Città del Vaticano , 03 July, 2023 / 11:00 AM
Per la prima volta, un Papa concede una intervista ad un quotidiano in lingua araba. Papa Francesco risponde alle domande del direttore di al-Ittihad, quotidiano pubblicato negli Emirati Arabi Uniti, che ha dalla sua 53 anni di storia e una circolazione buona ma non eccezionale (circa 100 mila copie) nel Golfo. E buona parte dell’intervista è dedicata al documento sulla Fraternità Universale, firmato proprio negli Emirati, ad Abu Dhabi, da Papa Francesco e dal Grande Imam di al Azhar Ahmed al Tayyeb nel 2019.
Da allora, il documento è diventato uno strumento diplomatico per Papa Francesco, che non manca di donarlo ai capi di Stato che vanno in visita. Ma è diventato anche strumento di dialogo, tanto che il Papa ha delineato gli stessi principi nell’incontro con il Grande Ayatollah al-Sistani in Iraq nel 2021, e che poi sono stati portati anche nel viaggio in Bahrein nel 2022.
Il Papa ha sottolineato di apprezzare l’impegno degli Emirati Arabi di “costruire un futuro e forgiare una identità aperta, cioè capace di vincere la tentazione di isolare e radicalizzare”.
Papa Francesco affronta anche la questione dei giovani e dell’influenza che possono avere su di loro fake news e messaggi radicali. “Secondo me – argomenta il Papa - l'unico modo per proteggere i giovani da messaggi negativi, falsi e notizie inventate e tentazioni materiali, odio e pregiudizio non è lasciarli soli in questa battaglia ma per fornire loro gli strumenti necessari che sono la libertà, il discernimento e responsabilità”.
Il Papa ha anche sottolineato che “la libertà è ciò che distingue l'uomo. Dio ci ha creati liberi anche di rifiutarlo. Oggi non possiamo costringere più i nostri giovani a non pensare, a porre la domanda, a essere scettici, perché il la domanda è la via per la verità. E poiché la libertà di coscienza, la libertà di credo, la libertà di pensiero e la libertà di espressione sono essenziali per aiutarli a crescere e imparare. Non possiamo più forzare i giovani di oggi, che tengono in mano cellulari che lo consentono loro di accedere a qualsiasi informazione, nell'oscurità, nell'ignoranza, nell'odio e nell'isolamento”.
La chiave, per Papa Francesco, è insegnare il “discernimento”, che è “un’arte”, ma anche “un dono di Dio”, che permette di “distinguere tra falso e vero”. E poi dare responsabilità, perché, secondo Papa Francesco, “non dobbiamo mai cadere nella tentazione di trattare i giovani come bambini incapaci di scegliere e prendere decisioni. Sono il presente. Investire su di loro significa garantire continuità”.
Parlando del Documento sulla Fratellanza Umana, il Papa ha detto di consegnarlo a tutte le delegazioni che riceve perché “credo che sia un testo importante non solo per il dialogo tra le religioni ma anche per la pacifica convivenza di tutti gli esseri umani”. Papa Francesco descrive il documento come “una tabella di marcia per chiunque abbia coraggio di scegliere di essere un operatore di pace nel nostro mondo dilaniato dalla guerra, dalla violenza, dall'odio e dal terrore”. In fondo, “la fraternità umana è l'antidoto di cui il mondo ha bisogno per guarire dal veleno di queste ferite”.
Il dialogo interreligioso è tema cruciale del documento. Papa Francesco sottolinea che la cooperazione interreligiosa “si basa sul principio della reciprocità, del rispetto dell’altro e la verità”, considerando che “il messaggio di ogni religione non è solo un invito a smascherare il male;
ma include anche l'appello a promuovere la pace”, e dunque “il nostro compito è trasformare il senso religioso in cooperazione, fraternità, atti tangibili di bene”.
Afferma il Papa: “Oggi abbiamo bisogno di costruttori di pace, non di fabbricanti di armi; abbiamo bisogno di costruttori di pace, non di istigatori di conflitto; abbiamo bisogno di vigili del fuoco, non di piromani; abbiamo bisogno di coloro che sostengono la riconciliazione, non quelli che minacciano di distruggere”.
Papa Francesco poi entra nel dettaglio del documento, sottolinea che questo inizia proprio con il riconoscimento che tutti siamo fratelli e sorelle, e riconoscendoci tali non “con le parole ma con i fatti e con le opere di carità, specialmente verso i nostri fratelli e suore povere e bisognose”, perché il bene “va rivolto a tutti indiscriminatamente”.
La cultura della tolleranza invece, sottolinea il Papa, “diventerà una realtà quando impareremo a rispettare le differenze e a vederle come una risorsa piuttosto che una minaccia”.
Papa Francesco chiede anche di lasciare che “la religione sia un fattore di pace, convivenza e fratellanza, e non fattore di collisione, odio e violenza”.
Ad Abu Dhabi c’è la Abrahamic Family House, uno dei frutti del Documento della Fratellanza Umana, che vede costruite nello stesso luogo una chiesa, una moschea e una sinagoga. Papa Francesco definisce il progetto come “un luogo di rispetto della diversità, che Dio ha voluto e non
trasformare la differenza in disprezzo o motivo di conflitto. È un luogo di convivenza, tolleranza e fede. Ciascuno di noi può vivere la sua fede nel rispetto la fede dell'altro e la libertà umana. Solo chi non è sicuro della propria fede vive nella paura di incontrare gli altri e correre al confronto. Un vero credente vive la sua fede senza sentimento minacciato da altri e senza la necessità di minacciare gli altri”, ha ribadito l’urgenza di affrontare la crisi ambientale, e ha sottolineato che “l'unico modo efficace per affrontare questa crisi è trovare soluzioni reali ai problemi reali della crisi ambientale. Dobbiamo trasformare le dichiarazioni in azioni prima che sia troppo tardi”.
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