Roma , 05 June, 2024 / 6:00 PM
"E' precisamente perchè sono passato attraverso il cubismo e il surrealismo, che il mio Cristo non rassomigia agli altri, senza smettere di essere classico. Credo che sia al tempo stesso il meno espressionista di tutti quelli che si sono dipinti nell'arte contemporanea e il più innovativo. E' un Cristo bello come il Dio che Egli è".
Così Salvador Dalì descrive uno dei suoi più grandi capolavori, "Il Cristo" del 1951, dal 13 maggio al 23 giugno in mostra presso la chiesa di San Marcello al Corso, a Roma. Tutti possono entrare gratuitamente presso la Chiesa su Via del Corso che accoglie anche il "Crocifisso Miracoloso" che salvò Roma dalla peste nel 1500.
Quella del Cristo di Dalì si tratta della terza esposizione della Rassegna artistica "I Cieli Aperti", inserita nel percorso culturale verso l’Anno Santo, che sarà visitabile gratuitamente fino al 23 giugno 2024.
"Il celebre dipinto di Salvador Dalì, il «Cristo di San Giovanni della Croce» (1951), conservato nel Kelvingrove Art Gallery and Museum di Glasgow, viene straordinariamente esposto per la prima volta accanto a un oggetto ad esso strettamente legato, da cui Dalì prese ispirazione per il suo capolavoro. Si tratta del “disegno-reliquia del Cristo Crocifisso” (1542-1591) realizzato dallo stesso San Giovanni della Croce, che secondo la tradizione avrebbe disegnato lo schizzo dopo una rivelazione mistica. L’opera è conservata nel reliquiario del santo al Monasterio de la Encarnación di Ávila", si legge sul sito ufficiale www.iubilaeum2025.va che contiene anche tutte le altre iniziative che anticipano il Giubileo 2025.
"Le due opere in mostra nella chiesa non sono mai state esposte, nella storia, l’una accanto all’altra, e per la prima volta si possono ammirare insieme", ci tiene a precisare la nota.
Sui pannelli accanto all'opera viene spiegata la straordinaria importanza e particolarità dell'opera. Nel dipinto di Dalì ritroviamo il paesaggio di Port LLgal con le rocce suggestive di Cap de Creus e con la tonalità delle acque e del cielo di un blu così intenso da contrastare con il buio sovrastante. Sono evocate le tenebre che avvolsero Gerusalemme alla morte di Cristo. Un'isola in lontananza disegna nelle sue frastagliate creste il profilo di Dlì, che contempla Cristo.
Sempre sul sito ufficiale del Giubileo viene giustificata la scelta di collocare proprio lì questo bellissimo dipinto. "La scelta della chiesa di San Marcello al Corso come sede dell'esposizione, poi, non è casuale, ma legata alla storia e al significato del Crocifisso custodito in essa. Questo legame tra l'opera di Dalì e il Crocifisso storico offre un'opportunità unica di riflessione e preghiera".
Dunque nel cuore della Capitale un'occasione davvero unica di arte, preghiera e speranza.
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