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Un servizio di EWTN News

Il giugno Antoniano all'insegna dei deboli e della pace

Gigli contro la guerra, contro la violenza. Che purtroppo non ha tempo e non ha un segno distintivo: come un’ombra nera è entrata nella storia fin dalle origini di ogni consesso civile e segue l’uomo, anzi lo insegue e si insinua in ogni suo gesto, in ogni suo progetto. Dal Medioevo ci appaiono due figure contrapposte, quello del famigerato tiranno Ezzelino da Romano, una vera e propria incarnazione del male, e quella di frate Antonio, affaticato dalla malattia ma tenace nello spirito, che non si lascia intimorire e lo affronta. Figure che rimandano al significato profondo della forza della parola e del desiderio della pace da opporre  al furore della violenza e della guerra. Queste figure sono state scelte come immagine-manifesto della nuova edizione del Giugno Antoniano. 

Tratta da un affresco di Pietro Annigoni custodito nella Cappella delle Benedizioni al Santo, sulla parete di destra: S. Antonio affronta il tiranno Ezzelino da Romano (1982). Si tratta della ricostruzione  dell’incontro con Ezzelino da Romano, che si racconta essere accaduto poche settimane prima della morte del Santo, secondo l’agiografia nel palazzo del tiranno a Verona nel maggio del 1231. Anche se indebolito nel fisico e stremato nelle forze, Antonio trova la forza per perorare la liberazione del conte Rizzieri di Sanbonifacio e di altri nobili padovani catturati in battaglia durante un agguato. Un gesto che si può giudicare temerario. Le sue parole però, contrariamente a quanto succedeva di solito, non hanno effetto, non sembrano scalfire la dura corazza del despota, ma se si può giudicare  Antonio in quell’occasione un perdente, moralmente è stato un vincitore. Annigoni traduce bene questa apparente contraddizione: il volto di Antonio comunica il sentimento di pietà per quell’uomo crudele,  prigioniero della sua malvagità; quello di Ezzelino l’incredulità per la temerarietà di quel frate, dietro al quale si intravedono i padovani tradotti in catene. In alto un simbolo antoniano, Gesù bambino con i gigli, la Parola incarnata.

Sant’Antonio è uno dei santi più amati e venerati al mondo e la festa di giugno, con l’intera città di Padova che diventa, idealmente, il centro del mondo di questa devozione, con tante occasioni per incontrarsi, discutere, meditare, ascoltare e fare esperienze gratificanti, anche dal punto di vista estetico e artistico. La via pulchritudinis  è stata anche una via antoniana…

 Il filo rosso che lega idealmente i molti eventi della rassegna illustrando, purtroppo, quel che succede nei nostri tempi: il tema è appunto “Antonio difensore dei più deboli”, siano essi vittime del terrorismo o di guerre donne maltrattate, violate o uccise, persone disabili a cui dare opportunità e dignità, persone alla ricerca di giustizia e capaci di perdono, o che si “rialzano” dopo una caduta esistenziale.

Il ricco programma dei festeggiamenti antoniani propone ben  25 eventi culturali e una ventina spirituali (tra questi Tredicina, ovviamente il Transito del Santo del 12 giugno e solennità del 13 giugno)  dal 24 maggio al 27 giugno principalmente a Padova, ma anche con appuntamenti in provincia, a San Giorgio delle Pertiche e a Camposampiero, in cui sorgono  i santuari sorti a memoria dei luoghi in cui il santo ha dimorato prima di morire.

Giustizia e perdono saranno protagonisti degli appuntamenti organizzati dall’Ordine francescano secolare rispettivamente del Veneto e di Padova: a San Giorgio delle Pertiche è stato organizzato l’incontro  “Cambiare è possibile. Sulla strada del perdono” con Gemma Calabresi Milite, vedova del commissario Luigi Calabresi.

Il “Pellegrinaggio Antoniano della Pace dei frati della Provincia Italiana S. Antonio di Padova” di domani,  sabato 1 giugno da Camposampiero a Padova, vedrà la testimonianza di Paolo Impagliazzo, segretario generale Comunità di Sant’Egidio, ai Santuari Antoniani di Camposampiero, la Preghiera e memoria del Transito di S. Antonio al Santuario di S. Antonio d’Arcella a Padova  e la Santa messa in Basilica di S. Antonio.

Spazio aperto anche ai libri, agli autori, all’arte naturalmente. Sabato 8 giugno le Edizioni Messaggero Padova propongono il dialogo “Parole di pace” tra le autrici Mariapia Veladiano (Parole per giorni di pace) e Cristina Bellemo (La cura delle parole). Modera Sabina Fadel, caporedattrice del «Messaggero di sant’Antonio» Altro appuntamento quello  con don Luigi Maria Epicoco, che parlerà di  “Chiara: la rivoluzione di una donna”: lunedì 10 giugno alle ore 20.45 il presbitero della diocesi dell’Aquila, docente di filosofia ed esperto di formazione, racconterà  la portata rivoluzionaria del messaggio di santa Chiara, la sua scelta radicale di povertà e carità, il suo incontro con Francesco d'Assisi, la sua decisione di fondare  l'ordine delle clarisse. L’evento è promosso, anche in questo caso, dalle Edizioni Messaggero Padova.

Grande interesse a partecipazione ha suscitato la  conferenza di Giuliano Pisani sulla teologia di Giotto attraverso gli affreschi della Cappella degli Scrovegni, organizzata dall’Associazione Corsia del Santo – Placido Cortese e dalla Diocesi di Padova. La pratica liturgica dal Medioevo ai nostri giorni sarà il tema di un altrettanto atteso incontro venerdì 14 giugno  un seminario in inglese con tavola rotonda finale. Strapazzata, poco conosciuta, considerata inattuale, invece la liturgia riveste un ruolo di straordinaria efficacia nel dare forma e rilievo alla fede, alle celebrazioni e alla preghiera, è il frutto di una lunga tradizione ed è anch’essa una concreta e splendete via che conduce alla bellezza.

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