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Un servizio di EWTN News

Una celebrazione speciale a Cracovia per i 25 da vescovo del cardinale Stanislaw Dziwisz

Il 19 marzo 1998, nella solennità di San Giuseppe, Giovanni Paolo II celebrò una Messa che ebbe un particolare significato. Il motivo lo spiegò lui stesso: “Quest’anno ho scelto la solennità di San Giuseppe per l’ordinazione episcopale di tre presbiteri, ai quali sono particolarmente legato per il singolare servizio alla Santa Sede ed alla mia persona da essi svolto. Essi sono: monsignor James Harvey, mons. Stanislaw Dziwisz e mons. Piero Marini”. Da quella Messa sono passati 25 anni. Il 19 marzo 2023 i tre prelati hanno voluto ricordare la loro ordinazione episcopale con una Messa solenne di ringraziamento nella stessa Basilica vaticana, presso il monumentale altare della Cattedra.

Ma il 25° anniversario della consacrazione episcopale del card. Stanisław Dziwisz si è festeggiato anche a Cracovia, nel santuario di S. Giovanni Paolo II. Il 30 aprile, nella domenica del Buon Pastore si è celebrata una solenne Santa Messa con la partecipazione del card. Kazimierz Nycz, arcivescovi: Józef Guzdek, Grzegorz Ryś, Marek Jędraszewski, nonché altri arcivescovi e vescovi della Polonia e dell'estero, tra cui l'arcivescovo Jan Babjak dalla Slovacchia e l'arcivescovo Renato Boccardo dall'Italia.

All'inizio è stato letto il telegramma del Santo Padre Francesco. "Accompagniamo con affetto il nostro venerabile fratello Stanisław Cardinale Dziwisz, Arcivescovo emerito di Cracovia, che nella solennità di San Giuseppe, Sposo della Beata Vergine Maria celebra il giubileo d'argento dell'Episcopato, ricordando la sua fedeltà e la costanza nel ministero diligentemente svolto non soltanto per il Sommo Pontefice san Giovanni Paolo II, nostro predecessore, ma anche per il miglior bene della Sede Apostolica e per la salvezza delle anime umane, in special modo della comunità di Cracovia”.

Rivolgendosi al card. Dziwisz, attuale arcivescovo di Cracovia mons. Jedraszewski ha spiegato che san Giovanni Paolo II il Grande, chiamando il suo segretario nel gruppo dei successori degli Apostoli, gli ha suggerito personalmente il motto vescovile: “Sursum corda” (In alto i vostri cuori). “Poiché Cristo chiama i suoi discepoli a seguirlo, san Paolo fa notare che questa sequela di Cristo esige dai cristiani una costante tensione verso l'alto: ‘Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù, dov'è Cristo, seduto alla destra di Dio. Cercate ciò che è in alto, non ciò che è in terra’” – ha continuato mons. Jedraszewski che, successivamente rivolgendosi al card. Dziwisz, ha detto: “Nel suo attuale percorso di vita, per molti anni, anche per diversi decenni, lei è stato in qualche modo trascinato ‘verso l'alto’ (sursum) dalla sua stessa presenza nella beata ‘ombra di Pietro’, di san Giovanni Paolo II il Grande. Per diciotto anni, dal 2 aprile 2005, è stato alla sua ombra in modo diverso: lei continua a servire questo Papa, ricordandolo costantemente e curando il suo luminoso ricordo tra noi, che talvolta viene suggellato non solo con grande gioia, ma anche con sofferenze personali. Questo è il suo cammino ascendente, il suo ‘sursum’, che compie ogni giorno grazie alla forza dello Spirito Santo ricevuto per l'imposizione delle mani di Pietro nel giorno della sua ordinazione episcopale, il 19 marzo 1998”.

L'omelia è stata pronunciata dall'arcivescovo Józef Kowalczyk, primate emerito della Polonia. Mons. Kowalczyk, riferendosi al Vangelo della domenica, ha detto che "tra i tanti pericoli che ci circondano, in un mondo pieno di pseudo-pastori che non entrano nell'ovile dal cancello principale, ma si intrufolano di notte per manipolare e usare le pecore per i loro scopi egoistici", c’è una fonte di speranza: Gesù Cristo, Buon Pastore.

Mons. Kowalczyk ha ricordato le parole del Papa durante l’ordinazione episcopale di mons. Dziwisz: “Trentacinque anni or sono, ti ordinai io stesso sacerdote nella Cattedrale di Wawel, e dopo tre anni ti nominai mio cappellano. Fin dall'inizio del mio ministero petrino, mi sei al fianco quale fedele Segretario, condividendo con me fatiche e gioie, speranze e trepidazioni”.

“Signor Cardinale, sono convinto che solo a lei san Giovanni Paolo II poteva indirizzare tali parole. Perché è stato lei - come probabilmente nessun altro avrebbe potuto - a sostenerlo in questa meravigliosa, responsabile, ma anche difficilissima missione di Capo della Chiesa Cattolica. Gli era completamente devoto. Abbiamo sempre guardato con grande ammirazione alla sua fedeltà e devozione al Papa” – ha detto mons. Kowalczyk rivolgendosi al card. Dziwisz. E ha aggiunto: “Giovanni Paolo II, la sua meravigliosa, bella e santa - senza ombra di dubbio - vita, è stata per lei un'ispirazione e una fonte alla quale attingeva ogni giorno. La sua vita al fianco del grande san Giovanni Paolo II ha portato tanti meravigliosi frutti, che oggi presentiamo sull'Altare del Sacrificio, rendendo a Dio, il dovuto omaggio e adorazione”.

Mons. Kowalczyk ha voluto ricordare che tra “i molti frutti belli e preziosi della vita” del Cardinale c’è prima di tutto il Centro Giovanni Paolo II "Non abbiate paura" con il Santuario di san Giovanni Paolo II il Grande. “Questo è il suo grande lavoro! Dio solo sa quanto impegno ha messo nella realizzazione di quest'opera, ispirata dalla grandezza e, soprattutto, dalla santità di Giovanni Paolo il Grande. Oggi ringraziamo Dio per averLa ispirato questa idea, perché l'eredità di san Giovanni Paolo II non deve essere perso in alcun modo” – ha aggiunto il Primate emerito.

Alla fine della sua omelia l’arcivescovo Kowalczyk ha ringraziato il card. Dziwisz per la fedele custodia del patrimonio di Giovanni Paolo II: “Per tante persone di buona volontà, lei è il Custode del patrimonio di san Giovanni Paolo II. La sua eredità scientifica, intellettuale, umanistica e, soprattutto, spirituale è così grande che a volte è difficile credere che tanto possa essere realizzato da un solo uomo. Il grande santo che ha stupito il mondo intero”.

Al termine della Santa Messa, il card. Dziwisz ha ringraziato tutti i presenti che sono venuti per ringraziare Dio per san Giovanni Paolo II e per i venticinque anni del suo episcopato, iniziati con la consacrazione nella Basilica di San Pietro il 19 marzo 1998.

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