Città del Vaticano , 30 November, 2022 / 12:01 AM
Dopo soli due anni, due bilanci di missione, la vendita del contestato palazzo di Londra oggetto di un processo vaticano, padre Antonio Guerrero Alves lascia l’incarico di prefetto della Segreteria per l’Economia. Al suo posto, sale di grado il numero due, Maximino Caballero Ledo, il primo laico della storia a tenere le redini della finanza vaticana.
"Il Santo Padre - si legge nel comunicato della Sala Stampa della Santa Sede - ha accettato la rinuncia all’incarico di Prefetto della Segreteria per l’Economia della Santa Sede presentata da P. Juan Antonio Guerrero Alves, S.I. per motivi personali. Essa avrà effetto a partire da giovedì 1° dicembre 2022".
Continua il bollettino che il Papa "ringrazia vivamente P. Guerrero per la dedizione mostrata nel servizio prestato alla Santa Sede. Il P. Guerrero è riuscito a sistemare per bene l’economia, è stato un lavoro forte e impegnativo che ha portato tanti frutti. Il Santo Padre gli assicura la Sua preghiera".
Padre Guerrero ha inviato una lettera ai dipendenti, lodando il lavoro fatto in due anni e specificando che, dopo aver subito una operazione chirurgica nel corso di quest'anno, non ha le forze per seguire i lavori del dicastero come si conviene in un momento di grande transizione verso una fase nuova che richiede maggiore competenza e presenza.
Il nuovo prefetto Caballero Ledo, classe 1959, si è laureato in economia a Madrid e poi ha preso un MBA (master in Business Administration) presso l’IESE Business School di Barcellona. Ha lavorato per vent’anni tra Barcellona e Valencia, come responsabile della finanza in diversi Paesi europei, in Medio Oriente e in Africa. Nel 2007 si è trasferito con la sua famiglia negli Stati Uniti, dove ha risieduto fino al 2020, anno della sua nomina in Vaticano.
Durante la sua permanenza negli Stati Uniti, Caballero ha ottenuto diverse posizioni nell’area Finanza di Baxter Healthcare Inc., azienda del settore sanitario ad azionariato diffuso con sede a Deerfield, Illinois, un'azienda globale di prodotti e servizi medici con un portafoglio di prodotti per le cure intensive, la nutrizione, le cure renali, gli ospedali e la chirurgia.
È stato Vice Presidente della Finanza per l’America Latina, Vice Presidente della Finanza Internazionale e Vice Presidente della Finanza Americana, oltre a essere leader di progetti globali presso la stessa azienda.
Caballero Ledo era parte di quel gruppo di laici, provenienti da una estensiva esperienza fuori dal Vaticano, chiamati a mettere ordine alle finanze vaticane. Dello stesso profilo, ad esempio, era Fabio Gasperini, chiamato come segretario dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.
Guerrero Alves lascia così dopo due anni. Durante la sua gestione, si sono definiti i criteri del budget della Santa Sede, è stata promulgata una legge degli appalti, e si sono avviati nuovi modelli di gestione prudenziale delle finanze della Santa Sede.
Soprattutto, erano stati inclusi più enti nel perimetro del budget della Santa Sede, come spiegato nella previsione di budget di gennaio 2022, poi confermato nel bilancio di agosto 2022.
C’è, poi, il processo del trrasferimento di tutti i fondi dei dicasteri all’Istituto per le Opere di Religione, definito dopo la riforma della Curia con un rescriptum del Papa del 22 agosto scorso, ed è questa interpretazione restrittiva che potrebbe aver giocato un ruolo nella scelta di Guerrero di dimettersi, considerando che parte dei fondi ancora non sono stati trasferiti.
Per Caballero Ledo, si tratterà di andare nella stessa direzione, considerando che il perimetro è più ampio e che si punta comunque ad un contenimento di costi. Ad esempio, il limite di un massimo di 10 anni di servizio in Curia per gli officiali e i chierici significa che a Santa Sede non dovrà più gestire troppe pensioni di monsignori con incarichi ventennali, ma potrà semplicemente versare – nel caso i monsignori fossero italiani – i contributi dei cinque o dieci anni di servizio al Sostentamento del Clero della CEI, che poi provvederà ad integrare con il resto.
Tra i problemi affrontati nella gestione Guerrero, anche la gestione della vendita del palazzo di Londra, conclusa a 186,7 milioni, con una perdita di circa 100 milioni per la segreteria di Stato che però è tutta da definire.
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