Augusta, 24 February, 2024 / 12:30 AM
Lo scorso gennaio in una intervista al settimanale cattolico tedesco Die Tagepost il cardinale Fernandez, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, uomo non certo accusabile di essere conservatore, parlando del Cammino Sinodale tedesco ha che la nota che ha accompagnato la lettera del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin nell'autunno scorso, ha l'intento "di evitare di perdere tempo su due temi sui quali non si poteva andare oltre. Il primo tema era il sacerdozio femminile. Quando il Papa ha detto che una questione chiusa da una dichiarazione definitiva poteva ancora essere approfondita, non si riferiva a un'inchiesta pubblica da parte di una commissione istituita dai vescovi, perché dice esplicitamente che non si può discutere "pubblicamente"". L'altro tema è la "valutazione degli atti omosessuali".
Ma la porta rimane aperta per la discussione delle altre questioni. "Non per andare verso una risposta liberale, ma forse per trovare una migliore comprensione e uno sviluppo pastorale simile a quello sulla benedizione delle coppie irregolari. Andiamo dunque avanti nel dialogo su questi temi che, come dice la "Nota", possono avere aspetti non riformabili, ma anche alcuni che possono essere approfonditi. E non perdiamo tempo sui due temi che sono stati esclusi".
Due temi esclusi che però sono sempre al centro delle questioni della Chiesa cattolica in Germania.
Come la questione della "commissione sinodale" proibita da Roma che è stato una tema centrale nei lavori della Assemblea della Conferenza episcopale. Il presidente dei vescovi Bätzing ha spiegato nella sua relazione alla stampa che ci sono state "intense discussioni sul cammino sinodale della Chiesa in Germania" e che la lettera da Roma è stata presa sul serio.
Una lettera che è arrivata alla vigilia dei lavori della Assemblea "sabato sera" dice le nota ufficiale dei vescovi tedeschi. "Abbiamo deciso di non votare lo statuto per il Comitato sinodale, che è stato costituito il 10/11 novembre 2023" perché "riconosciamo la necessità di una buona e proficua comunicazione con i responsabili a Roma" e discuteremo la lettera in occasione della conferenza congiunta dei rappresentanti della Conferenza episcopale tedesca e del Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi, per discutere che cosa significhi questa situazione per il lavoro della Commissione sinodale. E aggiunge Bätzing "il Sinodo romano e il cammino sinodale in Germania vanno nella stessa direzione" cioè "lo sviluppo della Chiesa. Sono stili, tempi ed enfasi diversi. Ma servono per portare gli sviluppi della Chiesa in una consultazione vincolante con i fedeli, trasparente, aperta e responsabile. che sia anche aperta e responsabile, in modo da poter prendere decisioni migliori".
Nella lettera del Vaticano il cui testo è stato diffuso dal settimanale Die Tagepost, si legge che ci sono delle "preoccupazioni" circa gli statuti della Commissione Sinodale che in alcuni punti vanno contro il diritto canonico vigente, "e quindi una decisione della DBK in tal senso non sarebbe valida, con le relative conseguenze legali. Ci si chiede anche quale autorità avrebbe la Conferenza episcopale per approvare gli statuti". Inoltre la Conferenza Episcopale "non può agire come persona giuridica in ambito laico".
Quindi "L'approvazione degli statuti del Comitato sinodale sarebbe contraria all'istruzione della Santa Sede emanata su mandato speciale del Santo Padre e lo metterebbe ancora una volta di fronte al fatto compiuto. A questo proposito, lo scorso ottobre è stato concordato congiuntamente che le questioni ecclesiologiche affrontate dal Cammino Sinodale, compreso il tema di un organo consultivo e decisionale interdiocesano, sarebbero state discusse in modo più approfondito nel prossimo incontro tra i rappresentanti della Curia romana e della DBK. Se lo Statuto del Comitato sinodale dovesse essere adottato prima di questo incontro, si pone la questione dello scopo di questo incontro e, più in generale, del processo di dialogo in corso".
Il testo è firmato da Parolin, Segretario di Stato, da Fernandez prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede e da Prevost, prefetto del Dicastero per i vescovi.
E' abbastanza ovvio che i vescovi tedeschi non poteva fare altro che sospendere il voto se non volevano una rottura formale con Roma.
Ma Bätzing rilancia dicendo che il Sinodo ha indicato un cammino e che si dovrà pensare ad un un consiglio sinodale che corrisponda alle esigenze del diritto canonico. E aggiunge: "La sinodalità non vuole indebolire l'ufficio di vescovo, ma vuole piuttosto rafforzare l'ufficio di vescovo. Siamo convinti che questo è anche ciò che vogliamo con il Cammino sinodale. Non vogliamo limitare in alcun modo l'autorità del vescovo o dei vescovi".
Lo scorso novembre i vescovi avevano tentato di istituire un Comitato sinodale per preparare l'istituzione di un Consiglio sinodale, che Roma ha bloccato. Questo comitato dovrebbe continuare il percorso sinodale in cui i documenti non ancora approvati vengono discussi e adottati. Quattro vescovi locali tedeschi si erano espressi contro la partecipazione al comitato e contro il finanziamento del progetto attraverso l'Associazione delle diocesi tedesche. I vescovi Gregor Maria Hanke (Eichstätt), Stefan Oster (Passau), Rudolf Voderholzer (Ratisbona) e il cardinale Rainer Maria Woelki (Colonia) hanno fatto riferimento alle riserve del Vaticano. Secondo i quattro vescovi, l'istituzione di un comitato sinodale preparatorio va già contro le istruzioni di Papa Francesco.
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