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Un servizio di EWTN News

Francia, i vescovi stabiliscono un “tribunale penale canonico nazionale”

Una plenaria della Conferenza Episcopale Francese

Si chiama “Tribunale Nazionale Canonico Criminale”, ed è probabilmente il primo del genere al mondo. Lo ha stabilito la Conferenza Episcopale Francese perché si occupi di crimini e offese commesse tra clero e laici nella Chiesa, incluso l’abuso sessuale di adulti.

Finora, nessun altra Conferenza Episcopale ha definito una struttura nazionale di questo tipo, che in Francia nasce anche dai risultati della commissione CIASE, la Commissione Indipendente sugli Abusi Sessuali nella Chiesa Cattolica.

Il rapporto CIASE del 2021 chiedeva, appunto, l’istituzione di un tribunale del genere, suggerimento accolto dai vescovi, in linea di principio, già durante la loro assemblea plenaria del marzo 2021.

Il tribunale sarebbe dovuto essere installato ad aprile 2021, ma poi la Santa Sede ci ha messo tempo a confermare gli statuti, e così è stato definito solo a novembre 2022. I giudici hanno giurato al termine di una celebrazione a Parigi il 5 dicembre scorso.

I vescovi di Francia ci tengono a sottolineare che queste procedure ecclesiastiche sono specifiche per la Chiesa e i suoi supporti religiosi, e che non confliggono con il codice penale nazionale.

Ma ci tengono anche a dire che si tratta di un tribunale tutto nuovo, che non esisteva prima, e che intende giudicare la maggior parte dei crimini riconosciuti dal codice di diritto canonico, inclusi i “crimini contro la fede e l’unità della Chiesa” e quelli contro l’esercizio dell’ufficio, che includono anche crimini contro la vita, la dignità e la libertà umana, nonché crimini finanziari.

In questo modo, i vescovi vogliono mostrare un rinnovato impegno nella lotta contro gli abusi, diventata particolarmente centrale ormai per la Chiesa di Francia e immancabilmente inserita in ogni comunicato o comunicazione dei vescovi di Francia.

Come detto, l’istituzione del tribunale era stato richiesto dal rapporto CIASE, che lamentava anche la mancanza di staff competente a livello diocesano per affrontare la questione. Secondo il rapporto,  330 mila minori sarebbero stati oggetto di violenze sessuali da parte di chierici, religiosi o laici in relazione con la Chiesa in un periodo di tempo che andava dal 1950 al 2020. Le cifre andavano contestualizzate, ci si doveva ricordare che si trattava di stime, di segnalazioni telefoniche o via email. Anche i numeri andavano letti bene: terribili, se si pensa alla Chiesa, ma in termini di paragone si poteva notare che si trattava del 4 per cento degli abusi sessuali commessi in Francia in quel periodo di tempo, che interessavano tra il 2,5 e il 2,8 per cento dei sacerdoti.

Nel mezzo di una fortissima campagna mediatica contro la Chiesa cattolica, in pochi avevano contestualizzato le 2000 pagine di rapporto e 45 raccomandazioni prodotte dal CIASE. Solo l’Accademia Cattolica di Francia lo aveva fatto.

Anche l’arcivescovo Moulins de Beaufort, presidente della Conferenza Episcopale Francese, aveva avuto una reazione abbastanza forte, difendendo il segreto della confessione che era invece stato messo in discussione dal rapporto del CIASE. Ma poi l’arcivescovo era stato convocato dall’allora ministro dell’Interno Darmanin e al termine del colloquio si era scusato per le sue “goffe” affermazioni.

Questo nuovo tribunale stabilito dai vescovi francesi acquisisce giurisdizione esclusiva su questioni penali, lasciando ai tribunali diocesani e interdiocesani il compito di decidere principalmente sulle richieste di nullità.

I vescovi diocesani resteranno comunque responsabili delle indagini preliminari e dell’introduzione del caso al tribunale, e sono chiamati poi a implementare le sentenze, che possono arrivare fino alla scomunica. La differenza è che ora non sono solo i vescovi, ma “ogni cattolico, ogni persona che si sente colpita da un comportamento criminale di un cattolico nelle attività di Chiesa.

La struttura è composta di 13 giudici, di cui 5 laici, e tra questi 4 donne. Il modo in cui il tribunale sarà finanziato non è ancora stato chiarito dalla Conferenza Episcopale Francese.

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