Kiev, 12 March, 2024 / 10:00 AM
A Kyiv c’è una casa intitolata a Padre Pio. È gestita dai frati cappuccini, che hanno fatto proprio un programma specifico di terapia psicologica per le madri dei soldati morti in guerra sviluppato da un gruppo di psicoterapeuti ucraini a partire dal 2014, l’anno dell’annessione della Crimea da parte della Russia. E questo programma viene portato avanti nella casa, in un percorso residenziale per venti mamme che hanno perso il figlio in battaglia.
A due anni dall’inizio della guerra, una delegazione delle edizioni Frate Indovino è tornata a visitare la casa di Padre Pio. “Tornando a Kyiv dopo poco più di un anno dalla nostra ultima visita – scrive la delegazione in una testimonianza - abbiamo trovato una situazione molto mutata: meno esercito per le strade, il fronte si è spostato a est. La città ha assorbito almeno 2 milioni di profughi che cercano rifugio dalla battaglia, ed è diventata enorme (+6 mln di persone). Stanchezza e sfiducia: dopo due anni di combattimento, comincia a subentrare un senso di smarrimento. Con la sempre più forte coscrizione alle armi, ogni famiglia ha ora qualcuno al fronte: un fratello, un padre, un marito, ma anche una sorella e... perfino un frate!”
Sono tre i frati cappuccini chiamati nell’esercito a servire come cappellani militari, e vanno al fronte.
La Casa Padre Pio si trova sulla sinistra del Dnepr. Il progetto è stato raccontato dal responsabile, padre Kostiantyn Morozov, OFMCap. “Il progetto è cominciato circa un anno fa – dice a Frate indovino – e sta pian piano crescendo nei numeri e nella professionalità dei volontari che vi operano. Nei primi giorni di guerra ci siamo guardati attorno per capire come noi cappuccini potessimo rispondere al dolore che questa suscitava… cosa possiamo fare noi frati? Così abbiamo scelto la parte più dura: il dolore delle madri. Ma come iniziare? Il primo passo è stato trovare la fiducia di un primo gruppo, parlando con le madri del nostro quartiere. Ma dai piccoli numeri iniziali, ora abbiamo una lista di attesa molto lunga: il passaparola, infatti, è stato efficacissimo e ora stiamo pensando di attivare - con l’aiuto della Provvidenza - questi percorsi terapeutici anche negli altri conventi cappuccini in Ucraina”.
In Ucraina ci sono appena 32 frati cappuccini, organizzati in 8 conventi. La metà di loro sono polacchi e l’altra metà ucraini. Nessuno è voluto fuggire dalla sua terra.
La missione è aiutata sia dai proventi di Frate Indovino che dai benefattori di Assisi Missio, donazioni che permettono alcuni investimenti. Attualmente, i cappuccini stanno costruendo nuovi spazi nelle vicinanze del loro convento, che si affiancano alle aree gioco per bambini e perché gli ospiti possano incontrarsi negli spazi.
Il percorso prevede incontri residenziali periodici con dei periodi di convivenza durante i quali
le madri hanno l'opportunità di aprirsi e raccontare qualcosa della vita dei loro figli,
ripescando, con l’aiuto degli esperti, i sentimenti più profondi. Con la preghiera e la
condivisione si crea un clima fecondo che permette la condivisione e rasserena l’animo,
dando la forza di ricominciare. Attraverso questo percorso, prima residenziale e poi di
collaborazione fattiva nel tempo, le madri sperimentano un nuovo rapporto umano illuminato
dalla comprensione e dalla speranza di pace.
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