Città del Vaticano , 21 May, 2024 / 10:00 AM
Circa un’ora e mezza. Tanto è durato ieri il colloquio a porte chiuse tra Papa Francesco e i Vescovi della Conferenza Episcopale Italiana riuniti in Vaticano per la 79/ma Assemblea Generale. Secondo Vatican News nel dibattito si è discusso di diversi temi, tra i quali migrazioni, calo delle vocazioni, accorpamento delle diocesi in persona episcopi, sinodalità e preghiera.
Ieri sera poi il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della CEI, ha presieduto in San Pietro la preghiera per la pace e la recita del Rosario. “La Chiesa è una madre che ama e per questo non può arrendersi alla logica terribile del male. La Chiesa è una madre che porta nel suo cuore quella sofferenza terribile, indicibile, delle vittime, delle tante madri che non vogliono essere consolate perché i loro figli non ci sono più. Nessuno esiste senza gli altri e se gli altri non esistono più, anche noi smettiamo di esistere”, le parole dell’Arcivescovo di Bologna.
Trasmesso anche un videomessaggio del Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, registrato da Gaza.
La “piccola comunità” di Gaza la “ho trovata molto colpita, anche concretamente, con diversi morti, ma molto unita e molto forte. Ho trovato – ha detto il porporato - tanto dolore e tanta sofferenza, ma non rabbia né rancore. Questo mi ha colpito e dice molto di questa comunità che vive qui proprio fuori da queste mura: in certi momenti non si possono risolvere i problemi, ma bisogna esserci. Stare lì e dire che ci siamo. Stiamo facendo tutto il possibile per cercare di aiutare tutti, per venire fuori da questa situazione, perché questo circolo vizioso di violenza si possa interrompere quanto prima. Pregate per noi e noi continueremo, per quanto possibile, nonostante tutto, in questa circostanza a pregare e ringraziarvi”.
Stamane, nell’Aula del Sinodo, la prolusione del Cardinale Zuppi. Il porporato ha offerto una fotografia della realtà italiana. “In Italia, il 9,8% della popolazione, circa un italiano su dieci, vive in condizioni di povertà assoluta. A loro si aggiungono le storie di chi vive in una condizione di rischio di povertà e/o esclusione sociale: si tratta complessivamente di oltre 13 milioni di persone, pari al 22,8% della popolazione. Lo stato di salute del Paese desta dunque particolare preoccupazione. È necessario promuovere azioni solidali e definire, con urgenza, soluzioni inclusive e realmente incisive, in grado di rafforzare il senso di comunità e di reciproca cura, affinché nessuno sia tagliato fuori o venga lasciato indietro. Abbiamo poi bisogno di una legalità certa ed efficace che combatta gli abusi, garantendo diritti e doveri e che permetta, tra l’altro, anche di rispondere ad una domanda di mano d’opera che diventa in alcuni casi una vera emergenza. Non vogliamo vivere una cultura del declino. Pensiamo anche all’inverno demografico che chiede interventi lungimiranti. Non bisogna chiudersi alla vita”.
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