Roma, 26 January, 2024 / 6:00 PM
"Mamma, mamma, ci sono gli angioletti!" Quante volte ripete Davide questo grido, un avviso, in un certo senso, che esprime gioia, felicità, serenità. Eppure Davide è un bambino segnato dal dramma, è gravemente malato, malato al punto di lasciare questo mondo ad appena otto anni. Una tragedia, si può dire senza ombra di dubbio, per lui ma soprattutto per la sua tormentata famiglia. Eppure, la loro storia testimonia una speranza che non ha fine, disegna una porta sull’Infinito e ci invita ad aprirla.
Un bambino che nasce e vive in Calabria, a Piscopio, un paese in provincia di Vibo Valentia, vicino al mare bellissimo di quella regione. Tutto nella norma, una famiglia, la scuola, i giochi, fino a quando irrompe la leucemia, malattia feroce, inesorabile. E che strappa alla vita Davide il 22 giugno 2021. Ma la storia di questo bambino diviene straordinaria proprio negli anni della malattia quando si manifesta una fede viva, spontanea e di una forza straordinaria. Una fede che coinvolge i genitori e che li sostiene nella prova più difficile e dolorosa che si possa immaginare, perdere un figlio. La storia di Davide Fiorillo è raccontata nel libro “Davide. Il bambino che parlava con gli angeli”, scritto da Costanza Signorelli per le edizioni Ares.
Dal momento della diagnosi della malattia niente più corse in spiaggia o per le strade del paese, ma lunghissimi giorni, mesi, passati nelle corsie e nelle stanze d’ospedale, sempre in bilico tra una tenue speranza e una diagnosi che non lascia scampo. Ma qui, proprio dentro questo dolore atroce, questo buio che sembra impenetrabile arriva una luce insperata, nella quale appaiono a Davide i suoi nuovi amici speciali, tre angeli che lui descrive nei dettagli, a partire dall’abito che vuole anche cucito per lui dalla mamma. Visioni che diverranno sempre più frequenti e il bambino racconterà anche di avere visto la Madonna e Gesù. Da sottolineare il fatto che a Davide nessuno ha mai parlato di queste cose, la sua famiglia non frequenta la Chiesa e dunque nessuno può avere influenzato il bambino in questo senso.
Il piccolo racconta anche del Paradiso, lo descrive, e si dice contento di poterlo raggiungere presto. I racconti sono stati raccolti dai genitori e su questi testi si dovrà pronunciare la Chiesa, ma sembrano esprimere un’intensa e matura fede. il parroco di San Michele Arcangelo a Piscopio, don Pietro Carnovale, nella omelia dei funerali del piccolo ha sottolineato la straordinarietà, sotto il profilo cristiano, di questa esperienza: "Davide, il piccolo Davide, un piccolo grande uomo dalla fede matura".
Nella prefazione al libro suor Daniela Del Gaudio, della Pontificia Accademia Mariana Internazionale, spiega che "al di là della verità delle sue visioni, resta il messaggio che la storia di Davide trasmette, e che è pieno di consolazione per tutti, ma specialmente per chi vive una situazione simile di sofferenza".
Nella vicenda di Davide e la sua famiglia si inserisce poi il Santuario di Cassano delle Murge (Bari). Davide e i suoi non lo conoscono assolutamente, un santuario dedicato alla Madonna degli Angeli, ma è proprio qui che la Madonna chiede al bimbo di venire, per due volte, ed è nelle vesti di questa raffigurazione che Davide identifica la Vergine che lui vede insieme ai suoi amici angeli. E tutto questo si incrocia con la storia di questo luogo di venerazione, a cui Maria richiama ogni volta che sembra che questo luogo venga trascurato.
Davide arriva sereno all’appuntamento con la morte, anzi sembra aspettare con ansia il momento di varcare la soglia terrena per andare in quel luogo in cui la felicità sembra abbondare, anzi straripare. Un primo grande frutto della sua testimonianza è che i genitori, Elisa e Salvatore, si convertono e riescono a sopportare il dolore della perdita del figlio, un mistero dinanzi al quale non si sentono lasciati soli.
La storia di Davide, inoltre, ripropone il grande tema della santità dei bambini. In ambito ecclesiale fino agli anni Cinquanta erano presenti diverse correnti teologiche. Alcuni teologi credevano che i bambini potessero dimostrare virtù eroiche, la qualità chiave ricercata nelle cause cosiddette “confessionali”. Altri sostenevano che i bambini non fossero abbastanza maturi per controllare le proprie passioni, considerando quest’ultima componente fondamentale di questa virtù. Con le canonizzazioni di santa Maria Goretti e san Domenico Savio, che risalgono proprio nei primi anni Cinquanta, l’atteggiamento comincia a cambiare. Con i cambiamenti introdotti da papa san Giovanni Paolo II nel processo di canonizzazione, poi, si moltiplicano le cause di santi sempre più giovani. In totale, nel XX secolo sono stati oltre 150 i bambini che hanno raggiunto lo status di Servo di Dio. Di loro, 83 sono martiri, di cui 12 morti in defensum castitatis (in difesa della castità).
Una delle canonizzazioni più recenti e più popolari, in questo senso, è stata quella dei fratelli e veggenti, Francisco e Jacinta Marto, ad opera di papa Francesco il 13 maggio 2021, in occasione del centenario della prima apparizione della Vergine Maria a Fatima. Ma anche quella dell’adolescente Carlo Acutis, beatificato sempre da Francesco, nel 2020. E la lista è destinata ad allungarsi.
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