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Papa Francesco: "Annunciare Cristo unisce, non divide"

Papa Francesco stamane ha incontrato in Vaticano Baselios Marthoma Mathews III, Catholicos dell’Oriente e Metropolita della Chiesa Ortodossa sira malankarese, in India.

Santità – ha esordito il Papa – “qui è a casa, quale Fratello atteso e amato. Insieme a Lei vorrei anzitutto rendere grazie al Signore per i legami intessuti negli ultimi decenni. Il riavvicinamento delle nostre Chiese, dopo secoli di separazione, è iniziato con il Concilio Vaticano II, al quale la Chiesa ortodossa sira malankarese inviò alcuni osservatori”.

La Chiesa ortodossa sira malankarese discende da San Tommaso Apostolo e la sua professione di fede “fonda, nella preghiera e nello stupore, la nostra fede comune. È questa stessa fede che celebreremo, auspico insieme, in occasione del 1700° anniversario del primo Concilio Ecumenico, quello di Nicea; io voglio che lo celebriamo tutti insieme”.

Le divisioni che si sono verificate nel corso della storia tra noi cristiani – ha ricordato Francesco - sono lacerazioni dolorose inferte al Corpo di Cristo che è la Chiesa. Ne tocchiamo ancora con mano le conseguenze. Ma se insieme, come l’Apostolo, proclamiamo che Gesù è il nostro Signore e il nostro Dio, se con cuore umile ci affidiamo stupiti alla sua grazia, possiamo affrettare il giorno tanto atteso in cui, con il suo aiuto, celebreremo allo stesso altare il mistero pasquale: che arrivi presto!”.

Annunciare Cristo – ha detto ancora il Pontefice - unisce, non divide; l’annuncio comune del nostro Signore evangelizza il cammino ecumenico stesso. È andando avanti fraternamente nell’annuncio del Vangelo e nella cura concreta dei fedeli che ci riconosciamo un unico gregge di Cristo in cammino”.

“Sono lieto – ha concluso Papa Francesco - che un Delegato fraterno della vostra Chiesa parteciperà alla prossima sessione dell’Assemblea del Sinodo dei Vescovi. Sono convinto che noi possiamo imparare molto dalla secolare esperienza sinodale della vostra Chiesa. In un certo senso, il movimento ecumenico sta contribuendo al processo sinodale in corso della Chiesa cattolica, e mi auguro che il processo sinodale possa a sua volta contribuire al movimento ecumenico. Sinodalità ed ecumenismo sono infatti due vie che procedono insieme, condividendo il medesimo approdo, quello della comunione. Il protagonista del Sinodo è lo Spirito Santo, non siamo noi”.

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