Città del Vaticano , 30 December, 2023 / 4:00 PM
Il 2023 è stato l’anno del ricambio generazionale per la diplomazia pontificia. Iniziato l’anno con la nomina del nuovo sottosegretario della Segreteria di Stato per le relazioni multilaterali, monsignor Daniel Pacho, si è visto in Segreteria di Stato un profondo ricambio generazionale, con un nuovo capo del protocollo, monsignor Javier Domingo Fernandez Gonzalez, e un nuovo sottosegretario per il personale di ruolo diplomatico, monsignor Joseph Murphy. C’è stata anche la nomina di un nuovo presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica, la scuola vaticana degli ambasciatori, nella persona dell’arcivescovo Salvatore Pennacchio, trasferito dalla nunziatura in Polonia.
Anche il segretario del cardinale Pietro Parolin, don Vincenzo Turturro, è stato promosso nunzio in Paraguay, con una scelta che dà il senso anche di un possibile ricambio ai vertici della Segreteria di Stato.
Sono 26 le nunziature ancora vacanti, anche se diverse di queste nunziature in realtà hanno sedi in Paesi diversi. Tra queste, spicca la mancanza di un nunzio nella Nigeria colpita dalla persecuzione anti-cristiana e in una situazione geopolitica complica; l’assenza di un nunzio per Corea del Sud e Mongolia, perché l’arcivescovo Xuereb, poi destinato in Marocco, ha finito il mandato alla vigilia del viaggio del Papa a Ulaanbatar e non è stato sostituito; una nunziatura sguarnita tra Georgia e Armenia, dove di recente è stata aperta una sede, perché il nunzio José Bettencourt è stato trasferito in Camerun, e il numero 2, monsignor Giuseppe Laterza, è stato promosso nunzio e destinato alla Repubblica Centrafricana.
Il focus diplomatico della Santa Sede quest’anno si è spostato dall’Ucraina alla Terrsanta, e la creazione a cardinale del Patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa ha in qualche modo alzato il livello diplomatico della presenza della Santa Sede in Israele. Giordania e Cipro sono state unite sotto lo stesso nunzio, l’arcivescovo Giampietro dal Toso.
Tra i viaggi diplomatici, va segnalato il ritorno del Cardinale Pietro Parolin in Sud Sudan, il viaggio in Angola per l’ordinazione episcopale del primo nunzio del Paese, il viaggio in Slovacchia e quello in Senegal. L’arcivescovo Gallagher è arrivato fino all’Australia, dove è stato nunzio, per festeggiare il cinquantesimo delle relazioni diplomatiche, e in Corea del Sud, dove è stato anche l’arcivescovo Edgar Pena Parra, sostituto della Segreteria di Stato. Era previsto un viaggio di Gallagher in Terrasanta, che non ha avuto luogo, mentre c’è stato un viaggio in Liecthenstein che ha anche rassicurato il principato dell’importanza che gli attribuisce la Santa Sede.
FOCUS NUNZIATURE
Tutti i nunzi nominati nel 2023
Nel 2023, sono stati creati cardinali due nunzi apostolici, il nunzio in Italia Emil Tscherrig e il nunzio negli Stati Uniti Christophe Pierre. Entrambi non sono ancora stati sostituiti, pur avendo superato i 75 anni di età, che sarebbe l’età canonica della pensione. Il nunzio, però, non ha un mandato “a tempo”, ma resta finché il Papa non decida altrimenti, pur potendo presentare la rinuncia al 75esimo anno di età e anche al 70esimo anno di età, una facoltà data solo agli “ambasciatori” del Papa in virtù della loro equiparazione con gli altri ambasciatori.
Come è cambiata la geografia dei nunzi?
Il 2 gennaio, Papa Francesco ha trasferito l’arcivescovo Angelo Accattino dal posto di nunzio in Bolivia a quello di nunzio apostolico in Tanzania.
Il 3 gennaio, l’arcivescovo Gianfranco Gallone è stato nominato nunzio in Uruguay, posizione che era rimasta vacante dopo la promozione dell’arcivescovo Russo a capo della Terza Sezione della Segreteria di Stato. Gallone è stato trasferito dalla nunziatura di Zambia e Malawi.
