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Un servizio di EWTN News

Letture, Ferruccio Parazzoli le sue passioni la sua fede

Strade diverse, strade che attraversano oscurità e luce, tra polvere e giardini, tra orizzonti sterminati e l’oppressione di periferie desolate, strade che finiscono per addentrarsi nei labirinti di anime inquiete….nella perenne ricerca di un senso, del volto di Dio. Possiamo forse descrivere così, in sintesi, la parabola letteraria di un grande scrittore, Ferruccio Parazzoli, la cui parabola letteraria ci appare proprio come una strada percorsa “in solitaria”, senza mai rincorrere mode, ideologie, astrazioni, successo, popolarità.

Dai suoi libri non si ricavano trame per serie che spopolano sui social, ne’ scalano le classifiche più disparate. Eppure Parazzoli conosce molto bene i meccanismi editoriali, avendo lavorando a lungo in questo settore. I suoi libri scavano, sedimentano, affratellano. Invitano ad avventure dell’anima, cammini obliqui, incontri indimenticabili, usando una scrittura duttile, contemporanea e allo stesso tempo “classica” per nitidezza, precisione e insieme poeticità. Un autentico toccasana in un mare di insignificanza letteraria contemporanea.

"Il gioco dell’addio" è il titolo dell’ultimo libro scritto da Parazzoli. I tre protagonisti sono Marco, Tommaso, Myriam…Myriam  come la Madre di Gesù, come le donne di Magdala, di Betania, compresa una delle sorelle del redivivo Lazzaro. Secondo una tradizione antichissima,  Gesù avrebbe dettato il Vangelo definitivo, tutto incentrato sull’evento della Risurrezione. Un’ipotesi inverosimile, ma affascinante, che Parazzoli riprende ancora una volta, visto che la ipotesi teologico-narrativa, attraverso una personale rilettura del Nuovo Testamento, è spesso presente nei suoi romanzi, e non solo nei suoi. 

La ricerca di  un misterioso Vangelo di Eléazar è il tema portante di "La camera alta", scritto nel 1998, in cui vengono introdotti i personaggi di Tommaso Vegas e di Myriam che, appunto, riprendono il cammino nel "Gioco dell’addio". In realtà  nel "1994. La nudità e la spada", del 1990, Tommaso compare tra i protagonisti di una vicenda a cui fa da sfondo un’Italia ormai completamente scristianizzata e governata da un regime che costringe alla clandestinità gli ultimi cristiani. Echi di altri grandi racconti, in primis dall’Anticristo di Solo’ev   a Robert Hugh Benson con il suo Padrone del mondo.

Altra rilettura in chiave personale, originale e profonda è quella messa in atto nei confronti della vita e dell’opera di Dostoevskij, una grande passione di Parazzoli stesso, in cui, come è stato scritto, si rivela lo sguardo colmo d’amore e di spietatezza con cui un figlio guarda al proprio padre. Inventando una sorta di doppio dello scrittore russo, viene disegnata la figura di Dostoevskij come un uomo profondamente malato ma assetato di vita e di gloria letteraria. Nel suo animo, diviso tra l’orrore e l’attrazione del male, si agitano sentimenti opposti: l’amore, di cui va alla disperata ricerca, il rifiuto di concedersi, chiuso in un esasperato egocentrismo, e l’insanabile passione per il gioco d’azzardo. E su tutto il suo sguardo assetato, perforante, abissale.

Esiste però un’altra passione di questo scrittore pluripremiato e fuori dagli schemi, con oltre 50 libri pubblicati,  di cui forse non si sarebbe detto: la passione per  Emilio Salgari e, come conseguenza per così dire inevitabile, la passione per i sogni, i viaggi impossibili, le avventure più mirabolanti. Tutto è cominciato quando al Ferruccio undicenne e convalescente, dopo aver dovuto affrontare  due operazioni, viene regalato Sulle frontiere del Far West’ di Salgari appunto. Parlando di questa folgorazione, Parazzoli dice: "Ero tornato immortale, le ansie di mia madre non mi toccavano, ero lontano, accanto a John lo scorridore, l’indian agent, accanto a Nuvola Rossa, alla feroce Yalla, alla piccola e poi non più piccola Minnehaha". Quell’esperienza fondamentale, quell’imprimatur ricevuto nei giorni dell’infanzia e dell’adolescenza, a quei viaggi infiniti tra giungla, deserti, praterie,  ha spinto Parazzoli a dedicare un libro che si intitola appunto "Emilio Salgari. Il grande sogno" pubblicato dalle Edizioni Ares. Analizzando la vita e le opere Parazzoli fa comprendere come la dimensione del sogno era essenziale per Salgari, così oppresso nella vita quotidiana, avendo scoperto una via aperta entrare in un universo sconfinato in cui vivere infinite avventure. Perché "Salgari sta sognando e noi entriamo nel suo sogno", una lanterna magica. Quando si leggono i suoi libri non si vedono più le parole stampate, ma si entra nel mondo dell’autore. Salgari sta sognando e noi entriamo nel suo sogno.

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