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Un servizio di EWTN News

Takashi Paolo Nagai, il medico giapponese scampato alla bomba atomica

Nella penultima giornata del Meeting dell’Amicizia tra i Popoli a Rimini è stata presentata la figura di Takashi Paolo Nagai, il medico giapponese scampato alla bomba atomica che da cristiano convertito ha reso una delle testimonianza di fede e di vita tra le più alte dello scorso secolo, ‘Amicizie inesauribili. Ciò che non muore mai, la figura di Takashi Nagai’, con l’abate generale dell’Ordine Cistercense, che ha tratteggiato la figura di questo medico convertitosi al cristianesimo grazie all’incontro folgorante con la moglie Midori, elemento fondamentale nella sua vita. Partecipando per ben due volte alla guerra, Nagai si ammala di leucemia a causa delle radiografie fatte a migliaia di persone. Quando viene sganciata la bomba atomica su Nagasaki perde la moglie e la sua casa viene completamente polverizzata.

Nell’ultima pagina della sua autobiografia scrive: “Ciò che doveva perire era perito. Ciò che doveva morire era morto… Quando mi resi conto che avevo lavorato tutta la vita per qualcosa che era diventato cenere rimasi sconvolto. Tutta la vita per la cenere! Non potevo sopportare una vita senza senso! Dovevo trovare ciò che non perisce. Dovevo aggrapparmi a ciò che non muore mai”.

Pur immobilizzato dalla malattia in una piccola capanna di legno Takashi Nagai diviene una personalità d’ispirazione e di riferimento per tutto il Giappone. Nel libro ‘Pensieri dal Nyokodō’ Takashi Nagai spiega la decisione di vivere in totale povertà: “Tengo per me il minimo necessario per vivere ad un livello essenziale come i miei vicini di casa e ciò che avanza lo devolvo per accrescere la cultura nel mio quartiere. Io non sono certo l’unico qui nella landa atomica a vivere in stato di indigenza…

Se pensiamo che il solo scopo per cui ad alcuni è dato tanto è che lo mettano al servizio del loro prossimo, allora non si potrà dire che il piano del Cielo sia ingiusto… Ecco alcune delle cose che devono essere ricostruite al più presto: la chiesa, le scuole, gli asili, l’orfanotrofio, l’ospedale, il centro comunale per i cittadini. C’è bisogno anche di molti soldi per ripulire il quartiere dalle rovine bruciate, piantare alberi, ricreare giardini in fiore e parchi-giochi per i bambini. Qualunque cifra guadagniamo non sarà mai abbastanza”.

Dal presidente dell’associazione ‘Amici di Takashi e Midori Nagai’, Gabriele Di Comite, ci facciamo raccontare la storia di Takashi Nagai: “Takashi Nagai è un medico giapponese che nasce nel 1908, si converte al cristianesimo e attraversa insieme alla moglie Midori moltissime difficoltà, fino alla tragedia dello scoppio della bomba atomica sulla loro città, Nagasaki. La bomba porta via la amatissima Midori e lui rimane, per sei anni,  solo, nel cuore della landa atomica, privato di tutto, fermo in un letto malato di leucemia, con due figli bambini che di lì a poco avrebbe lasciato orfani. Nagai è soprattutto un uomo che ha vissuto tutto questo sempre mosso da un’insopprimibile urgenza di trovare quello scopo (per dirlo con le sue parole) ‘indistruttibile, invincibile ed eterno’, che fosse la Verità a cui dedicare tutto sé stesso. Con lo scoppio della bomba atomica inizia l’ultimo tratto di questo suo percorso, una corsa inarrestabile alla scoperta di ‘Ciò che non muore mai’. Muore in odore di santità nel 1951, avendo dato una testimonianza di fede e speranza così luminose da essere diventato il perno della rinascita umana e materiale della città di Nagasaki. Da oltre 70 anni la sua testimonianza affascina, muove e cambia la vita di moltissime migliaia di persone in tutto il mondo”.

Perché un’associazione dedicata a Takashi e Midori Nagai?

“Le figure di Takashi e Midori hanno segnato così profondamente la vita mia e di alcuni amici, che abbiamo voluto renderne partecipi altri amici ancora, attraverso diverse attività, prima fra tutte una mostra tenutasi al Meeting per l’Amicizia tra i Popoli di Rimini nel 2019. Da lì è nata una storia di molte migliaia di persone, in tutto il mondo, che hanno trovato in questa coppia di sposi dei compagni di vita, cioè degli amici che permettono di attraversare le circostanze più difficili come un cammino alla scoperta della verità di sé e della vita anziché fuggire. E’ tale, per tutti noi, l’evidenza che si tratti di una coppia di santi (starà, ovviamente, alla Chiesa accertarlo) che abbiamo voluto fare richiesta all’arcivescovo di Nagasaki che iniziassero i loro processi di canonizzazione. Ci siamo proposti di esserne parte attiva e da lì è nato il nostro comitato, approvato dalla diocesi come Attore Canonico per i due processi”.

