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Un servizio di EWTN News

Gänswein a Maria Vesperbild: "Grati alla Chiesa per non aver addomesticato la fede"

Nel cuore pulsante del cattolicesimo che è Roma, l'arcivescovo Georg Gänswein è stato un tempo uno stretto collaboratore del Papa emerito Benedetto XVI. Martedì scorso, l'ex Prefetto della Casa Pontificia si è ritrovato a cercare conforto in una frazione bavarese, Maria Vesperbild, che di solito vanta solo 34 abitanti.

Eppure, in occasione della festa dell'Assunzione di Maria, questo tranquillo villaggio del distretto svevo della Baviera si è trasformato, attirando diverse centinaia di pellegrini, tutti desiderosi di assistere al ritorno dell'Arcivescovo agli occhi del pubblico.

Il contrasto era netto: dalla grandezza dei corridoi vaticani alla serena semplicità di un santuario rurale dedicato alla Madonna. Ma è qui, tra le dolci colline boscose e i devoti pellegrini, che la voce di Gänswein risuona con una chiarezza struggente, richiamando l'attenzione sul significato della giornata.

"Possiamo solo essere grati alla Madre Chiesa per essersi astenuta dall'addomesticare o dall'attenuare la fede, preferendo esporsi al ridicolo e all'incomprensione piuttosto che finire per essere una cosa furba e indifferente con cui nessuno sarà in disaccordo ma che nessuno celebrerà più", ha detto il prelato.

Parlando pubblicamente per la prima volta da quando ha lasciato Roma dopo la morte di Benedetto, Gänswein ha chiarito in modo disarmante di non essere estraneo alle turbolenze emotive e alla desolazione.

"Ogni persona desidera essere accettata", ha riflettuto l’Arcivescovo durante l'omelia, un sentimento che sembrava riecheggiare il suo percorso personale. L'arcivescovo ha alluso alle molte porte che gli sono state chiuse in faccia, alle "calunnie dall'ombra" e ai profondi sentimenti di solitudine che si possono provare.

Le sue parole hanno colpito nel segno, non solo per la loro profondità teologica, ma anche perché hanno rivelato un uomo che sta facendo i conti con il suo passato e sta cercando un percorso per andare avanti.

Il direttore del santuario mariano, monsignor Erwin Reichart, parlando della visita di Gänswein, ha osservato: "A Maria Vesperbild, egli è visto principalmente come un arcivescovo, un successore degli apostoli. Ma al di là dei titoli e dei ruoli, è un uomo che ha trovato qui una parvenza di 'casa'".

L'allontanamento di Gänswein dal Vaticano, dopo la morte di Benedetto XVI e il successivo licenziamento da parte di Papa Francesco, aveva lasciato molti a speculare sul suo futuro. Il suo trasferimento nella diocesi natale di Friburgo, lontano dall'epicentro del potere cattolico, è stato visto da alcuni come una caduta in disgrazia. Eppure, nella sua recente apparizione in pubblico, si è percepito un senso di ringiovanimento. Il suo commento umoristico durante la presentazione di un libro, "Sono qui, in cerca di lavoro, per così dire", ha messo in evidenza uno spirito resistente, condito da un tocco di umiltà.

Come ha osservato il "Tagespost", quasi dieci anni fa Gänswein ha celebrato la Messa pontificale della festa dell'Assunzione nella locale Grotta di Fátima. Quest'anno è tornato a Maria Vesperbild, non solo come celebrante, ma come faro di fede per molti - e come punto di collegamento personale con il defunto pontefice bavarese, Benedetto XVI.

La Messa all'aperto al Maria Vesperbild, seguita da una processione a lume di candela attraverso il bosco, è un evento annuale che attira migliaia di persone. Ma quest'anno, con Gänswein al timone, ha avuto un significato speciale. Il suo legame con il luogo di pellegrinaggio è stato evidente nel calore con cui è stato accolto.

Sebbene il futuro rimanga incerto per l'Arcivescovo, la sua apparizione fa pensare a un uomo pronto ad abbracciare qualsiasi cosa lo attenda.

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