palloncini colorati.
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