Roma, 15 May, 2023 / 2:00 PM
Le madri, da sempre, nella storia della Chiesa e - ancora più precisamente - nella storia dei santi, hanno rappresentato un punto centrale per il cammino spirituale dei figli: è facile pensare a mamma Margherita, ad esempio, madre di San Giovanni Bosco; oppure alla madre dell’imperatore Costantino, la regina Elena che, con la sua incrollabile fede ritrovò i resti della Santa Croce; o ancora Santa Monica che, con perseverante preghiera, riuscì a convertire il figlio Sant’Agostino. Questi, solo alcuni esempi di una lista che sarebbe ben più lunga. Prima fra tutte, ovviamente, la Vergine Maria, esempio eccelso per tutte le donne, per tutte le madri.
Ma la fede s’incarna sempre nell’oggi, non parla del passato. Il suo verbo è al “presente”. E così madri di profonda fede, madri di Resurrezione ce ne sono molte, anche oggi: donne che con eroicità hanno affrontato la perdita dei propri figli con lo sguardo rivolto al Cielo; madri coraggio; madri che hanno imitato la Vergine Maria sotto la Croce del Golgota, nella sofferenza. Storie e volti, biografie che s’intrecciano così come quei fiumi che nel loro cammino s’incontrano fra loro per poi sfociare in un unico grande mare: quello della fede.
E’ il caso di Ornella Loriga Di Maria, volata in cielo semesi fa, dopo aver lottato con tutte le forze per un male che non ha voluto risparmiarla. E’ stata sempre una donna forte, Ornella, perché dopo la morte della figlia Giovanna, ha dovuto superare la malattia e la perdita del marito Giovanni, deceduto nel 2018. Una vita dedicata al racconto della storia della figlia che con la sua seppur breve vita - è deceduta improvvisamente a soli dodici anni, il 24 ottobre del 2002 - ha lasciato a tutti coloro che l’hanno incontrata un universo di insegnamenti, quelli del Vangelo. Giovanna, una bambina come tante, ma con un immenso cuore sempre pronto alla carità e al perdono. Giovanna che voleva combattere la povertà nel mondo; che voleva la pace; che pregava ogni sera il Santo Rosario: una bambina che ha fatto della sua vita un esempio per tutti. E’ il passo del Vangelo di Luca che ha vissuto in lei: “Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio”. Ornella, madre coraggio, che ha fatto della sua vita un canto di lode al Signore, pur nei momenti più difficili della sua vita; Ornella, donna di fede concreta, che con la sua voce granitica e dolce allo stesso tempo, riusciva a infondere speranza a chiunque.
Altra madre coraggio, Carolina Gravina, di San Marco in Lamis, in provincia di Foggia; Carolina e la storia di Rosaria, Giastin e Cosimo: una storia narrata dalla stessa Carolina e dal marito Giuseppe e dal postulatore Enrico Graziano Giovanni Solinas che firmano il bellissimo volume I tre vulcani della gioia edito da Edizioni Messaggero di Sant’Antonio e Velar, dedicato ai tre bambini. Rosaria, Giastin e Cosimo, angeli ritornati al Cielo, in breve tempo, giusto il momento di poter far fiorire sorrisi e canti a chi fosse nel dolore; tre vulcani d’amore, tre fratelli che hanno affrontato la loro malattia - l’amiotrofia spinale di tipo Werdnig Hoffmann che paralizza i muscoli in maniera graduale - con una vitalità sconvolgente, dilagante; la loro non era sopportazione ma vera e propria gioia. Durante la loro vita si sono fatti portatori, testimoni, del Messaggio d’Amore del Vangelo. Carolina, assieme al marito Giuseppe, ha vissuto tutto il periodo della malattia dei figli con lo sguardo della fede; una situazione familiare che per molti avrebbe potuto solamente sembrare Croce di morte sul Golgota; per Carolina è divenuta, invece, Croce di Resurrezione.
Dal sud d’Italia, ci spostiamo nel Veneto, terra di cieli azzurri e prati verdeggianti. E proprio ai prati in fiore ha sempre guardato Laura - per tutti Lauretta - Degan che ha vissuto la sua breve ma importante e preziosa esistenza come dono per gli altri. Laura si ammala di tumore all’età di soli due anni; nata a Padova il 13 dicembre, giorno di santa Lucia, volerà in cielo l’11 settembre del 1994, a soli sette anni. Anche dietro la storia di Lauretta c’è una madre coraggio: Paola Franceschetto, donna di tangibile fede; animo gentile così come quello di Laura. E sarà proprio mamma Paola ad accompagnare la piccola Lauretta, ogni volta che durante la malattia dovranno recarsi a Padova per effettuare le visite oncologiche, alla cella di San Leopoldo Mandic. Fra il santo cappuccino e Lauretta, una sorta di amicizia spirituale tutta particolare: la piccola lo chiamerà “Nonno Poldo”. La vita di Lauretta è stata un vero miracolo: donarsi agli altri, ai bisognosi; una gioia di vivere espressa anche nei momenti in cui la malattia l’aveva profondamente segnata. Paola Franceschetto continua a diffondere quel messaggio d’Amore che la figlia le ha trasmesso durante tutta la sua breve ma intensa esistenza.
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