Sempre il 3 gennaio, Papa Francesco ha nominato l’arcivescovo Christophe Zakhia El-Kassis nunzio negli Emirati Arabi Uniti, trasferendolo dal Pakistan.
Il primo incarico da nunzio per monsignor Giuseppe Laterza, che era Consigliere di nunziatura in Georgia e Armenia, è in Repubblica Centrafricana. Il Papa lo ha nominato suo ambasciatore a Bangui il 5 gennaio.
Il 21 gennaio, l’arcivescovo Giampietro dal Toso è stato nominato nunzio in Giordania, incarico cui aggiungerà quello di nunzio a Cipro il 17 febbraio.
Il 21 gennaio, il Papa ha nominato l’arcivescovo Julio Murat nunzio apostolico in Danimarca. Murat era già nunzio apostolico in Svezia e Islanda, nunziature collegate – la sede è sempre Stoccolma – e dunque la nomina era solo in attesa dell’agreamant di Copenaghen. Il 7 marzo, Murat viene nominato anche nunzio in Finlandia.
L’8 febbraio, l’arcivescovo Peter Bryan Wells è stato trasferito dall’incarico di nunzio in Sud Africa, Botswana, Lesotho, Namibia ed eSwatini a quelo di nunzio in Thailandia e Cambogia e delegato apostolico in Laos.
Il 9 febbraio è arrivato l’agreamant, e la conseguente nomina, dell’arcivescovo Tomasz Gysa come nunzio apostolico nelle Seychelles. La nunziatura è collegata a quella del Madagascar. Gysa è anche delegato apostolico nelle Isole Comore e ha funzioni di Delegato Apostolico in La Riunione. Il 21 marzo, Gysa è nominato anche nunzio presso Maurizio.
Il 25 febbraio, Papa Francesco ha trasferito come nunzio apostolico in Irlanda l’arcivescovo Luis Mariano Montemayor, che dal 2018 era “ambasciatore del Papa” a Bogotà. Prima, Montemayor era nunzio in Repubblica Democratica del Congo, dove fu destinato poi l’arcivescovo Ettore Balestrero, che era prima di lui nunzio in Colombia.
Il 13 aprile, Papa Francesco nomina l’arcivescovo Miguel Maury Buendia nunzio apostolico in Gran Bretagna, trasferendolo dalla sede di Romania e Moldova, che alla fine di quest’anno è ancora vacante. Buendia ha potuto presentare le credenziali in tempo per l’incoronazione del re Carlo III, dove Papa Francesco ha inviato anche il Cardinale Pietro Parolin. Il predecessore di Buendia a Londra era l’arcivescovo Claudio Gugerotti, chiamato dal Papa a guidare il Dicastero per le Chiese Orientali e creato cardinale nel concistoro del 30 settembre.
Il 18 maggio 2023, Papa Francesco ha nominato nunzio apostolico in Libia l’arcivescovo Savio Hon Tai-Fai, che era già nunzio a Malta: la nunziatura di La Valletta è infatti sede anche per la nunziatura di Libia.
L’arcivescovo Piergiorgio Bertoldi è stato invece nominato nunzio apostolico nella Repubblica Dominicana e delegato apostolico a Porto Rico. Veniva dall’incarico di nunzio apostolico in Mozambico.
Il 22 maggio, Papa Francesco ha nominato il primo nunzio in Oman, con cui sono stati appena aperti i rapporti diplomatici. La scelta è stata di unire la nunziatura di Oman a quella in Egitto, e dunque di nominare il nunzio in Egitto, Nicolas Henry Marie Denis Thevenin, anche nel sultanato.
Il 5 giugno, Papa Francesco ha nominato monsignor Gian Luca Perici nunzio in Zambia e Malawi, mentre il 16 giugno Mauricio Rueda Beltz, per anni organizzatore dei viaggi papali e poi sottosegretario per il personale di ruolo diplomatico della Santa Sede, è stato nominato nunzio in Costa d’Avorio.
Il Papa ha anche nominato il primo nunzio angolano: è Germano Penemote, nominato nunzio apostolico in Pakistan, mentre George Panamthundil è stato nominato nunzio in Kazakhstan, e poi negli altri Paesi dell’Asia centrale collegati alla nunziatura di Nur Sultan.
