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Papa Francesco, “per stare con Gesù ci vuole il coraggio di lasciare”

Papa Francesco dalla finestra del suo studio per la preghiera dell'Angelus

Per seguire Gesù ci vuole il coraggio di lasciare. Di lasciare gli egoismi, i calcoli, ma anche di lasciare il quieto vivere, per abbandonarsi a Gesù. Papa Francesco ripercorre il passo del Vangelo in cui Gesù chiama i primi discepoli, che lasciano le reti e lo seguono. E ribadisce che la necessità di lasciare è la prima caratteristica di un buon discepolo. Dopo l'Angelus, appelli per Myanmar, Perù, Camerun, Ucraina. 

È la Terza Domenica del Tempo Ordinario, ed è la Domenica che il Papa ha voluto dedicata alla Parola di Dio. Nella mattina, in San Pietro, il Papa ha dato il mandato a nuovi lettori e catechisti, delineando ancora una volta nell’omelia il profilo di Chiesa missionaria che desidera.

Ora, di fronte a una piccola folla radunata in una piazza San Pietro un po’ nuvolosa e fredda, il Papa riprende il concetto, commentando in particolare il momento in cui i discepoli lasciano le reti e lo seguono, che è il “momento dell’incontro decisivo con Gesù, quello che ricorderanno per tutta la vita e che entra nel Vangelo”.

Commenta Papa Francesco: “Lasciare per seguire. Con Gesù è sempre così. Si può cominciare in qualche modo ad avvertire il suo fascino, magari grazie ad altri. Poi la conoscenza può diventare più personale e accendere una luce nel cuore”.

Ma “prima o poi arriva il momento in cui è necessario lasciare per seguirlo”, che porta ad un bivio nella vita, se lasciare tutto e rimanere nella propria zona di conforto, un “momento decisivo” – spiega Papa Francesco – perché “se non si trova il coraggio di mettersi in cammino, c’è il rischio di restare spettatori della propria esistenza e di vivere la fede a metà”.

Cosa si deve lasciare per seguire Gesù? Certamente, risponde il Papa, “i nostri vizi e i nostri peccati, che sono come ancore che ci bloccano a riva e ci impediscono di prendere il largo". E - aggiunge Papa Francesco -  "per lasciare occore cominciare chiedendo perdono”. Ma anche “ciò che ci trattiene dal vivere pienamente, come le paure, i calcoli egoistici, le garanzie per restare al sicuro vivendo al ribasso”.

Inoltre, bisogna “rinunciare al tempo che si spreca dietro a tante cose inutili”.

Per Papa Francesco, è “bello lasciare tutto questo per vivere, ad esempio, il rischio faticoso ma appagante del servizio, o per dedicare tempo alla preghiera, così da crescere nell’amicizia con il Signore”.

E fa l’esempio di “una giovane famiglia, che lascia il quieto vivere per aprirsi all’imprevedibile e bellissima avventura della maternità e della paternità”. Oppure, quello di “certe professioni, ad esempio a un medico o a un operatore sanitario che hanno rinunciato a tanto tempo libero per studiare e prepararsi, e ora fanno del bene dedicando molte ore del giorno e della notte, molte energie fisiche e mentali per i malati”.

Insomma – chiosa Papa Francesco – “per realizzare la vita occorre accettare la sfida di lasciare. A questo Gesù invita ciascuno di noi oggi”. E così, il Papa conclude invitando tutti a chiedersi se c’è stato un momento forte in cui abbiamo incontrato Gesù, e se oggi c’è qualcosa cui Gesù ci chiede di rinunciare.

Dopo l’Angelus, Papa Francesco ricorda che questa è la domenica della Parola di Dio, invita a riscoprire “con stupore il fatto che Dio ci parla in particolare attraverso le Sacra Scrittura”, e invita ancora una volta a portare sempre con sé un Vangelo.

Poi, gli auguri per il Capodanno lunare che si celebra in Estremo Oriente, esprimendo in particolare “vicinanza spirituale a quanti sperimentano momenti di prova”, tra cui anche la recrudescenza della pandemia”.

Il Papa guarda poi al panorama mondiale: un pensiero per il Myanmar, dove è stata incendiata e distrutta la chiesa dell’Assunzione a Chan Tar, uno dei luoghi di culto più antichi del Paese. “Voglia Dio – dice il Papa - che finisca presto questo conflitto e si apra un tempo nuovo di pace”.

Quindi, l’appello perché “cessino gli atti di violenza in Perù”, dove le proteste antigovernative hanno portato a diversi scontri. “La violenza – afferma Papa Francesco - spegne la speranza di una giusta soluzione dei problemi. Incoraggio a intraprendere la via del dialogo tra fratelli nella stessa nazione, nel pieno rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto. No Mas Muertes”.

Africa, uno sguardo al Camerun e al conflitto nelle Regioni anglofone, dove sembra si stia per arrivare ad una soluzione. Papa Francesco incoraggia “a perseverare nella via del dialogo e della comprensione reciproca”.

Infine, il Papa chiede di “invocare la pace per la martoriata ucraina. Il Signore conforti quel popolo che soffre tanto”.

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