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Un servizio di EWTN News

Venerdì Santo. Cantalamessa: "L'Onnipotenza di Dio è la totale impotenza del Calvario"

Anche quest'anno, nel pomeriggio del Venerdì Santo, nella Basilica Vaticana, è il Papa a presiedere nella Basilica Vaticana la celebrazione della Passione del Signore, ma è il predicatore della Casa Pontificia, il Cardinale Raniero Cantalamessa, ad offrire una intensa riflessione.

Quello di oggi è l’unico giorno in cui la Chiesa non celebra la liturgia eucaristica perchè è il giorno della morte di Gesù. Si adora la croce. La Chiesa pronuncia quella che viene detta la "Preghiera universale" invocando la grazia di Dio sulla Chiesa tutta.

Al termine della del racconto della Passione secondo Giovanni il Predicatore della Casa Pontificia tiene l'omelia sul tema “Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che Io Sono”, la parola "che Gesù pronunciò al termine di una accesa disputa con i suoi contraddittori". "Dice semplicemente “Io Sono”, senza specificazione. Ciò dà alla sua dichiarazione una portata assoluta, metafisica", dice il porporato.

"Siamo dinanzi a un totale rovesciamento dell’idea umana di Dio e, in parte, anche di quella dell’Antico Testamento. Gesú non è venuto a ritoccare e perfezionare l’idea che gli uomini si sono fatti di Dio, ma, in certo senso, a rovesciarla e rivelare il vero volto di Dio. L’idea di Dio che Gesù è venuto a cambiare, purtroppo, ce la portiamo tutti dentro, nel nostro inconscio. Si può parlare di un Dio unico, puro spirito, ente supremo, e via dicendo. Ma come riuscire a vederlo nell’annientamento della sua morte in croce?", chiede il Cardinale Cantalamessa nell'omelia.

Per il Predicatore "la vera onnipotenza di Dio è la totale impotenza del Calvario". "Ci vuole poca potenza per mettersi in mostra; ce ne vuole molta, invece, per mettersi da parte, per cancellarsi. Che lezione per noi che, più o meno consciamente, vogliamo sempre metterci in mostra! Che lezione soprattutto per i potenti della terra!", continua Cantalamessa.

Anche il "trionfo della risurrezione", avviene "nel mistero, senza testimoni". "La sua morte –abbiamo sentito dal racconto della Passione - era stata vista da una grande folla e aveva coinvolto le massime autorità religiose e politiche. Da risorto, Gesù appare soltanto a pochi discepoli, fuori dai riflettori. Con ciò ha voluto dirci che dopo aver sofferto, non bisogna aspettarsi un trionfo esteriore, visibile, come una gloria terrena. Il trionfo è dato nell' invisibile ed è di ordine infinitamente superiore perché è eterno! I martiri di ieri e di oggi ne sono la prova", spiega ancora il Predicatore.

"Vieni tu che sei anziano, malato e solo, tu che il mondo lascia morire nella miseria, nella fame, o sotto le bombe; tu che per la tua fede in me, o la tua lotta per la libertà, languisci in una cella di prigione; vieni tu, donna, vittima della violenza. Insomma tutti, nessuno escluso: Venite a me e io vi darò ristoro!", conclude Cantalamessa ripetendo le parole di Gesù.

La Liturgia della Passione prosegue con la Preghiera universale e l’adorazione della Santa Croce e si conclude con la Santa Comunione. I presenti in Basilica secondo la Sala Stampa della Santa Sede sono 4500.

 

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