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Pellegrinaggio a piedi Macerata- Loreto, 45 anni di preghiera e ricerca

“Chi cerchi, non che cosa cerchi, perché le cose non bastano per vivere; per vivere occorre il Dio dell’amore… Il bisogno di questo Chi, la ricerca di un amore che dura per sempre, la domanda sul senso della vita, sul dolore, sul tradimento, sulla solitudine. Sono inquietudini di fronte alle quali non bastano ricette e precetti; occorre camminare, occorre camminare insieme, farsi compagni di viaggio... Lo stile di Gesù non è tanto quello di dare risposte ma di fare domande, domande che provocano la vita”.

Da questo discorso di papa Francesco ai partecipanti all’incontro internazionale ‘La Chiesa in uscita. Ricezione e prospettive di Evangelii Gaudiun’, svoltosi in Vaticano nel 2019, prende spunto il tema, ‘Chi cerchi?’, del 45^ pellegrinaggio a piedi da Macerata a Loreto, che si svolge sabato 10 giugno, per testimoniare un avvenimento, con la celebrazione eucaristica presieduta dal card. Angelo De Donatis, vicario di papa Francesco per la diocesi di Roma,:

“Da 45 anni siamo testimoni di questo avvenimento: migliaia di persone si muovono da ogni parte d’Italia e dall’estero e si ritrovano per compiere un impegnativo pellegrinaggio notturno da Macerata a Loreto. E’ impossibile abituarsi a questo spettacolo che si ripete e che si è progressivamente diffuso per una misteriosa attrattiva, più forte della fatica”.

Tale domanda è alla radice del cristianesimo, perché è la domanda che Gesù risorto porge a Maria Maddalena: “Lungo la notte, tuttavia, la domanda particolare di ciascuno si approfondisce. ‘Il nostro sguardo cerca un Volto nella notte’, come recita un inno delle lodi, cioè cerca l’unico Volto che possa fare veramente compagnia al bisogno che è il fondo di tutti i bisogni. Il titolo di quest’anno sottolinea che prima di ogni preoccupazione organizzativa occorre guardare con lealtà in faccia la domanda che Gesù rivolge a Maria Maddalena il mattino di Pasqua: Chi cerchi?”.

Per comprendere meglio le ‘ragioni’ del pellegrinaggio abbiamo chiesto al vescovo emerito della diocesi di Fabriano-Matelica e ‘motore’ instancabile di questo ‘cammino notturno’, mons. Giancarlo Vecerrica, di spiegarci il motivo per cui il tema di quest’anno è una domanda: “Nella mia vita ho trovato che il metodo migliore per conoscere e vivere bene è tenere vive le domande, perché così le risposte diventano più personali, più coinvolgenti e più appassionate. Niebuhr, citato spesso da don Giussani, dice: ‘Niente è tanto incomprensibile come la risposta a una domanda che non si pone’.

Papa Francesco, quando era arcivescovo a Buenos Aires, riprese questa frase come elemento molto importante nella vita. La domanda ci apre a raccogliere la risposta. Gesù, che è la risposta alla domanda ‘Chi cerchi?’, diventa importante quando lo cerchi, altrimenti ne resti indifferente. Quanto è importante porsi le vere domande, oggi, in un mondo sempre più pieno di indifferenza! Papa Francesco, molto meglio di me, risponde a questa domanda, scrivendo: Chi cerchi?, non che cosa cerchi, perché le cose non bastano per vivere; per vivere occorre il Dio dell’amore”.

Chi si mette in pellegrinaggio chi cerca?

“I pellegrini vengono al cammino notturno carichi di intenzioni: è impressionante il numero e le profondità di queste intenzioni che presentano alla Madonna! Soprattutto emerge la domanda veramente essenziale: chi può rispondere a tutte le mie domande della vita? Seguendo la Madonna i pellegrini sono certi che Gesù, essendo Figlio di Dio, è l’unico che può rispondere. Da quando è entrato nel mondo, abitando nella Santa Casa di Loreto, Gesù è diventato tutto per la vita. San Paolo infatti ci dice: ‘La realtà è Cristo’ e papa Francesco a Pasqua ci ha detto: ‘Il futuro è Gesù Cristo’. Mi ha sempre commosso la frase di san Giovanni Crisostomo: Cosa sarei, Cristo mio, senza di te? Creatura finita”.

In quale modo lasciarsi ‘provocare’ da tale domanda?

“Mi piace questa domanda. Io quando ho incontrato don Giussani sono esploso di gioia: finalmente ho trovato chi mi testimonia che Gesù è vivo, è presente e si coinvolge con me. Ero angustiato perché da giovane prete non trovavo le ragioni forti e coinvolgenti per impegnarmi nella pastorale. L’incontro con chi mi testimoniava la presenza di Gesù mi travolse positivamente. In quale modo lasciarsi provocare? Non da soli, ma seguendo coloro che mi interrogano e coloro che mi danno testimonianza. Il Pellegrinaggio è questa occasione. Ecco un esempio. Un sacerdote, vedendo al Pellegrinaggio un gruppo di giovani della sua parrocchia mai visti in chiesa, ha domandato loro il perché sono venuti al Pellegrinaggio e la risposta è stata: ‘Qui ci sentiamo coinvolti’. Quando ho raccontato questo episodio a papa Francesco, mi ha detto: questo è il metodo da usare con i giovani, coinvolgerli! Il Pellegrinaggio pone domande per aprire al Mistero”.

Colui che prega è in ricerca di Qualcuno o Lo ha già trovato?

“E’ tutte e due. Se sono solo, cerco con la preghiera chi mi può aiutare e se l’ho trovato, la preghiera continua per non perderlo, ma ascoltarlo e seguirlo. I pellegrini sono sempre in preghiera per cercare Dio e con Lui coinvolgersi. Così la preghiera è l’anima del Pellegrinaggio e l’applicazione dell’invito di Gesù che nel Vangelo ci ha detto: Pregate sempre”.

Per quale motivo lo stile di Gesù è quello di fare domande provocanti?

“La vita è vocazione, cioè seguire la chiamata di Dio. Per questo Gesù direttamente nel Vangelo e continuamente attraverso la Chiesa, ci pone domande interessanti, cioè provocanti. Chiamandoci a seguirlo Gesù coinvolge tutto noi stessi, cioè la ragione, il cuore e la volontà. Infatti san Pietro ci dice: ‘Siate pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi’. Il Pellegrinaggio è vivere la compagnia di Gesù nella comunione con tutti quelli che lo cercano e lo seguono. Così il Pellegrinaggio educa a vivere la vita di tutti i giorni in comunione con Gesù e con i ‘fratelli tutti’. Il Pellegrinaggio non è di una notte, ma è di tutti i giorni. Lo stile di amore di Gesù diventa amore e pace da testimoniare. Il mio invito è sempre questo: siate pellegrini e non vagabondi! Attendo tutti al 45° Pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto di sabato 10 giugno”.

 

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