Città del Vaticano , 31 October, 2022 / 2:00 PM
Ci sarà un primo rapporto annuale della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori il prossimo anno, ma padre Andrew Small, segretario ad interim della Commissione, ritiene che i primi dati realmente perseguibili per fare un rapporto annuale pieno non ci saranno prima del 2024.
Nel mezzo della prima plenaria con la membership estesa a 20 membri, padre Small ha incontrato i giornalisti il 28 ottobre per dare una panoramica dei lavori della Commissione. La plenaria si è tenuta dal 27 al 29 ottobre, ed ha anche avuto lo scopo di esplorare e definire i compiti della Commissione ora che è stata collegata, con la riforma della Curia, al Dicastero per la Dottrina della Fede.
Il rapporto annuale era stato chiesto dal Papa nell’incontro che ha avuto con la commissione lo scorso aprile. Padre Small ha spiegato che il rapporto dovrebbe essere diviso in quattro sezioni.
La prima sezione andrebbe a riassumere i rapporti dei vescovi sulle loro linee guida e l’implementazione del motu proprio Vos Estis Lux Mundi. I vescovi generalmente consegnano questo rapporto alla commissione durante le visite ad limina.
La seconda sezione farà una panoramica geografica sugli sforzi per la protezione dei minori. Questa parte sarà redatta dai membri della commissione, divisi in gruppi.
Ci sarà una terza sezione che guarderà a come i dicasteri della Curia Romana stanno includendo nelle loro attività la tutela dei minori. Padre Small ha fatto l’esempio del Dicastero per il Clero, che potrebbe essere chiamato a riportare di come sta promuovendo la tutela nei seminari.
La quarta sezione invece guarderà agli sforzi della Chiesa nella tutela dei minori nel mondo, anche su questioni più ampie come il salvataggio dei soldati bambini, la protezione dei migranti e rifugiati bambini, la sicurezza negli orfanotrofi.
La plenaria della Commissione ha anche stabilito di lanciare un fondo che possa aiutare a finanziare centri per accompagnare i minori che hanno subito abusi e le loro famiglie.
Padre Small sostiene che da 70 a 80 delle 114 conferenze episcopali del mondo non abbiano meccanismi di denuncia stabili e pubblici come richiesto dalla Vos Estis, e che uno dei problemi per questo è la raccolta delle risorse. Da qui, la decisione di stabilire il fondo.
“Nel nostro impegno con le vittime – ha detto padre Small – il riconoscimento dell’errore commesso contro di loro è primario. Non c’è niente che prenda il posto dell’essere creduti e ascoltati”. Allo stesso tempo, vedere che chi fa del male “a volte resta senza punizione è molto doloroso”, e per questo le vittime sono confuse o deluse se non sono informate dei provvedimenti presi dalla Chiesa.
Padre Small ha anche ricordato che il prossimo anno sarà il decimo anno della Commissione da quando è stata stabilita, e che in questo periodo “ha avuto anche momenti e difficoltà molto intensi e quelli sono stati momenti di confronto con gli altri”.
Ogni difficoltà è stata però superata dal “duro lavoro” e dalla reputazione e ferite di quanti si sono impegnati.
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