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Un servizio di EWTN News

Papa Francesco e il presidente di Ecuador, tra Congresso Eucaristico Internazionale e temi caldi

Papa Francesco e il presidente di Ecuador Daniel Noboa, Palazzo Apostolico Vaticano, 13 maggio 2024

Non solo l’invito al Congresso Eucaristico Internazionale che si terrà a Quito questa estate. La visita del presidente ecuadoriano Daniel Noboa in Vaticano, la prima, tocca anche temi caldi, dalla questione dei migranti a quella della povertà, e c’era anche chi speculava che la Santa Sede potesse fare da mediatore nella crisi tra Messico ed Ecuador dopo che la polizia ecuadoriana aveva fatto irruzione nell’ambasciata del Messico a Quito per arrestare l’ex vicepresidente Jorge Glas il 5 aprile. Il comunicato del bilaterale in Segreteria di Stato non affronta, ovviamente, la situazione in modo diretto. 

Molti, dunque, gli argomenti bilaterali di cui parlare tra Santa Sede ed Ecuador. Noboa è sbarcato in vaticano quasi alla fine di un tour di 11 giorni in Europa. Il viaggio del Papa in Ecuador, che fu annunciato dal ministro degli Esteri Mejia nel 2021, ora non sembra fattibile. C’è, però, tutto il resto di cui parlare.

L’incontro tra il Papa e il presidente Noba è durato circa 30 minuti. Al termine, Papa Francesco ha donato un’opera in bronzo raffigurante una colomba che porta un ramoscello d’olivo, con la scritta “Siate messaggeri di pace, e poi come di consueto i volumi dei documenti papali, il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2024, il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020 e il volume sull’Appartamento Pontificio delle Udienze.

Il presidente, da parte sua, ha donato una riproduzione della Virgen del Cisne, opera di artigiani dell’Ecuador. La Virgen che fece la sua prima apparizione, nel 1594, a El Cisne una località dell’Ecuador, e dunque quest’anno ricorre il 430esimo anniversario dall’apparizione. Da allora, molti fedeli assicurano che la Vergine Maria, attraverso la sua effige, ha compiuto molti miracoli ed è diventata la festa a cui gli ecuadoregni sono più vincolati.

Il presidente ha poi avuto un bilaterale in Segreteria di Stato vaticana, con il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, e l'arcivescovo Paul Richard Gallagher, ministro vaticano per i rapporti con gli Stati.

"Durante i cordiali colloqui in Segreteria di Stato - si legge in un comunicato della Sala Stmapa della Santa Sede - è stato espresso compiacimento per le buone relazioni tra l’Ecuador e la Santa Sede, sottolineando la positiva collaborazione tra la Chiesa e lo Stato".

Quindi, nel prosieguo della conversazione, ci si è soffermati sulla situazione socio-economica con particolare riferimento all’occupazione dei giovani, nonché alla questione della sicurezza pubblica e dei migranti.

Con il presidente Naboa viaggiavano Gabriela Sommersfeld, Ministro per le Relazioni Estere e la Mobilità Umana; Cynthia Gellibert, sottosegretaria generale dell’ufficio presidenziale; Gicela Andrade, sottosegretaria per il Protocollo e il Cerimoniale; e Juan Bleggi, direttore della logistica del territorio.

Nel 2021 Manuel Mejia, ministro degli Affari Esteri dell’Ecuador, ha annunciato che Papa Francesco tornerà nel Paese nel 2024 per il Congresso Eucaristico Internazionale. Papa Francesco è già stato in Ecuador nel 2015.

Per quanto riguarda la situazione con il Messico, che ha portato alla rottura delle relazioni diplomatiche tra Quiot e Città del Messico, la Santa Sede ha espresso la sua posizione in una riunione all’Organizzazione degli Stati Americani del 9 aprile. In quell’occasione, monsignor Cruz Serrano, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione, sottolineò che la Santa Sede “sostiene e pratica l’asilo diplomatico” per ragioni umanitari, ed è successo in Guatemala nel 1949, di Panama nel 1989, e del Venezuela tra il 2008 e il 2009. Inoltre, monsignor Cruz Serrano ricora che il Cardinale Jószef Mindszenty è rimasto in asilo diplomatico nell’ambasciata degli Stati Uniti di Budapest per più di 15 anni.

Per questo, la Santa Sede si diceva “preoccupata per l’azione delle autorità ecuadoriane” in violazione della inviolabilità dell’ambasciata del Messico a Quito e contravvenendo all’articolo 22 della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche.

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