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Sinodo: le parole e le espressioni più ricorrenti di questa assemblea

Alla fine della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, diverse parole o espressioni sono state al centro di queste quattro settimane di lavori assembleari. Vediamo nel dettaglio – anche alla luce della relazione di sintesi – quali sono state le parole o le espressioni che hanno caratterizzato i lavori.

  1. Sinodo: il termine deriva dal greco e significa riunirsi o camminare insieme. Questa è stata una costante della Chiesa cattolica, come si legge nel libro degli Atti degli Apostoli. "Il Sinodo è dialogo, tra i battezzati, tra i membri della Chiesa, sulla vita della Chiesa, sul dialogo con il mondo, sui problemi che affliggono l'umanità di oggi", ha detto Papa Francesco in una conferenza stampa al suo ritorno a Roma dalla Mongolia. In verità bisogna ricordare che il Sinodo dei Vescovi nasce per volere di Papa Paolo VI nel 1965, all’indomani del Concilio Vaticano II. Esso viene definito dal Pontefice nel Motu Proprio Apostolica Sollicitudo come “una istituzione ecclesiastica centrale; rappresentante tutto l'Episcopato cattolico; perpetua per sua natura; quanto alla sua struttura, svolgente i suoi compiti in modo temporaneo ed occasionale. Al Sinodo dei Vescovi spetta per sua natura il compito di dare informazioni e consigli. Potrà anche godere di potestà deliberativa, quando questa gli sia stata conferita dal Romano Pontefice; al quale spetta in tal caso ratificare le decisioni del Sinodo”.
  2. Sinodalità: Papa Francesco ha chiarito più volte che essere sinodali significa "camminare insieme”. Nella relazione di sintesi poi si spiega che “sinodalità è un termine sconosciuto a molti membri del Popolo di Dio, che suscita in alcuni confusione e preoccupazioni. Tra i timori, vi è quello che l’insegnamento della Chiesa venga cambiato, allontanandoci dalla fede apostolica dei nostri padri e tradendo le attese di coloro che anche oggi hanno fame e sete di Dio. Tuttavia, siamo convinti che la sinodalità è una espressione del dinamismo della Tradizione vivente”.
  3. Processo sinodale: è il processo avviato nell'ottobre 2021, a seguito della convocazione di Papa Francesco per riflettere sul tema "Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione". Questo percorso ha avuto varie tappe: diocesane, nazionali e continentali, fino a questa sessione di ottobre. Una seconda sessione si terrà nell'ottobre 2024.
  4. Instrumentum laboris: è il documento di lavoro che serve come base per il dialogo. È il risultato delle precedenti fasi del processo sinodale. È stato pubblicato nel giugno di quest'anno.
  5. Circoli minori: i membri del Sinodo sono divisi in gruppi linguistici di una decina di membri ciascuno, dove discutono i temi proposti.
  6. Congregazione generale: è la sessione in cui si svolgono gli interventi nell'assemblea generale o sinodale, a cui partecipano tutti i membri, compreso Papa Francesco.
  7. Relazione di sintesi: indica la relazione finale della prima sessione del Sinodo della sinodalità.
  8. Relatore generale: tradizionalmente il relatore generale di un sinodo ha il compito di esporre il tema centrale del sinodo all'inizio dell'assemblea, spiegare il documento di lavoro, delineare i punti di dialogo e supervisionare la preparazione del documento finale. Il Sinodo della sinodalità ha come relatore generale il cardinale gesuita Jean-Claude Hollerich, Arcivescovo di Lussemburgo.
  9. Facilitatore: è una delle novità del Sinodo della sinodalità. Un documento inviato alla stampa dalla Segreteria generale del Sinodo spiega che i facilitatori non hanno diritto di voto e sono "persone esperte il cui compito sarà quello di facilitare i lavori nei diversi momenti dell'Assemblea". La fase di ottobre 2023 ha coinvolto 62 facilitatori.
  10. Dubia: sono domande formali presentate al Papa e al Dicastero per la Dottrina della Fede od altro dicastero competente per materia per ottenere una risposta diretta "sì" o "no", senza argomentazioni teologiche. La parola "dubia" è la forma plurale di "dubium", che in latino significa "dubbio". I dubia sono solitamente sollevati da cardinali o da altri membri di alto rango della gerarchia ecclesiastica e hanno lo scopo di chiedere chiarimenti su questioni di dottrina o di insegnamento della Chiesa. A due giorni dall'inizio del Sinodo in Vaticano, cinque cardinali hanno pubblicato i dubia inviati mesi fa a Papa Francesco per chiedere chiarezza su questioni relative allo sviluppo dottrinale, alla benedizione delle unioni omosessuali, all'autorità del Sinodo della sinodalità, all'ordinazione femminile e all'assoluzione sacramentale.
  11. Riservatezza: le norme per i partecipanti al Sinodo della sinodalità, pubblicate all'inizio di ottobre 2023, affermano che "ogni partecipante è tenuto a mantenere la privacy e la riservatezza sia per quanto riguarda i propri interventi sia per quanto riguarda gli interventi degli altri partecipanti". A differenza dei Sinodi precedenti nessun documento dei lavori è stato diffuso durante gli stessi, come ad esempio in passato le relazioni dei diversi circoli minori.
  12. Silenzio: i momenti di silenzio hanno avuto grande spazio durante le discussioni. Secondo gli organizzatori del Sinodo il silenzio successivo ad ogni intervento serviva a meditare e ad analizzare quanto si era appena ascoltato.
