Città del Vaticano , 16 April, 2023 / 12:22 AM
Il Papa ricorda la Divina Misericordia con un pensiero alla memoria di Giovanni Paolo II "in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate".
Il riferimento è alla vicenda del casa Orlandi. Il fratello della ragazza misteriosamente scomparsa 40 anni fa ha chiesto al Papa di essere ascoltato dal magistrato vaticano, ha poi lanciato assurde accuse in un programma tv e insieme al suo avvocato ha rifiutato di comunicare le fonti e le prove della accuse. Ne è seguito una duro scambio di comunicati pubblicati dai media vaticani, dopo che il cardinale Stanislao Dziwisz, per 40 anni segretario di Karol Wojtyła prima e di Giovanni Paolo II aveva pubblicato una dura nota per confutare le infondate accuse. La Santa Sede è intervenuta successivamente e oggi finalmente ha parlato anche Papa Francesco, senza però entrare nel dettaglio, lui stesso aveva deciso di far accedere Pietro Orlandi alla magistratura vaticana.
Alle 14.20 circa di oggi la Presidenza della CEI ha diffuso una nota nelal quale "a nome dei Vescovi italiani, si unisce al “pensiero grato alla memoria di San Giovanni Paolo II, in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate”, rivolto oggi da Papa Francesco dopo la recita del “Regina Caeli”. Non ci possono essere mezzi termini, infatti, per definire i recenti attacchi verso San Giovanni Paolo II.
Nella Domenica della Divina Misericordia, istituita nel 2000 da Wojtyla, ricordiamo proprio le Sue parole: “Il messaggio della divina misericordia è così, implicitamente, anche un messaggio sul valore di ogni uomo. Ogni persona è preziosa agli occhi di Dio, per ciascuno Cristo ha dato la sua vita, a tutti il Padre fa dono del suo Spirito e offre l’accesso alla sua intimità” (Omelia, 30 aprile 2000)".
"Noi, dove cerchiamo il Risorto?" É la domanda che si è posto Papa Francesco come commento al brano del Vangelo della liturgia di oggi Domenica della Divina Misericordia che presenta due apparizioni di Gesù risorto ai discepoli e in particolare a Tommaso.
Della incredulità di Tommaso parla il Papa, che cerca un "segno straordinario" e Gesù gli fa capire nella comunità e non fuori "come a dirgli: se vuoi incontrarmi non cercare lontano, resta nella comunità, con gli altri; non andare via, prega con loro, spezza con loro il pane" E lo stesso il Signore dice a noi "senza la comunità è difficile trovare Gesù" dice il Papa.
Ecco allora l'esame di coscienza per tutti: "Noi, dove cerchiamo il Risorto? In qualche evento speciale, in qualche manifestazione religiosa spettacolare o eclatante, unicamente nelle nostre emozioni e sensazioni? Oppure nella comunità, nella Chiesa, accettando la sfida di restarci, anche se non è perfetta? Nonostante tutti i suoi limiti e le sue cadute, che sono i nostri limiti e le nostre cadute, la nostra Madre Chiesa è il Corpo di Cristo; ed è lì, nel Corpo di Cristo, che si trovano impressi, ancora e per sempre, i segni più grandi del suo amore. Chiediamoci però se, in nome di questo amore, in nome delle piaghe di Gesù, siamo disposti ad aprire le braccia a chi è ferito dalla vita, senza escludere nessuno dalla misericordia di Dio, ma accogliendo tutti; ciascuno come un fratello, come una sorella, Dio accoglie tutti".
Dopo la preghiera del Regina Coeli, il Papa ha espresso la sua vicinanza ai fratelli orientali per la Pasqua e,ha detto in stridente contrasto con il messaggio Pasquale le guerre continuano. Non si deve vivere lo sgomento dato dalla mano dell' uomo.
Poi un pensiero al Sudan, e invita a pregare per un dialogo per la pace, e poi alla Pasqua in Russia e Ucraina "che il Signore gli aiuti a fare la pace".
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