Città del Vaticano , 28 February, 2024 / 6:00 PM
" Mi permetto presentare e raccomandare alla sua cortesia il latore della presente, Mgr. Hugh O'Flaerty…."
Inizia così un breve biglietto di presentazione che l'allora monsignor Alfredo Ottaviani inviò al Rettore del Collegio Teutonico per farlo ospitare. Era la fine del 1937 o l'inizio del 1938, ed è l'unico documento personale nell' archivio del Teutonico che si possa trovare. Eppure per monsignor O'Flaherty ( l'acca venne aggiunta a mano nel biglietto) era l'inizio di una avventura che lo fece diventare un vero eroe della II Guerra Mondiale. Sulla sua storia sono stati scritti libri, articoli e realizzati film, ma la pubblicazione più recente in diverse lingue è un libricino agile e completo in diverse lingue pubblicato proprio dal Campo Santo Teutonico.
Chi visita oggi questo antico ospizio per pellegrini può leggere la targa dedicata al sacerdote irlandese, ma soprattutto respirare l'atmosfera di quel periodo della Guerra nel quale il Campo Santo era diventato una vera centrale operativa per salvare ebrei, e aiutare gli alleati ad entrare a Roma. Il Campo Santo si dimostrò un "quartier generale perfetto" perché ai limiti della extra territorialità vaticana, e così una zona praticamente di confine.
Il libro racconta anche la vita quotidiana di chi trovava rifugio al Teutonico grazie all'intrepido monsignore, che con la sua organizzazione riuscì a gestire nel 1944 circa 200 rifugi per 3500 persone in tutta Roma.
Il volumetto è edito dalla Schnell und Steiner ed è opera di Stefan Heid e Thomas Kieslinger. Le foto sono nel libro come la più famosa, quella con O'Flaherty e gli americani in Piazza San Pietro il giorno della liberazione, il 4 giugno del 1944.
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