  13. Discernimento: la parola deriva dal latino discernere e significa "distinguere qualcosa da altro, evidenziandone la differenza". Nel caso del Sinodo, gli organizzatori spiegano che "il processo sinodale comporta un processo di discernimento orientato al consenso. Ci ascoltiamo a vicenda per discernere ciò che Dio sta dicendo a tutti noi". E’ un elemento tipico, fondativo della spiritualità ignaziana.
  14. Conversazione nello Spirito: secondo la Segreteria Generale del Sinodo essa “si concentra sulla qualità della propria capacità di ascoltare così come sulla qualità delle parole dette. Questo significa prestare attenzione ai movimenti spirituali in se stessi e nell’altra persona durante la conversazione, il che richiede di essere attenti a più delle semplici parole espresse. Questa qualità di attenzione è un atto di rispetto, accoglienza e ospitalità verso gli altri così come sono. È un approccio che prende sul serio ciò che accade nel cuore di coloro che stanno conversando. Ci sono due atteggiamenti necessari che sono fondamentali per questo processo: ascoltare attivamente e parlare con il cuore. Lo scopo della conversazione spirituale è quello di creare un’atmosfera di fiducia e di accoglienza, in modo che le persone possano esprimersi più liberamente”. Il Papa ha più volte ricordato che è lo Spirito Santo il protagonista del Sinodo.
  15. Presidente delegato: il Presidente del Sinodo è il Romano Pontefice. In sua vece spetta al presidente delegato guidare i lavori del Sinodo; attribuire ad alcuni Membri, quando se ne ravvisi l'opportunità, compiti particolari affinché l'assemblea possa applicarsi ai suoi lavori in modo migliore; infine firmare gli atti dell'assemblea. La particolarità di questo sinodo è stata che l’incarico è stato affidato anche a dei non vescovi, nello specifico Padre Giuseppe Bonfrate, Suor Maria de los Dolores Palencia Gomez e la Signora Momoko Nishimura. Gli altri 5 presidenti delegati erano vescovi: Sua Beatitudine Ibrahim Isaac Sedrak, Patriarca di Alessandria dei Copti, Capo del Sinodo della Chiesa Copta Cattolica; il Cardinale Carlos Aguiar Retes, Arcivescovo di México; Mons. Luis Gerardo Cabrera Herrera, Arcivescovo di Guayaquil; Mons. Timothy John Costelloe, Arcivescovo di Perth; Mons. Daniel Ernest Flores, Vescovo di Brownsville; Mons. Lúcio Andrice Muandula, Vescovo di Xai-Xai.
  16. Compagnia di Gesù: in questa assemblea sinodale hanno avuto un grandissimo influsso lo stile e le peculiarità della Compagnia di Gesù, la congregazione religiosa di cui il Papa è membro. Ascolto, discernimento, silenzio, conversazione nello Spirito sono chiarissimi riferimenti agli esercizi spirituali che hanno come padre Sant’Ignazio di Loyola. E non è un caso che oltre al Papa, nei ruoli chiave del Sinodo vi fossero come Segretario Speciale il gesuita Giacomo Costa e come Relatore Generale il gesuita Hollerich, nonché nove figli di Sant’Ignazio nella pattuglia dei facilitatori.
  17. Convergenze: identificano – spiega la relazione di sintesi - i punti fermi a cui la riflessione può guardare: sono come una mappa che consente di orientarci nel cammino e non smarrire la strada.
  18. Corresponsabilità: tecnicamente è l’essere corresponsabile, condividere la responsabilità che si ha insieme con altri, e anche la partecipazione a posti o incarichi di responsabilità. E’ un sostantivo ricorrente nel Sinodo, e la relazione di sintesi ricorda primariamente che “l’accresciuta consapevolezza della nostra identità di Popolo fedele di Dio, al cui interno ciascuno è portatore di una dignità derivante dal Battesimo e chiamato alla corresponsabilità per la comune missione di evangelizzazione”.
  19. Opzione preferenziale per i poveri: nella relazione di sintesi si ricorda che “è implicita nella fede cristologica: Gesù, povero e umile, ha fatto amicizia con i poveri, ha camminato con i poveri, ha condiviso la tavola con i poveri e ha denunciato le cause della povertà. Per la Chiesa l’opzione per i poveri e gli scartati è una categoria teologica prima che culturale, sociologica, politica o filosofica”. La Chiesa “è chiamata non solo a farsi prossima dei poveri, ma a imparare da loro. Se fare sinodo significa camminare insieme a Colui che è la via, una Chiesa sinodale ha bisogno di mettere i poveri al centro di tutti gli aspetti della propria vita”.
  20. Donna: per la prima volta dal 1965 le donne hanno preso parte al Sinodo come protagoniste, con diritto di voto. Esattamente come i vescovi. “Uomini e donne – precisa la relazione di sintesi - sono chiamati a una comunione caratterizzata da una corresponsabilità non competitiva, da incarnare a ogni livello della vita della Chiesa”.
  21. Ascolto: è stato uno degli elementi costitutivi di questa sessione sinodale. La Chiesa - lo conferma la relazione di sintesi - vuole ascoltare tutti, non solo coloro che sanno far sentire la propria voce con maggiore facilità. In alcune regioni, per motivi culturali e sociali, i membri di alcuni gruppi, come i giovani, le donne e le minoranze. possono trovare più difficile esprimersi con libertà. L’ascolto richiede un’accoglienza incondizionata. Questo non significa abdicare alla chiarezza nel presentare il messaggio di salvezza del Vangelo, né avallare qualsiasi opinione o posizione.

 

 

Ha contribuito a questo articolo Walter Sanchez Silva

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