Città del Vaticano , 14 October, 2023 / 3:00 PM
"La sua è una visione illuminata e originale del fenomeno migratorio, visto come appello a creare comunione nella carità", Papa Francesco così descrive il carisma di San Giovanni Battista Scalabrini che ha fondato i Missionari di San carlo che oggi ha ricevuto in udienza.
Francesco ripropone l'insegnamento del santo vescovo sulla migrazione che "non è un dolce peregrinare in comunione; è spesso un dramma" e "come ciascuno ha diritto a migrare, così a maggior ragione ha diritto a poter rimanere nella propria terra e a viverci in modo pacifico e dignitoso. Tuttavia la tragedia di migrazioni forzosamente causate da guerre, carestie, povertà e disagi ambientali è oggi sotto gli occhi di tutti". E Scalabrini capì, dice il papa, che "l’appello ad assistere materialmente e spiritualmente quelle persone, perché nessuno di loro, lasciato a sé stesso, andasse perduto, smarrendo la fede.
Ecco allora le indicazioni del Papa agli scalabriniani: "un primo appello per noi, a coltivare cuori ricchi di cattolicità, cioè desiderosi di universalità e di unità, di incontro e di comunione. È l’invito a diffondere una mentalità della vicinanza – “vicinanza”, questa parola-chiave, è lo stile di Dio, che si fa vicino sempre – una spiritualità, una mentalità della cura e dell’accoglienza, e a far crescere nel mondo, secondo le parole di San Paolo VI, «la civiltà dell’amore»".
E poi c'è la "necessità, per il missionario, di avere un rapporto d’amore con Gesù, Figlio di Dio Incarnato, e di coltivarlo specialmente attraverso l’Eucaristia, celebrata e adorata. Sottolineo questa parola “adorata”. Penso che abbiamo perso il senso dell’adorazione. Abbiamo preghiere per fare qualcosa…, preghiere belle..., ma è importante in silenzio, adorare. La mentalità moderna ci ha tolto un pochettino questo senso dell’adorazione. Riprenderlo, per favore, riprenderlo".
E il Papa conclude con le parole del Santo, occorre essere "“angeli dal basso”, vicino agli ultimi: non a caso la scala di Giacobbe è posta proprio al centro dello stemma episcopale di Scalabrini". Poi un grazie: dai tempi di Buenos Aires sono testimone di questo lavoro, e lo fate tanto bene. Grazie, grazie tante! Andate avanti, Dio vi benedica. E pregate, pregate anche per me, perché questo “mestiere” non è facile!".
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