Città del Vaticano , 09 February, 2023 / 1:30 PM
"La vostra opera, cari amici, è nata grazie all'aver saputo trasformare l’esperienza della sofferenza in vicinanza al dolore degli altri, superando la tentazione della chiusura, rialzando il capo, piegando le ginocchia e tendendo le mani". Papa Francesco riceve in Udienza in Vaticano la Delegazione di esponenti dell’Area Medica dell’Ufficio di Pastorale Sanitaria della Diocesi di Roma, in occasione della Giornata Mondiale del Malato.
Francesco durante il suo discorso sottolinea tre atteggiamenti importanti di questo cammino: primo, farsi vicini a chi soffre; secondo, dare voce alle sofferenze inascoltate; terzo, farsi fermento coinvolgente di carità.
L’Area Medica dell’Ufficio di Pastorale Sanitaria della Diocesi di Roma, affidata alla responsabilità della Dott.ssa Edith Aldama, nasce due anni fa con uno sguardo rivolto verso i malati affetti da malattie reumatologiche, fibromialgia e che soffrono di dolore cronico, per donare loro la presenza e la prossimità della Chiesa Cattolica.
"Ricordiamo prima di tutto quanto è importante farsi vicini a chi soffre, offrendo ascolto, amore e accoglienza. Ma per far questo bisogna imparare a vedere, nel dolore del fratello, un “segnale di precedenza”, che in fondo al cuore ci impone di fermarci e non ci permette di andare oltre. Questa è una sensibilità che aumenta quanto più ci lasciamo coinvolgere dall’incontro con chi soffre. E camminare insieme così aiuta tutti noi a cogliere il senso più vero della vita, che è l’amore", spiega così Francesco il primo atteggiamento.
Poi per il Papa occorre "dare voce alla sofferenza inascoltata di chi, nella malattia, è lasciato solo, privo di sostegno economico e morale, facilmente esposto alla disperazione e alla perdita della fede, come può accadere a chi è affetto dalla fibromialgia e da dolore cronico. Lanciamo una sfida alle nostre città, a volte deserte di umanità e sorde alla compassione. Accogliamo il grido di chi soffre e facciamo in modo che sia ascoltato".
Infine ultimo atteggiamento. "Farsi fermento di carità vuol dire anche “fare rete”. In ch modo? Semplicemente condividendo uno stile di gratuità e di reciprocità, perché tutti siamo bisognosi e tutti possiamo donare e ricevere qualcosa, anche solo un sorriso", dice il Pontefice.
"Cari amici, stare vicino a chi è nel dolore non è facile, voi lo sapete bene. Per questo vi dico: non scoraggiatevi!", conclude cosi Papa Francesco.
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