Città del Vaticano , 18 January, 2023 / 9:25 AM
Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il nuovo ciclo di catechesi "La passione per l’evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente", incentra la sua meditazione sul tema: “Gesù modello dell’annuncio”. "Oggi guardiamo al modello insuperabile dell’annuncio: Gesù", dice subito il Pontefice in Aula Paolo VI.
"Così è Gesù, Parola eterna del Padre protesa a noi. Cristo non solo ha parole di vita, ma fa della sua vita una Parola: vive, cioè, sempre rivolto verso il Padre e verso di noi", dice Francesco.
"Se infatti guardiamo alle sue giornate, descritte nei Vangeli, vediamo che al primo posto c’è l’intimità con il Padre, la preghiera, per cui Gesù si alza presto, quand’è ancora buio, e si reca in zone deserte a pregare - racconta il Papa - Tutte le decisioni e le scelte più importanti le prende dopo aver pregato".
"Fare il pastore non era solo un lavoro, che richiedeva del tempo e molto impegno; era un vero e proprio modo di vivere: ventiquattrore al giorno, vivendo con il gregge, accompagnandolo al pascolo, dormendo tra le pecore, prendendosi cura di quelle più deboli. Gesù, in altre parole, non fa qualcosa per noi, ma dà la vita per noi. Il suo è un cuore pastorale", dice Francesco.
Poi, un consiglio del Papa. "Nel capitolo 15 del Vangelo di Luca Gesù parla anche della moneta perduta e del figlio prodigo. Se vogliamo allenare lo zelo apostolico, il capitolo 15 di Luca è da avere sempre sotto gli occhi. Leggetelo spesso. Lì scopriamo che Dio non sta a contemplare il recinto delle sue pecore e nemmeno le minaccia perché non se ne vadano. Piuttosto, se una esce e si perde, non la abbandona, ma la cerca. Il cuore pastorale reagisce in altro modo: soffre e rischia. Soffre: sì, Dio soffre per chi se ne va e, mentre lo piange, lo ama ancora di più.", commenta il Papa.
"E noi, abbiamo sentimenti simili? Magari vediamo come avversari o nemici quelli che hanno lasciato il gregge. Incontrandoli a scuola, al lavoro, nelle vie della città, perché non pensare invece che abbiamo una bella occasione di testimoniare loro la gioia di un Padre che li ama e che non li ha mai dimenticati? Non per fare proselitismo, ma camminare insieme. C’è una parola buona per quella gente che se ne è andata e a portarla abbiamo l’onore e l’onere di essere noi. Perché la Parola, Gesù, questo ci chiede", con questa domanda e richiesta il Papa conclude la catechesi di oggi.
Nei saluti in lingua inglese il Papa fa una preghiera speciale. "Chiedo a tutti voi di pregare con me per Padr Isaac Achi, della Diocesi di Minna, nel nord della Nigeria, ucciso domenica scorsa nella casa
parrochiale. Quanti cristiani soffrono sulla propria pelle la violenza: preghiamo per loro! Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la pace del Signore Gesù", commenta il Pontefice.
Infine il pensiero del Papa per l'Ucraina. "E non dimentichiamo di pregare per la martoriata Ucraina, tanto bisognosa di vicinanza, di
conforto e soprattutto di pace. Sabato scorso un nuovo attacco missilistico ha causato molte vittime civili, tra cui bambini. Faccio mio il dolore straziante dei familiari. Le immagini e le testimonianze
di questo tragico episodio sono un forte appello a tutte le coscienze. Non si può rimanere indifferenti!".
pezzo aggiornato alle ore 9.56 con i saluti in lingua inglese e in lingua italiana
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