venerdì, novembre 22, 2024 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Papa Francesco in Campidoglio: "Roma riscopra il suo carattere universale"

Nel ritornare a farvi visita, provo sentimenti di gratitudine e di letizia. Vengo a incontrare l’intera città, che pressoché dalla sua nascita ha avuto una chiara e costante vocazione di universalità. Per i fedeli cristiani questo ruolo non è stato frutto del caso, ma è corrisposto a un disegno provvidenziale”. Con queste parole Papa Francesco ha aperto il suo discorso per la visita in Campidoglio, la seconda dall’inizio del suo pontificato.

L’arrivo del Cristianesimo a Roma – ha ricordato il Pontefice - ha “permeato e trasformato la vita delle persone e delle stesse istituzioni. Alle persone avrebbe offerto una speranza ben più radicale e inaudita; alle istituzioni la possibilità di evolvere a uno stadio più elevato, abbandonando a poco a poco un istituto come quello della schiavitù, che anche a tante menti colte e a cuori sensibili era parso come un dato naturale e scontato, per nulla suscettibile di essere abolito. Questo della schiavitù è un esempio molto significativo del fatto che anche raffinate civiltà possono presentare elementi culturali così radicati nella mentalità delle persone e dell’intera società da non essere più avvertiti come contrari alla dignità dell’essere umano”.

Ciò – ha puntualizzato il Papa – “si verifica anche ai nostri giorni, quando, quasi inconsapevolmente, si rischia a volte di essere selettivi e parziali nella difesa della dignità umana, emarginando o scartando alcune categorie di persone, che finiscono per ritrovarsi senza adeguata protezione”.

Dopo aver ricordato le varie tappe della storia di Roma, dai Cesari ai Papi “alcune volte con comportamenti non felici”, da Porta Pia alla conciliazione, Francesco ha sottolineato come la Città si sia “sempre confermata, anche in queste fasi storiche più recenti, nella sua vocazione universale. Ora Roma si appresta a ospitare il Giubileo del 2025. Tale evento è di carattere religioso, un pellegrinaggio orante e penitente per ottenere dalla misericordia divina una più completa riconciliazione con il Signore”.

 

Il Giubileo – ha aggiunto - “non può non coinvolgere anche la città sotto il profilo delle attenzioni e delle opere necessarie ad accogliere i tanti pellegrini che la visiteranno, aggiungendosi ai turisti. Roma è unica. Perciò anche il prossimo Giubileo potrà avere una ricaduta positiva sul volto stesso della città, migliorandone il decoro e rendendo più efficienti i servizi pubblici, non solamente nel centro ma favorendo l’avvicinamento tra centro e periferie. E a me piace visitare le parrocchie di periferia, è la presenza del Vescovo lì”.

Dopo aver ringraziato per la collaborazione il Comune e il Governo italiano – “tante volte – ha detto a braccio - la meschinità porta a pensare che siano i soldi. No, sono rapporti umani” - il Papa ha parlato dello “spirito universale” di Roma. “Questo spirito vuole essere al servizio della carità, al servizio dell’accoglienza e dell’ospitalità. Pellegrini, turisti, migranti, quanti si trovano in gravi difficoltà, i più poveri, le persone sole, quelle malate, i carcerati, gli esclusi siano i più veritieri testimoni di questo spirito, per questo ho deciso di aprire una porta santa in un carcere. Possano testimoniare che l’autorità è pienamente tale quando si pone al servizio di tutti, quando usa il suo legittimo potere per venire incontro alle esigenze della cittadinanza e, in modo particolare, dei più deboli, degli ultimi. Continui Roma a manifestare il suo volto accogliente, ospitale, generoso, nobile. L’enorme afflusso di pellegrini, turisti e migranti, con tutto ciò che significa in termini di organizzazione, potrebbe essere visto come un aggravio, un peso che frena e intralcia lo scorrere normale delle cose”.

Tutto questo – ha concluso Papa Francesco invocando Maria Salus Populi Romani - è Roma, la sua specificità, unica al mondo, il suo onore, la sua grande attrattiva e la sua responsabilità verso l’Italia, verso la Chiesa, verso la famiglia umana. Ogni suo problema è il rovescio della sua grandezza e, da fattore di crisi, può diventare opportunità di sviluppo. L’immenso tesoro di cultura e di storia è l’onore e l’onere della sua cittadinanza e dei suoi governanti, e attende di essere adeguatamente valorizzato e rispettato. Rinasca in ciascuno la consapevolezza del valore di Roma, del simbolo che essa rappresenta in tutti i continenti; e si confermi, anzi cresca la reciproca fattiva collaborazione tra tutti i poteri che vi risiedono, per un’azione corale e costante, che la renda ancora più degna del ruolo che la Provvidenza, le ha riservato”.

Grazie per questa accoglienza fraterna, calorosa, arrivederci al Giubileo. Ci vediamo tutti lì”, il saluto del Papa, a braccio, lasciando l’Aula Giulio Cesare per fare rientro in Vaticano.

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