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Un servizio di EWTN News

Il Papa: “Come i Magi, gli occhi puntati verso il cielo”

"I Magi si mettono in viaggio alla ricerca del Re che è nato. Essi sono immagine dei popoli in cammino alla ricerca di Dio.  Il pellegrinaggio umano di ognuno di noi dalla lontananza alla vicinanza. Essi hanno "gli occhi puntati verso il cielo, i piedi in cammino sulla terra, il cuore prostrato in adorazione". E' questo il cuore dell'omelia di Papa Francesco nella Solennità dell’Epifania del Signore. Il Pontefice presiede la Santa Messa nella Basilica di San Pietro

Importante questa celebrazione anche per l'annuncio del calendario liturgico, proclamazione della Pasqua, che quest'anno cade il 31 marzo. Le ceneri,inizio della Quaresima, il 14 febbraio. La Pentecoste sarà il 19 maggio.

I Magi "hanno gli occhi puntati verso il cielo". "Sono abitati dalla nostalgia dell’infinito e il loro sguardo è attratto dagli astri celesti. Non vivono guardando la punta dei loro piedi, ripiegati su sé stessi, prigionieri di un orizzonte terreno, trascinandosi nella  rassegnazione o nella lamentela. Essi alzano il capo, per attendere una luce che illumini il senso della loro vita, una salvezza che viene dall’alto. E così vedono spuntare una stella, più luminosa di tutte, che li attrae e li mette in cammino.  Se marciamo a testa bassa ostaggi dei nostri fallimenti e dei nostri rimpianti, se siamo affamati  di beni e consolazioni mondane che oggi ci sono e domani no invece che cercatori di luce e di amore, la nostra vita si spegne", dice Papa Francesco nella sua omelia.

Per il Papa "abbiamo bisogno di aver lo sguardo rivolto verso l’alto anche per imparare a vedere la realtà dall’alto. Ne abbiamo bisogno nel cammino della vita, per  farci accompagnare dall’amicizia con il Signore, dal suo amore che  ci sostiene, dalla luce della sua Parola che ci guida come stella nella notte. Ne abbiamo bisogno per abbandonare le ideologie ecclesiastiche”.

I Magi hanno "anche i piedi in cammino sulla terra". "L’astro che brilla nel cielo ci rimanda a percorrere le strade della terra; alzando il capo verso l’alto sono sospinti a scendere in basso; cercando Dio sono inviati a trovarlo nell’uomo, in un Bambino che giace in una mangiatoia, perché Dio che è l’infinitamente grande si è svelato in questo piccolo, infinitamente piccolo", commenta ancora Papa Francesco.

Perché "ci vuole saggezza per capire la grandezza e la piccolezza di Dio, il Dio che viene a visitarci non lo troviamo restando fermi in qualche bella teoria religiosa, ma solo mettendoci in cammino, cercando i segni della sua presenza nelle realtà di ogni giorno e, soprattutto,  incontrando e toccando la carne dei fedeli".

Infine, "i Magi hanno il cuore prostrato in adorazione". "Guardano la stella nel cielo, ma non si rifugiano in una devozione staccata dalla terra; si mettono in viaggio, ma non vagano come turisti senza meta. Un re che  è venuto a servirci, un Dio che si è fatto uomo. Dinanzi a questo mistero,  siamo chiamati a piegare il cuore e le ginocchia per adorare: adorare il Dio che viene nella piccolezza, che abita la normalità delle nostre case, che muore per amore", conclude così Papa Francesco la sua omelia nella Basilica di San Pietro.

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