Città del Vaticano , 17 March, 2023 / 4:00 PM
Il Popolo di Dio ha bisogno di una “teologia che non parli di Dio sempre e soltanto in terza persona, con categorie mutuate spesso dal sistema filosofico del momento, incomprensibili fuori della ristretta cerchia degli iniziati”. Lo ha ricordato stamane il Cardinale Raniero Cantalamessa, Predicatore della Casa Pontificia, in occasione della Terza Predica di Quaresima.
Secondo il porporato francescano “la notizia più bella che la Chiesa ha il compito di far risuonare nel mondo è che Dio ti ama. È una certezza che deve scardinare e sostituire quella che ci portiamo dentro da sempre: Dio ti giudica”.
Il Cardinale Cantalamessa ha poi invitato a guardare “allo Spirito Santo come amore, prima ed essenziale dimensione dello Spirito di cui Chiesa ha bisogno. Solo la carità edifica, la conoscenza spesso non fa che dividere”.
Guardando al mistero della Passione il Cardinale ha sottolineato che “non siamo stati salvati dal dolore di Cristo, ma dal suo amore, dall’amore che si esprime nel sacrificio di se stesso, dall’amore crocifisso. La morte è il segno, l’amore il significato”.
Parlando poi del mistero trinatario, il Predicatore ha specificato che non si tratta di “matematica, ma d’amore e di comunione” ma il vero mistero –“non è la Trinità, ma capire cos’è in realtà l’amore. Non ci sarà dato di capire appieno cos’è l’amore neppure nella vita eterna. Ci sarà dato, tuttavia, qualcosa di meglio che conoscerlo, e cioè possederlo e saziarcene eternamente”.
Dio infine – ha detto ancora il Cardinale - ha disposto “l’incarnazione del Verbo non perché vuole avere fuori di sé qualcuno che lo ami in modo degno di sé, ma perché vuole avere fuori di sé qualcuno da amare in modo degno di sé”.
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