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Un servizio di EWTN News

Cosa ha fatto, chi ha incontrato il Consiglio Pan-Ucraino delle Chiese in Vaticano

Il Consiglio Pan-Ucraino delle Chiese e delle Organizzazioni Religiose in visita al Dicastero per la Promozione dell'Unità dei Cristiani

Papa Francesco non ha mancato di mostrare il suo sostegno, parlando a braccio e consegnando il discorso. Il Cardinale Pietro Parolin, che è stato due volte in craina da quando è Segretario di Stato, ha mostrato vicinanza e comprensione. Hanno partecipato ai Vespri di chiusura della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani a San Paolo Fuori le Mura, rendendosi visibili. Il Consiglio Pan-Ucraino delle Chiese e delle Organizzazioni Religiose aveva però anche un obiettivo più grande per il suo viaggio a Roma: dimostrare che le organizzazioni religiose possono davvero essere il futuro dell’Ucraina.

Non è una motivazione banale. Prima dell’inizio della guerra, l’Ucraina era stato il teatro di quello che è stato chiamato “lo scisma ortodosso”, perché il Patriarcato di Mosca non aveva accettato l’autocefalia (ovvero, l’autonomia) garantita dal Patriarcato di Costantinopoli alla Chiesa Ortodossa Russa. L’Ucraina, era il ragionamento, era territorio canonico di Mosca, e dunque era un abuso. E forse è stato lì che ci sono stati i primi scricchiolii in una situazione già resa difficile dall’annessione della Crimea nel 2014 e poi dalla costituzione delle autoproclamate repubbliche del Donbass e Luhansk.

Ebbene, in questa situazione di guerra, le Chiese comunque riuscivano a lavorare insieme. Il Consiglio Pan-Ucraino è nato nel 1996, e include il 95 per cento delle organizzazioni religiose ucraine. La presidenza cambia ogni sei mesi. Vi siedono insieme la Chiesa Ortodossa Ucraina che quella legata a Mosca, e insieme lavorano, e insieme erano a Roma. Fanno comunicati per i diritti umani, si occupano del rapporto Stato-Chiesa, sono voce ascoltata. E raccontano un mondo in cui diverse confessioni possono collaborare insieme per la pace.

A conclusione della loro visita, in una conferenza stampa il 26 gennaio, l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, ha descritto così la situazione: “Ho insegnato anni la morale sociale della Chiesa cattolica che non parla più di guerra giusta ma di costruzione della pace nel mondo. Ma quando ho visto le fosse comuni e ho visto i cadaveri di donne e di giovani, ho ripensato a tutta la dottrina della Chiesa cattolica che ho insegnato per anni. Mi sono chiesto: come possiamo fare per fermare l’aggressore? Come possiamo proteggere la vita? Devo dire che questa domanda ancora oggi rimane aperta. Se voi sapete come fermare i carri armati russi senza usare le armi, vi saremmo grati”.

In realtà, i videomessaggi di Sua Beatitudine sono già il tentativo di costruire una dottrina sociale cattolica che possa funzionare in tempo di guerra. Una catechesi di tipo innovativo, nuovo, importante.

Per Shevchuk, “la guerra è sempre un orrore e deve essere condannata. Ma l’Ucraina oggi è costretta a difendersi, e questa difesa deve essere proporzionale nell’uso delle armi”.

E ancora “non può esistere pace senza giustizia”, e la giustizia è la liberazione del territorio ucraino entro i confini riconosciuti dal diritto internazionale. A Papa Francesco, hanno parlato anche della situazione nelle zone occupate dai russi, dove centinaia di bambini sono stati rubati ai genitori, gli ospedali sono stati saccheggiati, la gente buttata via dalle case.

Valerii Antoniuk, Capo dell’Unione Panucraina delle Chiese dei Cristiani Evangelici Battisti, ha puntato il dito sulla “ideologia del mondo russo”, definita “molto pericolosa”, e del “progetto imperiale” che sta conducendo la Russia.

Durante l’incontro con Papa Francesco, Shevchuk ha anche consegnato una lista di prigionieri, che si spera l’intervento del Papa aiuterà a liberare, come già successo in altre situazioni. La lista include soprattutto quanti hanno assistito i feriti nell’assedio di Azovstal a Mariupol.

