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Letture, Papa Francesco e i suoi ricordi di San Pio X

Un omaggio al grande Papa che pianse dinanzi agli eccidi della guerra, un Papa che “desiderava stare con i piccoli, i poveri, i bisognosi, i terremotati, gli svantaggiati e con quanti soffrivano per calamità naturali o per gli stenti della vita”. Un Papa che “fu un monumento alla pastorale, come lo definì san Giovanni XXIII quando concesse a Venezia di poter venerare a san Marco le sue spoglie mortali nella primavera del 1959”. Così lo descrive il suo successore, dopo oltre un secolo e attuale Pontefice, Francesco. Che ha scritto un’intensa prefazione al libro «Omaggio a Pio X . Ritratti coevi» (Edizioni Kappadue, 2023, pagine 574) del sacerdote trevigiano Lucio Bonora, officiale della Segreteria di Stato.

Papa francesco, in questa prefazione, sottolinea più volte quanto ha sempre amato e tenuto nella più alta stima  la figura di Pio X, sotto molti punti di vista: come uomo “mite e forte”,  “umile e chiaro”, un grande sostenitore e animatore della catechesi, decisiva nel formare veri cristiani e veri uomini, impegnato nel grande compito di far capire “a tutta la Chiesa che senza eucaristia e senza assimilazione delle verità rivelate, la fede personale si affievolisce e muore”.

Rivolgendosi sempre a don Bonora, Francesco attinge anche ai propri ricordi personali: “Tu sai che io amo molto Pio X e l’ho sempre amato. Quand’ero a Buenos Aires, nel giorno della sua festa, il 21 agosto, solevo radunare i catechisti dell’arcidiocesi. Vado col pensiero e coi ricordi a quell’appuntamento, perché era un incontro che desideravo e che cercavo. Io godevo di passarlo con quanti si prodigano per istruire fanciulli e adulti nelle verità della fede e Pio X è sempre stato conosciuto come il Papa della catechesi”. E c’è anche un altro, importante motivo legato alla propria vocazione personale:  “Perché, come Gesuita, dobbiamo a Pio X l’aver favorito la nascita dell’Istituto Biblico qui a Roma con benefici teologici e spirituali che presto si diffusero in tutta la Chiesa. Pio X fu anche un Papa che pianse di fronte alla guerra mondiale, di cui fu ritenuto la prima vittima, scongiurando i potenti di deporre le armi. Come lo sento vicino in questo momento tragico del mondo odierno...”

Il libro in questione si occupa di Pio X da un punto di vista particolare, ossia attraverso la presentazione di  80 medaglioni dia quali emergono  i ritratti pittorici o scultorei coevi alla persona del Pontefice, per mano di artisti più o meno noti, sulla scia delle tante rappresentazioni che nel mondo la stima, la devozione e l’ammirazione per il Papa hanno fatto sorgere, popolando piazze,  strade, chiese, cappelle, palazzi vari. Quadri ed immagini di Pio X, moltiplicando ovunque le sue rappresentazioni dopo la sua ascesa agli altari.

Giuseppe Melchiorre Sarto, nato a Riese, in provincia di Treviso il 2 giugno 1835 e morto a Roma il 20 agosto 1914, proprio all’inizio della prima guerra mondiale – tanto che qualcuno ha definito il Papa la prima vera vittima della guerra - che siede sulla cattedra di Pietro dall’agosto 1903, in un periodo storico davvero complicato. Nel 1951 viene beatificato da papa Pio XII e da questo stesso Pontefice proclamato santo nel 1954.  

Le statue e i medaglioni, si diceva. Nel libro si ripercorre la vita di Giuseppe Sarto dai tempi in cui diventa arciprete – ed ecco l’opera di Giuseppe Nordio – a quanto viene nominato vescovo di Mantova, con le rappresentazioni ancora di Nordio e di Vittorio Pittaco. Il tempo felice del patriarcato a Venezia, e qui sfilano i nomi di artisti quali Noé Bordignon e Lugi Gasperini, fino ai tempi di Giuseppe Sarto sommo Pontefice, con la lista sempre più lunga e internazionale di artisti.

Venezia, però, rimane particolarmente nel cuore del Papa santo. “O vivo o morto tornerò a Venezia”: queste le  parole, pronunciate nel luglio 1903 dal Patriarca alla sua partenza da Venezia per il conclave che lo avrebbe eletto Papa con il nome di Pio X. E l’anno scorso hanno avuto un sapore quasi profetico, quando è stato concesso un nuovo pellegrinaggio, dopo quello avvenuto nel 1959 e tuttora ben presente nella memoria dei veneziani, alle spoglie di san Pio X – Patriarca di Venezia dal 1893 al 1903 –  accolte e presenti nel territorio del Patriarcato dal 18 al 22 ottobre 2023 in occasione dei 120 anni dall’elezione di Giuseppe Sarto al soglio pontificio.

A Venezia, non a caso, per tornare al discorso artistico, si trovano alcune delle opere più rappresentative e celebrate, dedicate a Pio X. A San Rocco, nella celebre pala di altare eseguita nel 1951-1952 da Felice Carena (1879-1966), oppure le palette discrete di Marco Novati (1895-1975) a Santa Maria Formosa e ai Gesuati, o la maestosa statua di bronzo dorato nella basilica di San Marco di Napoleone Martinuzzi (1892-1977). Ancora il Santo in trono di Antonio Baggio (1895-1975) nella chiesa di San Salvador e uscendo dai confini “stretti” della Serenissima, ma sempre nelle terre del patriarcato, nel duomo a Treviso la statua in bronzo dorato di Toni Benetton (1910-1996), opera monumentale, moderna e insieme arcaica, senza tempo.

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