Bruxelles , 23 April, 2024 / 9:00 AM
Eutanasia per chi è stanco di vivere? Sì, grazie, ha detto Luc Van Gorp, presidente della Mutualità Cristiana (Christelijke Mutualiteit), la più grande cassa di assicurazione sanitaria del Belgio, di ispirazione cristiana. No, grazie, hanno detto i vescovi del Belgio, che hanno redatto una dura nota contro la proposta. La società civile si mobilita, intanto, e la Marcia per la Vita sarà dedicata proprio al tema.
Il Belgio ha una delle legislazioni più liberali sull’eutanasia, in vigore dal 2002. Luc Van Gorp ha basato la sua proposta di fornire eutanasia per chi è stanco di vivere su basi puramente economiche, andando a lamentare il peso che ha molta popolazione considerata inutile sulle casse dello Stato. Ma la sua proposta è l’ultima frontiera in un Belgio in cui persino un arcivescovo, Johan Bonny di Anversa, ha affermato che l’eutanasia non è necessariamente un male in quanto tale, e in cui i Fratelli della Carità si sono trovati a dover combattere (senza successo) per impedire che anche nei loro ospedali entrassero dei protocolli per applicare l’eutanasia in certe condizioni.
I vescovi del Belgio, però, non sono rimasti stavolta a guardare, e hanno risposto alle parole di Van Gorp con un comunicato diffuso lo scorso 11 aprile. Le parole del presidente della Mutualità Cristiana sono state ricevute “con stupore e delusione”, perché la proposta di rendere possibile l’eutanasia per le persone stanche di vivere “va contro ciò che è al centro stesso della società umana e della storia della civiltà umana, vale a dire il rispetto fondamentale per la vita umana e, prima di tutto, quella dei più vulnerabili”.
“Ancora più discutibile” è per i vescovi belgi il fatto che la proposta venga da una organizzazione sanitaria cristiana, perché “la dignità costituisce il pilastro essenziale di ogni società umana degna di questo nome”.
Luc Van Gorp, parlando con due giornali fiamminghi, aveva affermato che chi è stanco di vivere possa avere la possibilità di realizzare il proprio desiderio, perché “molti anziani sono stanchi per la vita, e, per quanto riguarda i budget, costano solo soldi al governo”.
E sì, rispondono i vescovi, ci sono “sfide considerevoli”, di fronte a “mezzi finanziari non illimitati”, eppure “in una società veramente umana, queste scelte non possono essere fatte a scapito di chi ha bisogno di cure, tanto meno includendo l’opzione dell’eutanasia proposta come soluzione”.
Le parole di Van Gorp avevano subito suscitato il consueto battage mediatico in favore dell’eutanasia, con messaggi chiari in favore dell’eutanasia dolce proposta dal presidente delle Mutualità Cristiane.
Il 21 aprile, CLARA Life, associazione belga per la difesa umana, ha annunciato che l’obiettivo della Marcia per la Vita di quest’anno sarà quello di “sensibilizzare l'opinione pubblica sulla promozione di una cultura della vita in Belgio”, a fronte della “recenti allarmanti proposte legislative che mirano ad estendere l'accesso all'aborto fino a 18 settimane, ad autorizzare l'eutanasia per le persone affette da demenza e a considerare l'eutanasia come un'opzione per risparmiare sulla previdenza sociale”.
Di fronte al crescente ricorso all'eutanasia (3.423 nel 2023), CLARA Life deplora che la stragrande maggioranza delle persone che richiedono l'eutanasia "affermino di non voler morire, ma semplicemente di non dover soffrire".
“Purtroppo – aggiunge l’associazione - è chiaro che il crescente ricorso all’eutanasia ne fa un’alternativa alle cure palliative, che rischiano di essere progressivamente emarginate ” .
Le proposte che prevedono l'estensione dell'eutanasia alle persone affette da demenza e la promozione dell'eutanasia come modo per risparmiare sulla previdenza sociale allarmano l'associazione belga, perché “dimostrano una china allarmante, deviando la medicina dalla sua vocazione curativa, per trasformare un intervento eccezionale in una soluzione banalizzata, se non addirittura economica”
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