Cosa significa aggrapparsi a ‘ciò che non muore mai’?

“Nelle ore immediatamente successive allo scoppio della bomba, Takashi si ritrova in ginocchio nel mezzo della landa atomica, dove tutto era ormai cenere. Queste le sue parole (parla in terza persona): ‘Per che cosa ho vissuto sino ad oggi? E per che cosa vivrò d’ora in poi?… Le tenebre della notte lo assalirono e sul suo cuore calò la disperazione totale… Tutta una vita per della cenere! Non poteva sopportare una vita senza senso! Doveva aggrapparsi a ciò che non muore mai’. Innanzitutto Nagai si accorge che c’è qualcosa che non muore mai nel proprio cuore ed è quell’esigenza di senso  che si fa più urgente proprio quando tutto sembra finito.

Aggrapparsi a Ciò che non muore mai significa, prima di tutto, avere il coraggio di essere fedeli a questa esigenza strutturale che è in noi. Ma questo non basta, perché per sopportare la vertigine di circostanze così atroci abbiamo bisogno di vedere che l’Eterno c’è. Quella voragine di bisogno infinito è insostenibile senza la presenza di Chi compie quel bisogno. E’ con Midori, una donna completamente appoggiata a Cristo nell’umile offerta di sé alla propria vocazione, che Takashi aveva sperimentato la presenza carnale, vivente, di quell’Eterno. Dopo la bomba ne coglie tutta la radicale concretezza. Senza Midori Takashi non avrebbe potuto sostenere quella domanda, perché non avrebbe conosciuto Cristo che è Ciò che non muore mai”.

Per quale motivo si convertì al cristianesimo?

“Come detto, sono due i fattori essenziali che entrano in gioco: primo, lui ha sempre avuto il coraggio di guardare all’ampiezza infinita delle urgenze di Verità, Bellezza, Amore e Libertà di cui il suo cuore, il nostro cuore, è fatto. Questo suo sguardo così attento, tenero e appassionato a sé è il punto di partenza; secondo, ha fatto l’incontro cristiano, cioè ha incontrato dei testimoni, Midori e altri amici, che erano la carne di Cristo vivente: la risposta che, anche inconsapevole, andava cercando. Questo, altro non è che la Chiesa. Ci tengo a ribadire che senza il secondo fattore, non è possibile tenere in vita a lungo il primo. E’ tale l’abisso dell’io che senza risposta la domanda è insostenibile”.

I coniugi Nagai hanno ‘vissuto’ la bomba atomica a Nagasaki: quale testamento per le generazioni future?

“Ovviamente leggere delle atrocità a cui sono andati incontro a causa della guerra aiuta a ricordarci quanto sia importante la pace sociale e politica e per questo le nostre diplomazie devono impegnarsi strenuamente. Ma Takashi e Midori ci mostrano qualcosa di ancora più urgente e radicale: la vera pace, quella che nasce in un cuore pieno e libero, è possibile anche sotto le bombe, nel mezzo della guerra. Nagai, nelle condizioni già descritte, arriva a dire: ‘La prima cosa che penso, tutte le mattine, appena mi sveglio, è che sono felice… Mi trovo ad avere il cuore di un fanciullo’. Questo è il frutto di un cuore che ha avuto il coraggio di cercare e che ha trovato Ciò che non muore mai. Si capisce che se noi ci convertissimo fino a quel punto, si arriverebbe anche alla pace sociale. Perché le forze che cambiano la storia sono le stesse che cambiano il cuore dell’uomo”.

Qual è l’attualità della testimonianza di Takashi Paolo Nagai?

“C’è una grande parte del popolo di Dio che crede che Takashi e Midori siano santi, cioè uomini veri, completi. Uomini la cui umanità, che è esigenza di Infinito, di Verità, Bellezza, Amore e Pace infinite, ha trovato compimento. La loro testimonianza è ciò di cui ha bisogno l’uomo di tutti i tempi. Loro, insieme, ci mostrano che questo cammino umano non si compie da soli ma con quelle persone che Dio ci pone al fianco come compagni, che sono la carne attraverso cui Lui entra nella nostra vita. E’ ciò che si chiama compagnia vocazionale. E’ questo il vero valore del matrimonio e dell’amicizia. Oggi come sempre è stato e come sempre sarà”.

 

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