Città del Vaticano , 21 October, 2022 / 2:00 PM
Ci sono davvero dei "buoni " motivi per non confessarsi? In modo provocatorio Krzysztof Nykiel – Reggente della Penitenzieria apostolica, ha introdotto il tema nel seminario: "Celebrare il Sacramento della Confessione oggi".
Dal " io parlo direttamente con Dio" a "non ho peccati" fino al "mi vergogno" e tanto altro anche per scarsa fiducia nei sacerdoti, o per paura di dire sempre le stesse cose, e fino a non credere al sigillo del segreto della confessione le motivazioni sono tante, ma, come ci spiega Nykiel, " si deve essere sinceri con se stessi, presentare a Dio tramite il sacerdote i peccati e chiedere la misericordia di Dio e se il cuore è contrito Dio non si stanca mai di perdonarci e si serve del Ministro che non è padrone del Sacramento, ma solo servitore".
Un sacramento istituito da Cristo stesso?
"Certo! Dopo la resurrezione Cristo risorto da il potere delle "chiavi", a chi assolverete i peccatti saranno assolti e a chi non assolverete no saranno assolti."
Ogni anno la Penitenzieria organizza un corso dedicato al "Foro interno" ed è rivolto a sacerdoti e diaconi. C'è già un programma per il 2023?
"Si, il tema è: lasciatevi riconciliare con Dio, lasciatevi perdonare da Dio. É Un corso che ormai è un appuntamento importante, siamo alla 33 esimo edizione nel 2023.
L'obiettivo è aiutare i sacerdoti novelli e i candidati al sacerdozio prossimi alla ordinazione non solamente a conoscere il Sacramento della riconciliazione, conoscere le norme canoniche, pastorali e morali, ma ad innamorarsi della celebrazione di questo Sacramento che è necessario per la salvezza delle anime".
Quali sono le difficoltà dei sacerdoti a celebrare questo Sacramento?
Direi che ci sono alcuni difetti e alcune mancanze. Per esempio a volte il confessore interrompe la confessione e questo può allontanare una persona dalla confessione frequente perché è una brutta esperienza. O un confessore rigorista o lassista, e il Santo Padre ci ricorda che né uno né l'altro aiuta il fedele nel processo della riconciliazione, perché così non si prendono cura del penitente. Il confessionale non deve essere un luogo di tortura, ma un luogo di incontro con la misericordia di Dio. E quindi se un fedele fa una bella esperienza della confessione capisce quanto è grande la tenerezza dell'amore misericordioso di Dio. Quindi noi con i corsi sul Foro Interno cerchiamo di far capire ai sacerdoti proprio questo, il loro ruolo nella confessione. Si sono giudici ma che usano la misericordia. Come Gesù l'ha usata con la Maddalena. Devono essere medici, fratelli, padri e amici e anche maestri ma non devono un loro punto di vista, ma devono ricordare che sono sempre strumenti della misericordia di di Dio e figli della Chiesa e devono insegnare quello che dice la Chiesa. Madre e maestra la Chiesa insegna al figlio come comportarsi, ma se il figlio sbaglia, se commette un peccato bisogna comportarsi come il Padre Buono che accoglie il figlio facendo festa.
Ogni conversione è una rinascita. Dopo la confessione diventiamo nuove creature e capiamo ancora una volta la possibilità di essere figli di Dio. E che Dio ci tiene talmente tanto a me che ha mandato suo figlio ad abbracciare la croce, e non per il mio castigo ma per la mia redenzione. Dio non si stanga mai di perdonarci, semmai ci stanchiamo noi, come dice Papa Francesco".
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