Roma, 24 November, 2022 / 3:00 PM
Una iniziativa che "ha l’obiettivo di sollevare l’attenzione su una problematica sociale che è data non solo dall’uccisione di queste donne ma dal degrado morale che c’è dietro e vorremmo invitare tutta la comunità a riflettere su questo problema". Lo dice il vescovo ausiliare del settore Ovest di Roma monsignor Baldo Reina.
Giovedì 17 novembre tre donne sono state assassinate nel quartiere Della Vittoria, a Roma, le cronache ne parlano diffusamente, due cinesi e una colombiana. Solo quest’ultima, al momento, ha un nome. Le altre due non sono state ancora riconosciute da nessuno. Tre donne doppiamente vittime: di tratta e sfruttamento sessuale, e poi del loro assassino. Gli omicidi sono avvenuti in due appartamenti situati via Augusto Riboty e in via Durazzo, a poca distanza l’uno dall’altro, nel territorio della parrocchia di Santa Lucia. La comunità parrocchiale, con il vescovo ausiliare del settore Ovest monsignor Baldo Reina e con la Rete antitratta dell’Usmi, in memoria delle giovani donne assassinate e di tutte le vittime di tratta promuove una celebrazione eucaristica, lunedì 28 novembre alle ore 18.30, che sarà presieduta dal vescovo; seguirà una veglia di preghiera. Sono state invitate la comunità cinese e la comunità latinoamericana, così come tutte le parrocchie della prefettura.
"I fatti di cronaca accaduti in questi giorni in due delle vie del centro, in mezzo alle abitazioni e ai tanti uffici del territorio, hanno mostrato ancora una volta la povertà e il degrado che si consumano a discapito di povere anime usate e sfruttate senza considerare la loro dignità e la loro vita – riflette il parroco di Santa Lucia, don Alessandro Zenobbi –. Tre morti assurde, tre vite spezzate, quella di una mamma sud americana e quelle di due donne cinesi, cadute nella maglia della tratta delle donne abusate. Non si può restare indifferenti di fronte tanta miseria e degrado morale. Sono figlie, sorelle, nipoti, sono donne che hanno perso tutto, la loro dignità, la loro stessa vita". Anche per questo "la comunità parrocchiale non vuole rimanere indifferente… siamo custodi dei nostri fratelli e per questo vorremmo che la nostra voce salga a Dio come preghiera per loro, e si propaghi nel mondo perché le istituzioni e l’impegno civile di ognuno faccia corpo nel riuscire a mettere fine ad una piaga del nostro tempo, della nostra società".
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