Di un viaggio del Papa in Ucraina, invece, non c’è ancora traccia. L’arcivescovo di Leopoli Mieczyslaw Mokrzycki ha rimarcato la commozione del Papa, lo scorso 8 dicembre, durante la preghiera davanti l’immagine dell’Immacolata in piazza di Spagna, gesto che avrebbe aiutato a superare alcune incomprensioni.

La visita del Consiglio si è tenuta dal 24 al 26 gennaio. Ha incluso anche una visita all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, di proprietà della Segreteria di Stato, per ringraziare dell’accoglienza data ai bambini ucraini vittime del conflitto o già malati e impossibilitati a ricevere cure adeguate.

Il vescovo Marcos della diocesi ucraina della Chiesa Apostolica Armena ha ringraziato l’ospedale, che cura 1.938 bambini ucraini, dicendo che “non avete solo salvato la vita dei bambini, ma anche delle famiglie”.

Il 25 gennaio, il gruppo ha fatto visita al Cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Ringraziandoli per il lavoro fatto per il Paese, il Cardinale ha anche notato che “Gesù non ordina l’unità ai discepoli, ma li incoraggia a pregare per essa. L’unità è un dono dello Spirito Santo, e la preparazione a riceverlo è la preghiera. Non esiste un vero impegno ecumenico senza conversione. È importante impegnarsi nella promozione della giustizia, perché la pace è il frutto della giustizia.”

Durante il loro soggiorno a Roma, i rappresentanti del Consiglio pan-ucraino delle Chiese hanno incontrato, oltre al Cardinale Koch, altri capi-Dicastero della Curia romana e lo stesso Papa Francesco. Sempre il 25 gennaio, giornata in cui si chiude tradizionalmente la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, essi hanno partecipato, nella basilica di San Paolo Fuori le Mura, ai Vespri presieduti dal Santo Padre.

Il Consiglio, istituito nel 1996, è composto da 15 Chiese e Organizzazioni religiose; è un’organizzazione interconfessionale, che rappresenta oltre il 95% di tutte le organizzazioni religiose in Ucraina. Ha lo scopo di raggruppare le varie confessioni cristiane nel loro sforzo di promuovere la rinascita spirituale dell’Ucraina, coordinare il dialogo interconfessionale, partecipare alla redazione di progetti di legge sulle relazioni tra Chiesa e Stato, e favorire attività caritative.

Ecco i membri del Consiglio che hanno fatto visita in Vaticano: il Vescovo Marcos Hovhannisyan dell’Eparchia ucraina della Chiesa armena apostolica, Presidente del Consiglio; l’Arcivescovo Maggiore Sviatoslav Shevchuk di Kyiv-Halyč, Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina; il Metropolita Epiphaniy, Primate della Chiesa ortodossa dell’Ucraina; l’Arcivescovo Mieczysław Mokrzycki di Lviv dei Latini, Presidente ad interim della Conferenza episcopale ucraina; il Rev.do Arciprete Mykola Danylevych, Vicecapo del Dipartimento delle Relazioni esterne della Chiesa ortodossa ucraina; il Rev.do Valerii Antoniuk, Capo dell’Unione di tutti i fedeli delle Chiese evangeliche battiste; il Rev.do Anatoliy Kozachok, Primo Vice Decano della Chiesa pentecostale ucraina; il Rev.do Stanislav Nosov, Presidente della Chiesa Avventista del Settimo Giorno in Ucraina; il Rev.do Oleksandr Gross, Presidente del Sinodo della Chiesa evangelica luterana tedesca dell’Ucraina; il Rev.do Anatoliy Raychynets, Pastore, Presidente del Dipartimento per le Relazioni Esterne della Chiesa evangelica ucraina: il Mufti Akhmed Tamim, Capo dei musulmani ucraini, Mufti Supremo dell’Ucraina; il Rabbino Yaakov Dov Bleich, Rabbino Capo di Kyiv e dell’Ucraina, Presidente dell’Unione dell’Organizzazione Religiosa Ebraica dell’Ucraina; il Rev.do Oleksandr Babiychuk, Segretario Generale della Società Biblica Ucraina, Vice Decano della Chiesa pentecostale ucraina; il Dott. Oleksandr Zaiets, Presidente del Consiglio di amministrazione dell’Istituto per la Libertà Religiosa, attuale Segretario del Consiglio.

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