(La storia continua sotto)
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Il 21 giugno, l’arcivescovo Ettore Balestrero è stato nominato Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’ufficio delle Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali a Ginevra, mentre l’11 luglio Papa Francesco ha nominato l’arcivescovo Bruno Musarò nunzio apostolico in Costa Rica.
L’arcivescovo Paolo Rudelli è stato nominato il 19 luglio nunzio in Colombia, mentre l’8 agosto l’arcivescovo Antonio Guido Filipazzi, che aveva servito fino a quel momento da nunzio in Nigeria, è stato inviato come nunzio in Polonia.
Il Bangladesh ha un nunzio di prima nomina, Kevin Randall, mentre l’arcivescovo Bettencourt, dopo un quinquennio in Georgia e Armenia, è stato nominato nunzio apostolico in Camerun e Guinea Equatoriale.
Il 17 novembre, Papa Francesco ha nominato Fermín Emilio Sosa Rodríguez, nunzio in Bolivia, trasferendolo dalla sede di Papua Nuova Guinea e Isole Salomone.
L’8 dicembre, Papa Francesco ha nominato l’arcivescovo Alfred Xuereb nunzio in Marocco. Aveva lasciato la guida della nunziatura in Corea e Mongolia prima dell’arrivo del Papa a settembre.
Il 23 dicembre, per la prima volta la Santa Sede ha avuto un rapprsentante residente in Vietnam, nella persona di Marek Zalewski, Arcivescovo titolare di Africa, anche Rappresentante Pontificio Residente in Vietnam.
Il 29 dicembre, infine, Vincenzo Turturro viene nominato nunzio in Paraguay: era il segretario del Cardinale Pietro Parolin.
FOCUS MULTILATERALE
La Santa Sede alle Nazioni Unite di New York
.La Santa Sede ha lo status di Osservatore Permanente presso le Nazioni Unite dal 1964. Non ha mai voluto lo status di Stato membro, nonostante questo fosse stato offerto più volte, per mantenere la propria libertà, evitare di votare (o non votare, che sarebbe comunque una presa di posizione) nelle risoluzioni sotto il Capo 7 della Carta ONU, che riguarda le dichiarazioni di guerra, e rimanere libera da qualunque politicizzazione.
Quest’anno, la Missione dell’Osservatore Permanente delle Nazioni Unite ha tenuto circa 50 interventi.
L’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati è stato presente all’apertura dell’assemblea generale del 2023, e ha tenuto nell’occasione diversi interventi, e chiedendo anche una autorità universale per gestire l’Intelligenza Artificiale.
La Santa Sede alle Nazioni Unite di Ginevra
La missione di Ginevra è una missione di importanza centrale, perché non dedicata solo alle Nazioni Unite, ma anche all’UNCTAD, l’agenzia ONU per il Commercio; ma anche all’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, tema cruciale per Papa Francesco; e al WIPO, l’Organizzazione Internazionale per la Proprietà Intellettuale dove si gioca la partita difficilissima dei brevetti dei vaccini.
Quest'anno, la missione ha distribuito 34 interventi, contro i 35 dell'anno passato. Da segnalare l'evento di Alto Livello sulla universalità dei diritti umani che ha presentato anche l'esortazione apostolica Laudate Deum.
La missione della Santa Sede a Vienna
La missione della Santa Sede a Vienna è casa del Rappresentante Permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza in Europa (OSCE), che la Santa Sede contribuì a fondare partecipando attivamente ai negoziati per il trattato di Helsinki nel 1975 e facendo includere in questo trattato il tema della libertà religiosa.
Questi è anche il rappresentante della Santa Sede verso l’AIEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, di cui la Santa Sede è Paese fondatore.
La Missione della Santa Sede alla FAO
Osservatore Permanente alla FAO e alle altre agenzie delle Nazioni Unite per l’Agricoltura e l’Alimentazione è monsignor Fernando Chica Arellano, che non manca di sottolineare il problema della fame del mondo in diversi articoli per l’Osservatore Romano.
La rappresentanza della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa
La Santa Sede coopera con il Consiglio d’Europa dal 1962, e dal 7 marzo 1970 diventato Stato Osservatore. Al 2014, la Santa Sede aveva ratificato 6 convenzioni del Consiglio d’Europa e partecipato a diversi accordi parziali, sia come Stato membro che come Stato Osservatore.
