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Papa Francesco: “Con il diavolo non si deve mai discutere”

Papa Francesco durante l'udienza generale del 28 dicembre 2023

 “Con il diavolo non si deve mai discutere. Egli è astuto e intelligente. Gesù non ha mai dialogato con il diavolo. Lo ha cacciato via. Il diavolo è un seduttore, e più furbo di noi e ce la farà pagare. Quando arriva la tentazione, chiudere la porta, chiudere il cuore. Il diavolo è astuto, intelligente, ha cercato di tentare Gesù con le citazioni bibliche, si faceva gran teologo! Con la tentazione non si dialoga. Si chiude la porta, custodiamo il cuore!” Papa Francesco comincia un ciclo di catechesi dedicato ai vizi e alle virtù, e scandaglia l’idea di peccato, che non nasce con l’atto stesso del peccato, ma molto prima, ed è per questo che si deve sempre stare allerta, per evitare di peccare.

Prima udienza generale del nuovo anno liturgico, in una giornata fredda e nebbiosa a Roma. Il Papa la tiene, come di consueto in inverno, nell’Aula Paolo VI, arrivando puntuale alle nove in punto direttamente sul palco.

Il tema dei vizi e della virtù è sviluppato, da Papa Francesco, a partire dalla Genesi, dal racconto di Adamo ed Eva che presenta la dinamica del male e della tentazione, laddove, nel Paradiso terrestre, compare il serpente, “animale insidioso”, che “si muove lentamente, strisciando sul terreno, e qualche volta non ti accorgi nemmeno della sua presenza, perché riesce a mimetizzarsi bene con l’ambiente. Soprattutto per questo è pericoloso”.

Papa Francesco nota che, quando il serpente comincia a parlare con Eva, è “un dialettico raffinato”, e “fa dei pettegolezzi cattivi”, notando falsamente che Dio non vuole che gli uomini diventino come lui. Ma la proibizione dell’albero della conoscenza del bene e del male – nota Papa Francesco – “non vuole interdire all’uomo l’uso della ragione, come talvolta mal si interpreta, ma è una misura di sapienza. Come a dire: riconosci il limite, non sentirti padrone di tutto, perché la superbia è l’inizio di tutti i mali”.

Insomma, Dio pone, sì, i progenitori come signori e custodi del creato, ma allo stesso tempo li vuole preservare “dalla presunzione di onnipotenza, di farsi padroni del bene e del male. Questa è l’insidia più pericolosa per il cuore umano, da cui bisogna guardarsi ogni giorno!”

Eppure, dice Papa Francesco, Adamo ed Eva non riuscirono ad opporsi alla tentazione del serpente, si insidiò in loro “l’idea di un Dio non proprio buono, che voleva tenerli sottomessi”, e da qui crollò tutto. Ma, “come il bene è premio a se stesso, così il male è castigo a se stesso”, e per questo “non ci sarà bisogno delle punizioni di Dio per comprendere di aver sbagliato”, perché “saranno i loro stessi atti ad infrangere il mondo di armonia in cui fino ad allora avevano vissuto”.

Nota Papa Francesco che Adamo ed Eva “credevano di diventare come dèi, e invece si accorgono di essere nudi, e di avere anche tanta paura: perché, quando nel cuore è penetrata la superbia, allora nessuno può più mettersi al riparo dall’unica creatura terrena capace di concepire il male, cioè l’uomo”.

Il Papa nota che i racconti della Bibbia che “il male non inizia nell’uomo in modo clamoroso, quando un atto è ormai manifesto, ma molto prima, quando si comincia a intrattenersi con esso, a cullarlo nell’immaginazione e nei pensieri, finendo con l’essere irretiti dalle sue lusinghe”. E commenta che “l’omicidio di Abele non è cominciato con una pietra scagliata, ma con il rancore che Caino ha sciaguratamente custodito”.

Questo basta per il Papa per ammonire che “con il diavolo non si deve mai discutere”, ma si deve sempre stare allerta, e il Papa chiede la grazia di "saper custodire il cuore", perché "chi custodisce il cuore custodisce un tesoro. Fratelli e sorelle impariamo a custodire il cuore!" 

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