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Un servizio di EWTN News

Ucraina, il Patriarca Ortodosso di Gerusalemme parla al Papa di un piano per la pace

Il Patriarca greco ortodosso di Gerusalemme Teofilo III con Papa Francesco, Palazzo Apostolico Vaticano, 29 settembre 2023

Un piano per “affrontare l’attuale conflitto tra Russia e Ucraina e la minaccia di uno scisma nel corpo della Chiesa ortodossa” è stato delineato dal Patriarca greco-ortodosso Teofilo di Gerusalemme, che ha parlato dell’iniziativa anche a Papa Francesco nell’udienza privata avuta con lui lo scorso 29 settembre.

Dopo quello che nel mondo ortodosso è stato chiamato “fiasco di Amman”, ovvero l’incontro di tutti i primati ortodossi pensato a febbraio 2020 che è diventato un incontro fraterno di una minoranza di primati, il patriarcato di Gerusalemme sta ora preparando una nuova soluzione.

Teofilo III è stato in Vaticano il 29 settembre, arrivato per partecipare al Concistoro del 30 settembre durante il quale Sua Beatitudine Pierbattista Pizzaballa, Patriarca Latino di Gerusalemme, è stato creato cardinale.

Nell’occasione, Teofilo III ha anche pronunciato un discorso, in cui ha sottolineato le “profonde sfide e difficoltà” che si vivono in Terrasanta, perché “mentre la maggioranza di ebrei, cristiani e musulmani” che vivono lì riconoscono la “realtà multi etnica, multi culturale e multi religiosa della regione”, in anni recenti “abbiamo visto la crescita di gruppi radicali israeliani che lavorano in maniera sistematica per mettere a rischio il legittimo status quo e dare nuova forma alla vita comune”, cosa che ha portato a “crimini di odio, l’acquisizione illegale e sottobanco di proprietà storicamente cristiane in luoghi strategici, vandalismi e profanazione di edifici ecclesiastici e luoghi santi e una crescente pressione a vari livelli”.

Il Patriarca Teofilo ha lodato il lavoro del Patriarca Pizzaballa, e apprezzato il “continuo supporto per una vitale e vibrante presenza in Medio Oriente”, e poi messo in luce che il Patriarcato Ortodosso di Gerusalemme, come “madre di tutte le Chiese” ha “una speciale preoccupazione per l’unità dei cristiani in generale, e specialmente delle Chiese ortodosse nel mondo”, e per questo “l’attuale conflitto in Russia e Ucraina e la minaccia di scisma nel corpo della Chiesa Ortodossa sono temi di profondo dolore non solo per noi cristiani ortodossi, ma per l’intero mondo cristiano e per le persone di buona volontà”.

In Ucraina, infatti, si è creata una Chiesa Ortodossa Ucraina, autocefalia autorizzata dal Patriarca Bartolomeo e contestata da Mosca, che fino a quel momento aveva tenuto l’Ucraina come suo territorio canonico. La guerra non ha fatto che esacerbare la divisione, e il Patriarcato di Mosca ha per tutta risposta ritirato le sue delegazioni dai tavoli di dialogo presieduti o co-presieduti da Costantinopoli.

Teofilo ha detto a Papa Francesco che “siamo arrivati a comprendere nei secoli che il dialogo è l’unica strada per una riconciliazione efficace e una pace duratura”, e per questo “portiamo la mano e lo sforzo del Patriarcato di Gerusalemme ai nostri fratelli e sorelle di Ucraina e Russia, per mediare e fare tutto ciò che possiamo per iniziare un dialogo che possa portare ad una fine delle sofferenze e a una guarigione nella famiglia ortodossa”.

Non è – ha ammesso il patriarca – “un lavoro facile” perché “le divisioni avvenute nel corso dei decenni sono profonde”, e “le ferite del conflitto necessiteranno di tempo per guarire”, mentre la fiducia “una volta rotta, è difficile da ripristinare”.

Il Patriarcato di Gerusalemme – ha aggiunto Teofilo – è “pronto a comprenderlo”, e “il viaggio nel dialogo verso la riconciliazione e la nostra missione spirituale, ed è ciò che desideriamo per la Chiesa e i popoli di Russia e Ucraina”.

Come detto, Teofilo prese una iniziativa simile nel febbraio 2020, un “incontro di primati”, cui rifiutarono di partecipare la maggioranza dei gerarchi. Alla fine, c’erano solo il Patriarca Kirill di Mosca, l’ormai defunto Patriarca di Serbia Irenej e il metropolita Rastislav della Repubblica Ceca, mentre la Chiesa ortodossa di Romania inviò il metropolita Niphon di Targoviste. C’era anche il metropolita Onufry, capo della Chiesa Ortodossa Ucraina, che sedeva alla destra del Patriarca di Mosca.

L’iniziativa di Teofilo non fu ben vista nella sinassi ortodossa anche perché quel tipo di iniziative è responsabilità del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, cosa che aveva causato la decisione di non partecipare all’incontro da parte delle Chiese di Grecia, Cipro e Albania, così come i Patriarcati di Georgia, Bulgaria, Alessandria e Antiochia.

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