Città del Vaticano , 11 July, 2023 / 2:00 PM
La Conferenza Episcopale Italiana ha designato cinque vescovi al prossimo Sinodo sulla sinodalità che si terrà in Vaticano a partire dal prossimo ottobre. Le scelte rappresentano in buona sostanza le diverse sensibilità della Chiesa Italiana.
Due dei cinque vescovi sono al loro primo Sinodo: Monsignor Roberto Repole, Arcivescovo di Torino e Vescovo di Susa e Monsignor Domenico Battaglia, Arcivescovo di Napoli.
Monsignor Repole, 56 anni, è stato nominato dal Papa Arcivescovo di Torino e Vescovo di Susa il 19 febbraio 2022: alla sua prima esperienza come pastore Francesco lo ha inviato alla guida di una Arcidiocesi metropolitana, segno della grande fiducia riposta nel presule. Repole è un teologo che si è formato tra Torino e la Pontificia Università Gregoriana. Ha curato la collana “La teologia di Papa Francesco”, ricordata soprattutto per il caso della lettera di Benedetto XVI pubblicata con alcuni omissis e solo successivamente resa pubblica nella versione integrale.
Monsignor Battaglia – o come si fa chiamare a Napoli semplicemente Don Mimmo – incarna alla perfezione il prototipo di vescovo che Papa Francesco apprezza: particolarmente attento a poveri, persone che vivono nel disagio e nella emarginazione. Prima di essere nominato Arcivescovo di Napoli, ha guidato la diocesi di Cerreto Sannità-Telese-Sant’Agata de Goti. Calabrese, 60 anni, prima di diventare vescovo si è occupato in modo particolare della cura delle persone tossicodipendenti.
Sono già stati membri di precedenti Sinodi invece gli altri tre vescovi designati dalla CEI: Monsignor Franco Giulio Brambilla, Vescovo di Novara, ha 74 anni ed è stato nominato vescovo ausiliare di Milano da Benedetto XVI nel 2007. Teologo specializzatosi presso la Pontificia Università Gregoriana, dal 2006 al 2012 è stato preside della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. Vicepresidente della CEI dal 2015 al 2021, da allora è Presidente della Commissione per la Dottrina della Fede della Conferenza Episcopale Italiana.
Monsignor Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto, torna al Sinodo dopo l’esperienza del biennio 2014-15, dedicato alla famiglia, quando venne scelto come Segretario Speciale. Nominato Arcivescovo da Giovanni Paolo II nel 2004, precedentemente era stato preside della Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Ha partecipato alla preparazione del Giubileo del 2000 nella veste di presidente della commissione per la stesura del documento Memoria e Riconciliazione.
L’Arcivescovo di Milano, Monsignor Mario Delpini, ha già partecipato al Sinodo del 2018 dedicato ai giovani. 72 anni il prossimo 29 luglio, Delpini è Vescovo dal 2007. Prima di allora era stato rettore dei seminari maggiori di Milano. Nel 2017 Papa Francesco lo nomina Arcivescovo di Milano senza però crearlo – fino ad ora – cardinale. Nell’ultimo concistoro gli viene preferito Oscar Cantoni, Vescovo di Como che è diocesi suffraganea dell’Arcidiocesi di Milano.
Nella lista dei partecipanti, in qualità di membro del Consiglio Ordinario, figura il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Che il n.1 dei Vescovi italiani goda della grande considerazione del Papa non è un mistero. L’ultimo delicato incarico affidatogli da Francesco, infatti, è la nomina a suo inviato per la ricerca di una soluzione al conflitto tra Russia ed Ucraina.
Vi sono poi italiani – vescovi e non – che saranno membri del Sinodo per nomina pontificia.
Monsignor Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena-Nonantola e Vescovo di Carpi, è attualmente Vicepresidente della CEI. 62 anni appena compiuti, teologo, ex preside della Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna, ex presidente della Commissione CEI per la Dottrina della Fede.
Il Papa ha anche nominato Monsignor Antonello Mura, Vescovo di Nuoro e di Lanusei. 70 anni, oltre agli studi teologici il prelato ha ottenuto una laurea in filosofia e una in pedagogia presso l’Università di Sassari. Presidente della Conferenza Episcopale Sarda, è Gran Cancelliere della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna.
Tra i membri italiani non vescovi scelti dal Papa figurano Don Giuseppe Bonfrate, professore di teologia dogmatica alla Pontificia Università Gregoriana e consultore della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, nominato Presidente delegato del Sinodo; Don Riccardo Battocchio – nominato Segretario Speciale del Sinodo – esperto di teologia dogmatica, è rettore dell’Almo Collegio Capranica a Roma e Presidente dell’Associazione Teologica Italiana; il gesuita Giacomo Costa, classe 1967, è stato segretario speciale del Sinodo dedicato ai giovani e torna anche in questa occasione a vestire i panni di segretario speciale. Ha partecipato anche al Sinodo per l’Amazzonia. Attualmente è Presidente della Fondazione Culturale San Fedele di Milano ed Accompagnatore Spirituale Nazionale delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani; presente anche a questo Sinodo il gesuita Antonio Spadaro, Direttore de La Civiltà Cattolica e soprattutto uno degli uomini più vicini a Papa Francesco. Padre Spadaro ha già preso parte come membro di nomina pontificia ai sinodi sulla famiglia e sui giovani e a quello speciale dedicato alla Amazzonia. Vi è poi Suor Simona Brambilla, Superiora Generale delle Missionarie della Consolata. Brianzola, già missionaria in Mozambico, è stata nominata dal Papa membro della ex Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Infine Suor Samuela Maria Rigon, Superiora Generale delle Suore della S. Madre Addolorata.
Tra gli eletti dall’Unione dei Superiori e delle Superiore Generali ecco Suor Nadia Coppa, Superiora generale delle Adoratrici del Sangue di Cristo dal 2017 eletta al vertice dell’Unione Internazionale delle Superiore generali lo scorso anno. Eletta anche Suor Maria Nirmalini, Superiora Generale delle Suore del Carmelo Apostolico.
Tra i membri delle assemblee continentali non insigniti del munus episcopale vi è la Professoressa Giuseppina De Simone, docente di Filosofia della religione e coordinatrice della Specializzazione in Teologia fondamentale presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale.
Infine tra gli invitati speciali il nome che ha fatto, senza alcun dubbio, maggiore scalpore è quello di Luca Casarini, di Mediterranea Saving Humans. 56 anni, è stato per anni uno dei maggiori esponenti del movimento no-global italiano. Come capo dei “Disobbedienti”, ha guidato diverse proteste contro la guerra, la linea ad alta velocità Torino-Lione, e durante vertici internazionali tra cui il G8 di Genova del 2001. Negli ultimi anni si è impegnato nel soccorso in mare dei migranti che tentano la traversata del Mediterraneo tra il Nord Africa e la Sicilia.
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