Iskenderun, 06 February, 2023 / 2:00 PM
"C'è stata una scossa a Istambul verso le tre di notte e già non sembrava una cosa da poco, e questo invece è più che il doppio. 7.8 e invece quello di Istambul di ieri notte era di 3.5".
Lo racconta monsignor arcieparca di Costantinopoli degli armeni.
"Le comunità cattoliche tutte insieme non superano le 30 mila persone e la maggiore concentrazione è ad Istambul ci sono alcuni ad Ankara. Le comunità cattoliche a parte gli armeni cattolici che soni 2000 e i siri cattolici che sono circa 1000. I cattolici latini oriundi di Istambul sono mille persone il resto sono lavoratori filippini o africano che si trovano in Turchia e sono in varie zone ,ma soprattutto ad Istambul.
La comunità armena e una siriaca sono a Mardin nella zona dove il terremoto è stato più violento
Mardin è costruita in roccia calcarea estratta per secoli nelle cave della zona e non lontano si trova il Monastero di Mor Hananyo fondato nel 493. Mardin è sede vescovile titolare della Chiesa cattolica armena, della Chiesa cattolica caldea e della Chiesa cattolica siriaca. Ma le notizie sono ancora frammentarie".
Ad Alessandretta la situazione è grave per il crollo della cattedrale e così anche è grave la situazione ad Aleppo dove Padre Imad Daher, sacerdote della Chiesa Melkita nella parrocchia di Vergine Maria è rimasto sotto le macerie. Ha collaborato anche con Radio Maria.
La Caritas in Turchia è guidata dal vescovo latino di Iskenderum, e in genere si occupa di profughi e rifugiati, e darà il suo massimo contributo.
Nella comunità cattolica di Aleppo ci sono situazioni molto diverse. " Ho sentito i preti della nostra parrocchia ad Aleppo e stanno bene", spiega Naamo Nareg Luis rettore del Collegio armeno a Roma. Certo ci sono danni e vittime da verificare. L'arcivescovo maronita di Aleppo è in Egitto al momento e solo nei prossimi giorni si saprà la vera entità del disastro.
Come riporta la Custodia di Terra Santa nella parrocchia latina della città, il parroco francescano Fr. Bahjat Karakach, ofm, racconta che ad Aleppo ci sono almeno una quarantina di palazzi distrutti e molte persone ancora intrappolate sotto le macerie."
Già nelle prime ore dell'alba, i frati hanno aperto le porte del loro convento agli abitanti: "abbiamo celebrato la messa ed aperto la sala per accogliere la gente e dare a tutti un po' da mangiare; la nostra cucina di beneficenza, che di solito offre 1.200 pasti al giorno per i poveri, oggi si attiverà al massimo per aiutare tutti coloro che sono rimasti senza casa e non potranno mangiare".
Padre Bashar aggiunge: "i danni non si limitano alla città di Aleppo, ci sono danni anche al nord, nei villaggi dove si trovano i nostri confratelli francescani a Qnaye, a Latakia e Al Yacoubiya".
Aggiornato alle ore 18.00
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