Roma, 01 March, 2024 / 6:00 PM
Le prove certe, scientifiche, dell’esistenza di Dio: da quanti secoli, forse millenni, si rincorre questa possibilità, quanto è stato forte, e continua ad essere forte nonostante le scoperte, i nuovi punti di vista e i fondamentali contributi di pontefici, teologi, studiosi, la contrapposizione tra fede e scienza, scaturita a sua volta dalla contrapposizione – forzata – di ragione e fede. Ma ha senso cercare delle prove scientifiche per la “ragionevolezza” della fede? Ora c’è un libro che ha scatenato dibattiti, controversie, riflessioni e che è appena uscito anche in Italia. Si tratta del saggio Dio. La scienza, le prove. L’alba di una rivoluzione di Michel-Yves Bolloré e Olivier Bonnaisses, campione di vendite in Francia negli ultimi anni, con oltre 300mila copie vendute, che ora arriva anche in Italia grazie ai tipi di Sonda. E che a pochissimi giorni dall’arrivo in libreria è già campione d’incassi. Attraverso un linguaggio accessibile, intenso, avvincente e mai prevedibile. gli autori offrono una particolare panoramica delle “prove scientifiche” dell’esistenza di Dio, nella convinzione che l’idea di un’intelligenza creatrice non sia inconciliabile con l’evidenza scientifica, e per dimostrarlo gli autori hanno coinvolto un team di 20 specialisti.
E’ stato verificato, infatti, che l’universo ha avuto un inizio, avrà una fine, è in espansione e proviene da un Big Bang. Un concetto inimmaginabile fino a 100 anni fa, così come circolavano false credenze e assunti scientifici che sono stati successivamente smentiti. Se dunque l’universo ha avuto un principio e avrà una fine è lecito ipotizzare una forza creatrice che sia all’origine di tutto questo. Dalla quantistica alla relatività, da Einstein a Gödel, sono numerosi e determinanti gli scienziati e le scoperte che negli ultimi cento-duecento anni hanno dato una svolta a questa ipotesi e questo viene raccontato e ricostruito nel libro, grazie ad un team di 20 specialisti coinvolti nel progetto.
Bolloré, ingegnere e direttore d’azienda, e Bonnassies, politecnico e imprenditore, raccolgono quindi tutte le nuove “prove” dell’esistenza di un “creatore”. Ma in realtà gli autori, per loro stessa ammissione, hanno principalmente voluto riaprire la riflessione sulla questione dell’esistenza di Dio attraverso le conoscenze più recenti e affidabili, rese disponibili a tutti, agnostici e credenti, studiosi e semplici lettori. Ne sono nati dodici capitoli, dedicati ciascuno a temi-chiave, a partire da quelli “scientifici”, come la cosmologia e il Big Bang, il problema dell’inizio del tempo, la biologia, con il passaggio dalla materia inerte a quella vivente, matematica e logica. E le domande di sempre, tra le quali se la Bibbia racconta verità o i suoi sono racconti simbolici. E Gesù chi era veramente? E se, parlando di questione morale, tutto sia lecito o ci debbano essere limiti e nel caso, quali.
Robert Wilson nel 1978 insieme ad Arno Penzias, è stato il co-scopritore, nel 1964, della radiazione cosmica di fondo, un’eco del Big Bang. E’ sua la prefazione che nella versione italiana, invece, è firmata da Antonino Zichichi, fisico al Cern e famoso divulgatore scientifico italiano. “Da scienziato credente […] è mia profonda convinzione che sia compito nostro cercare nella natura e nell’universo, come fece Galileo Galilei, padre della scienza moderna, le impronte di Dio“, spiega il famoso scienziato.
C’è chi già chi avverte che ci sarebbero delle forzature nell’impostazione di fondo del saggio, chi parla di “neotomismo” per cui attraverso l’indagine della natura si riesca ad arrivare a dimostrare l’esistenza di un Dio creatore. Una cosa è certa: il libro fa discutere, finalmente si torna a discutere di un tema centrale, che continua ad appassionare e questo, dati i tempi, rappresenta una sorpresa positiva.
A proposito dei tempi, viene in mente un’immagine di Friedrich Nietzsche, che indicava nella figura del viandante, non del viaggiatore (romantico, ottocentesco) determinato a raggiungere una meta precisa, ne’ tantomeno del pellegrino medievale, il cui viaggio è finalizzato all’incontro con il Divino. Il viandante, l’uomo che vaga irrequieto senza trovare sosta o riposo, e’ proprio l’immagine che identifica l’irrequietezza contemporanea, l’impulso irrefrenabile di essere ora qui e poi subito dopo in un altro posto ancora, posti diversi ma intercambiabili, in cui si cerca la “distrazione” da se stessi e dalle proprie inquietudini.
Gli autori non hanno la pretesa di “convincere” i loro lettori a credere in Dio, tantomeno perché è dimostrabile, questa esistenza, scientificamente . Ma spiegano che “la nostra speranza è che, alla fine di questa lettura, ognuno sia in grado di decidere chiaramente e liberamente ciò che vuole credere“.
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