Marsiglia, 22 September, 2023 / 6:07 PM
Dalla Basilica di Notre Dame de La Garde, il punto più alto di Marsiglia, Papa Francesco guarda al Mediterraneo, e chiede al clero riunito con lui di scoprire un nuovo sguardo, lo sguardo di Gesù che va verso le persone, ma anche lo sguardo di coloro che si affidano a Gesù. E così, Papa Francesco chiede di essere “prossimi a tutti”, di tenere aperte le porte del cuore, di mostrare l’accoglienza di Gesù.
Prima tappa del viaggio di Papa Francesco a Marsiglia. Non c’è l’incontro con i diplomatici e le autorità, perché il Papa non considera questo come un viaggio in Francia, ma come un viaggio solo a Marsiglia, a concludere gli incontri del Mediterraneo. Non c’era il presidente Emmanuel Macron ad accoglierlo, perché impegnato con il re Carlo III di Inghilterra, ma ci sarà domani, alla Messa e per un bilaterale. E si comincia, dunque, con quello che tradizionalmente è un secondo incontro, quello con il clero locale, che si svolge nel suggestivo scenario del santuario voluto dal vescovo Eugene Mazenod, laddove una Vergine con il bambino guarda verso il mare dalla sommità di un campanile di 41 metri.
Nella sua meditazione, arrivata al culmine di una preghiera mariana, Papa Francesco parte proprio dalla storia della Basilica, nata “non a ricordo di un miracolo o di un’apparizione particolare”, ma “semplicemente perché, fin dal XIII secolo, il santo Popolo di Dio ha cercato e trovato qui, sulla collina de La Garde, la presenza del Signore attraverso gli occhi della sua Santa Madre”. "È stato il santo popolo di Dio a volere questa basilica", chiosa Papa Francesco.
È un luogo da cui i marsigliesi salgono da secoli a pregare di fronte alla Bonne Mére, la madre che è protagonista di “un incrocio di sguardi”, quello di Gesù e quello di tanti uomini e donne di ogni età che la Vergine “raccoglie e porta a Dio”.
Ecco – dice Papa Francesco - nel crocevia di popoli che è Marsiglia, “è proprio su questo incrocio di sguardi che vorrei riflettere con voi, perché in esso mi pare si esprima bene la dimensione mariana del nostro ministero”.
Il primo sguardo è quello di Gesù che accarezza l’uomo, uno sguardo – dice il Papa – “che va dall’alto in basso, ma non per giudicare, bensì per rialzare chi è a terra”. Anche noi “siamo tenuti ad abbassarci, a provare compassione”. Papa Francesco chiede di non lasciar “passare un giorno senza fare memoria di quando lo abbiamo ricevuto su di noi, e facciamolo nostro, per essere uomini e donne di compassione”, e rimarca la parola compassione perché "lo stile di Dio è quello della "vicinanza, compassione e tenerezza".
Il Papa chiede di aprire “le porte delle chiese e delle canoniche, ma soprattutto quelle del cuore”, per mostrare “attraverso la nostra mitezza, gentilezza e accoglienza il volto del Nostro Signore”.
Esorta Papa Francesco: “Chiunque vi avvicini non trovi distanze e giudizi, trovi la testimonianza testimonianza di un’umile gioia, più fruttuosa di ogni capacità ostentata. Trovino i feriti della vita un porto sicuro nel vostro sguardo, un incoraggiamento nel vostro abbraccio, una carezza nelle vostre mani, capaci di asciugare lacrime”.
Papa Francesco chiede di non far venire meno “il calore dello sguardo paterno e materno di Dio”, dispensando “il suo perdono con generosità, sempre, per sciogliere, attraverso la grazia, gli uomini dalle catene del peccato e liberarli da blocchi, rimorsi, rancori e paure contro cui da soli non possono prevalere”.
Il Papa sottolinea che è “bello riscoprire con stupore, ad ogni età, la gioia di illuminare le vite nei momenti lieti e tristi, con i sacramenti, e di trasmettere, in nome di Dio, speranze inattese”.
Papa Francesco chiede di essere “prossimi a tutti, specialmente ai più fragili e ai meno fortunati, e non manchi mai a chi soffre la vostra vicinanza attenta e discreta”, perché questo farà crescere “la fede che anima il presente, la speranza che apre al futuro, e la carità che dura per sempre”.
Il Papa poi analizza lo sguardo degli uomini che si rivolgono a Gesù. Dice che c'è un solo motivo per guardare dall'alto in basso, ed è quando si tende la mano per alzare la persona che sta in basso, che "è un gesto molto bello".
Papa Francesco chiede ai sacerdoti di portare quello sguardo nella recita del Breviario, la Meditazione quotidiana della parola, ogni altra preghiera, e in particolare "la preghiera di adorazione" che "abbiamo un po' perso", e di farsi “eco fedele, come intercessori, come angeli in terra” di queste persone.
Papa Francesco conclude la sua meditazione prendendo ispirazioni da tre immagini di Maria che si venerano nella Basilica.
La prima è appunto la statua con il bambino che svetta sulla basilica, con la quale – esorta Papa Francesco- siamo chiamati a portare “la benedizione e la pace di Gesù ovunque”.
Quindi, la Vierge au Bouquet, dono di un laico generoso, che si trova nella Cripta, che ha in braccio il Bambino Gesù in un braccio e poi un mazzo di fiori al posto dello scettro. “Ci fa pensare – nota Papa Francesco - a come Maria, modello della Chiesa, mentre ci presenta il suo Figlio, presenta anche noi a Lui, come un mazzo di fiori in cui ciascuna persona è unica, bella e preziosa agli occhi del Padre. È lo sguardo di intercessione”.
La terza immagine si trova al centro dell’altare, e “colpisce per lo splendore che irradia”. E allora – afferma Papa Francesco – “anche noi, cari fratelli e sorelle, diventiamo Vangelo vivo nella misura in cui lo doniamo, uscendo da noi stessi, riflettendone la luce e la bellezza con una vita umile, gioiosa, ricca di zelo apostolico. Ci siano di stimolo in questo i tanti missionari partiti da questo alto luogo per annunciare la buona novella di Gesù Cristo nel mondo intero”.
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