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Il genio spirituale e teologico di Santa Teresa di Lisieux

Il grigio piombo della quotidianità diventa polvere di stelle… E’ possibile? Non è un vero miracolo? Se è così, lo ha compiuto Teresa di Lisieux e lo ricorda padre Fausto Lincio, provinciale della provincia lombarda dell’ordine dei carmelitani scalzi, nella prefazione ad un bel volume che raccoglie un testo teatrale ispirato alle parole della santa, in particolare nel testo straordinario che ci ha lasciato, “Storia di un’anima”. Uno dei testi di spiritualità più famosi, più diffusi e amati.

Del resto,  a 150 anni dalla nascita l'Unesco l'ha riconosciuta una personalità eccezionale, patrimonio spirituale dell'umanità. L'Ordine carmelitano della Provincia lombarda ha commissionato un'opera teatrale a Giampiero Pizzol, autore teatrale, e traduce le parole originali di Teresa in versi, accompagnate dalla musica del compositore Alessandro Nidi. "La prima legge è desiderare spiegando vele al vento in mezzo al mare e non accontentarsi mai di niente, perché a Dio occorre un cuore grande".

Suor Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, detta di Lisieux, al secolo Marie-Francoise Therese Martin, nasce ad Alencon il 2 gennaio 1873 e muore a Lisieux il 30 settembre 1897. Una vita breve, come un lampo di luce, segnata dalla scelta di vita religiosa, quella della carmelitana. E da malattie e frustrazioni nella vita di comunità. Beatificata il 29 aprile 1923 da papa Pio XI, viene proclamata santa dallo stesso pontefice il 17 maggio 1925.

È diventata patrona dei missionari dal 1927 insieme ad altri santi. Il 19 ottobre 1997, nel centenario della sua morte, è stata  proclamata dottore della Chiesa,  dopo Caterina da Siena e Teresa d’Avila.

L'impatto delle sue pubblicazioni avvenute postume, tra cui Storia di un'anima pubblicata poco tempo dopo la sua morte, è stato molto forte. La novità della sua spiritualità, chiamata anche teologia della “piccola via", o dell'“infanzia spirituale”, ha ispirato moltitudini di credenti e profondamente colpito anche molti non credenti.

Una giovane donna dalla vita fuori dal comune, con una famiglia fuori dal comune – ricordiamo che i suoi genitori sono stati proclamati beati – che lascia poche pagine, se si vuole considerare la quantità, ma che, come si spiegava, hanno avuto e continuano ad avere un impatto profondo. E nel testo di Pizzol risuona il sentiero impervio che Teresa percorre con la leggerezza e l’abbandono di un bambino, perché realmente lei comprende che il rapporto con Dio è proprio quello del figlio che si lascia andare all’abbraccio rassicurante con il Padre. Abbandono, fiducia, amore, , ma anche tenebre, battaglie, paure. Tutto risuona nei versi che percorrono la vita di Teresa e conducono il lettore a camminare insieme a lei. A conoscere questa piccola, grande donna, convinta che fosse destinata a cose grandi, ad essere santa, ad essere felice, felice veramente, che voleva tutto, tutto davvero, non accontentandosi del poco che può dare la soddisfazione terrena. Tutta la gloria e il potere della terra non bastano a colmare la sete di grandezza, di infinito. Per realizzare la perfetta grandezza e c’è però una strada sola, e passa per la croce, la croce in cui Gesù ha agonizzato ed è morto. E che è solo la dimensione dell’umiltà, vera, concreta, non millantata e sbandierata, che realizza la grandezza di un’esistenza. L’umiltà che si rende visibile attraverso piccoli gesti che in genere trascuriamo, che ci appaiono irrilevanti, come lavare i piatti, raccogliere uno spillo da terra, sorridere a una sorella che è di cattivo umore o poco simpatica. Queste piccole cose, non svolte e gesti epocali rendono visibile e reale  il regno di Dio sulla terra. Le altre ambizioni si dimostrano, presto o tardi, menzogne, o qualcosa che è destinato a sgretolarsi, a travolgere tutto e tutti nella loro caduta. Per questo il linguaggio di Teresa, il suo modo di vedere e interpretare la nostra esistenza sono proponibili sempre, anche oggi, anzi oggi più che mai.

Papa Francesco, con l’esortazione apostolica in francese “C’est la Confiance” (È la fiducia”), ha esaminato il genio spirituale e teologico di Santa Teresa del Bambin Gesù, particolarmente cara al Pontefice, che ha voluto che le sue  reliquie e quelle dei suoi genitori, Zélie e Louis, canonizzati otto anni fa nell'ottobre 2015, fossero presenti in Piazza San Pietro durante un'udienza generale dello scorso giugno.

Recentemente  lo scrittore francese Jean de Saint-Chéron ha pubblicato con le edizioni Grasset un saggio biografico su Teresa di Lisieux, intitolato "Éloge d'une guerrière" (Elogio di una guerriera), che sarà pubblicato in italiano dalla Libreria Editrice Vaticana (LEV) nel 2024, in cui l’autore sottolinea il realismo di  santa Teresa, la sua visione certo non edulcorata del mondo, non come la possibilità di essere “il migliore dei mondi possibili”, ma una valle di lacrime, un esilio, che la vera felicità ci sarà solo in cielo. Ed è per questo che la definisce “una guerriera” , che affronta le battaglie che vivere in questo mondo ci impone, persino il buio interiore che l’ha minacciata fino quasi al giorno della sua morte. Ma sicura che l’amore è l’unica possibile via per vincere, con l’aiuto di Dio, che non verrà a mancare, se lo chiediamo.

Giampiero Pizzol, Teresa di Lisieux. In un tranquillo mare tempestoso, Edizioni Ares, pp.88, euro 10

 

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