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Papa Francesco, perdere la testa per Gesù e perdere il tempo ad adorare la eucarestia

É Charles de Foucauld, il santo che oggi Papa Francesco prende come modello di "carità nella vita nascosta” nella catechesi della udienza generale che si è svolta in Piazza San Pietro.

"Qual è stato il “segreto” della sua vita? Si chiede il Papa. Dopo una giovinezza lontana da Dio, "perde la testa" per Gesù. In qualche movimento nuovo - dice il Papa a braccio- che sta sorgendo vedo che il rischio è parlare solo di se stessi e organizzazione ma non sanno parlare di Gesù. "Chiediamoci allora: io ho Gesù al centro del cuore, ho perso un po’ la testa per Lui?"

E  Charles va in "Terra santa per visitare i luoghi in cui il Signore ha vissuto e per camminare dove il Maestro ha camminato. In particolare è a Nazaret che comprende di doversi formare alla scuola di Cristo. Vive un rapporto intenso con Lui, passa lunghe ore a leggere i Vangeli e si sente suo piccolo fratello. E conoscendo Gesù, nasce in lui il desiderio di farlo conoscere".

Lo spirito di Nazareth "povertà e nascondimento". E decide per il "deserto del Sahara, tra i non cristiani, e lì giunge come amico e fratello, portando la mitezza di Gesù-Eucarestia".

E "lascia che sia Gesù ad agire silenziosamente, convinto che la “vita eucaristica” evangelizzi". E ancora il Papa si chiede: "crediamo nella forza dell’Eucarestia? Il nostro andare verso gli altri, il nostro servizio, trova lì, nell’adorazione, il suo inizio e il suo compimento?" Son convinto che abbiamo perso il senso della adorazione iniziando dai noi preti e consacrati, dobbiamo "perdere il tempo" della adorazione.

E poi Charles mette in evidenza il ruolo dei laici "vicino ai preti ci vogliono dei laici che vedono quello che il prete non vede, che evangelizzano con una vicinanza di carità, con una bontà per tutti, con un affetto sempre pronto a donarsi" scrive Charles e il Papa aggiunge, servono laici santi che con a loro testimonianza ci insegnino la strada "Charles anticipa in questo modo i tempi del Concilio Vaticano II, intuisce l’importanza dei laici e comprende che l’annuncio del Vangelo spetta all’intero popolo di Dio".

Da San Charles dice il Papa dobbiamo imparare a metterci "in ginocchio e accogliendo l’azione dello Spirito, che sempre suscita modi nuovi per coinvolgere, incontrare, ascoltare e dialogare, sempre nella collaborazione e nella fiducia, sempre in comunione con la Chiesa e con i pastori".

In lui c'è il modello del "vivere la bontà di Gesù" che  "lo portava a stringere legami fraterni e di amicizia con i poveri, con i Tuareg, con i più lontani dalla sua mentalità. Pian piano questi legami generavano fraternità, inclusione, valorizzazione della cultura dell’altro. La bontà è semplice e chiede di essere persone semplici, che non hanno paura di donare un sorriso". Vicinanza, compassione e tenerezza, dice il Papa sono le tre parole di Dio, e chiediamoci se le portiamo agli altri.

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