La missione della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa a Strasburgo ha lo scopo di intrattenere un dialogo costruttivo con i 47 Paesi membri del Consiglio e i 5 Paesi osservatori, allo scopo di appoggiare tutte le iniziative che puntino a costruire una società democratica fondata sul rispetto della dignità dell’essere umano.
Tra le attività della missione della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, quello di fare da trait d’union con MONEYVAL, il Comitato che valuta la trasparenza finanziaria dei Paesi che decidono di sottoporsi alla sua valutazioni. La Santa Sede è entrata nel processo MONEYVAL dal 2011, facendo una serie di progressi nell’attività finanziaria che sono stati certificati anche nell’ultimo rapporto sui progressi del dicembre 2017. L’ultimo rapporto MONEYVAL è stato pubblicato ad aprile 2021.
La missione della Santa Sede all’UNESCO
Sembra essere più silenziosa, la missione della Santa Sede all’UNESCO, l’agenzia ONU per la cultura. E durante quest’anno non sono stati diffusi interventi presso le assemblee dell’organizzazione, che vengono distribuiti con parsimonia.
Di certo, la Santa Sede ha seguito con particolare attenzione l’invio di una missione UNESCO in Turchia per verificare il cambiamento di status di Santa Sofia, così come il fallimento della missione UNESCO in Nagorno Karabakh, che ha visto l’opposizione degli azeri.
L’Osservatore della Santa Sede all’Organizzazione Mondiale del Turismo
In pochi sanno che la Santa Sede ha un Osservatore anche all’organizzazione mondiale del Turismo. Dal 1988, si sono succeduti 6 osservatori, e l’ultimo, ancora in carica, è monsignor Maurizio Bravi, nominato nel 2016.
Lo scorso 11 settembre, monsignor Bravi è intervenuto alla firma del Protocollo di intesa fra le Romee Maggiori: Francigena, Romea Germanica e Romea Strata. In quell’occasione, monsignor Bravi ha sottolineato sottolineando il valore degli itinerari culturali europei, titolo di cui già si fregiano la Francigena e la Romea Germanica, mentre è in via di definizione per la Romea Strata. “Il primo itinerario ad essere certificato – aveva detto monsignor Bravi – fu il Cammino di Santiago. L’obiettivo degli itinerari certificati dal Consiglio d’Europa è promuovere quei valori che guidano la sua azione politica e che ne costituiscono l’identità (diritti dell’uomo, democrazia, stato di diritto, dialogo interculturale). Tra questi valori si situa anche l’espressione religiosa, in particolare quella cristiana, che ha impregnato nei secoli la storia dell’Europa” .
FOCUS TRATTATI
Gli accordi della Santa Sede
Il trattato più importante è quello che definisce lo status di un rappresentante residente della Santa Sede in Vietnam. È un passo verso i pieni rapporti diplomatici.
Per quanto riguarda accordi e concordati, si contano 261 accordi bilaterali della Santa Sede. Tra questi, alcuni sono modifiche di accordi, mentre altri sono accordi ancora in vigore. In tutto, secondo una relazione, ci sono 214 concordati e accordi tra la Santa Sede e 74 nazioni, e di questi 154 accordi sono stipulati con 24 nazioni europee.
FOCUS NEWS
Dialogo presidente Zelensky – Papa Francesco
Il presidente Volodymyr Zelenskyy ha annunciato di aver avuto un colloquio con Papa Francesco il 28 dicembre nel suo videomessaggio della sera. Zelensky ha detto di aver ringraziato il Papa ”per gli auguri di Natale all'Ucraina e agli ucraini, per gli auguri di una pace giusta per tutti noi".
Secondo lui, durante la conversazione, le parti hanno discusso del lavoro comune sulla "formula della pace".
"Più di 80 stati sono già in fase di elaborazione a livello dei loro rappresentanti e ce ne saranno altri. Sono grato al Vaticano per aver sostenuto il nostro lavoro", ha sottolineato il presidente.
In ottobre il Vaticano si è dichiarato pronto a sostenere le componenti della "formula di pace" ucraina riguardante il sostegno umanitario e il ritorno a casa dei prigionieri e dei bambini ucraini. La Santa Sede ha partecipato a Malta all’incontro della formula di pace, e il cardinale Parolin ha inviato un video messaggio.
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